Mediterraneo, sorvegliato speciale
Proteggendo aree chiave dei nostri mari e delle nostre coste, possiamo innescare un effetto domino di risultati positivi. Come? Secondo uno studio effettuato dagli esperti del WWF, proteggendo il 30% del Mar Mediterraneo potremmo dare una spinta enorme alle specie ittiche in declino e alla biodiversità marina. Oggi, meno del 10% del Mar Mediterraneo è sotto protezione, con solo l’1,27% effettivamente protetto. Secondo gli scienziati del WWF, però, non vi sono dubbi: gli stock ittici continueranno a diminuire se la pesca insostenibile e altre attività industriali continueranno. Una protezione efficace che copra il 30% del Mar Mediterraneo in aree specifiche e attività gestite in modo sostenibile nel resto del bacino vedrebbero questi stessi stock ittici commerciali aumentare, sostenendo al contempo il recupero del più ampio ecosistema marino. Nel Mediterraneo occidentale, per esempio, l’analisi mostra che la biomassa di specie predatrici come gli squali potrebbe aumentare fino al 45%, quella di specie commerciali come le cernie del 50% e quella del nasello europeo potrebbe raddoppiare. Anche il tonno rosso, la popolazione più iconica e commercialmente preziosa del Mediterraneo, recupererebbe potenzialmente la sua biomassa ad un aumento record fino al 140%. Odran Corcoran, del WWF European Policy Office ha detto: “Dobbiamo dare il via ad una serie di azioni mirate per proteggere il Mediterraneo. Il recupero e la protezione della biodiversità da cui dipendono centinaia di milioni di europei non possono essere ritardati. L’area è troppo preziosa e va tenuta sotto controllo”.