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Tra le gobbe, la voglia di rivalsa

Marco Tadé e Nicole Gasparini hanno un conto in sospeso con i Mondiali, al via lunedì

- Di Sascha Cellina e Sebastiano Storelli

Due anni or sono, entrambi avevano dovuto guardare i Mondiali di Deer Valley alla television­e: Marco Tadé stava lottando per tornare quello di prima dopo il grave infortunio al ginocchio destro patito l’anno precedente, mentre per Nicole Gasparini la ferita era ancora freschissi­ma, visto che il suo ginocchio sinistro aveva fatto crac poco prima della partenza per gli Stati Uniti. Oggi, entrambi sono in Kazakistan per prendere parte, ognuno con le proprie motivazion­i e i propri obiettivi, alla rassegna iridata e chiudere i conti con il destino.

Il minimo che si possa dire, è che a Marco Tadé, le cose facili proprio non piacciono. Scherzi a parte, il 25enne di Tenero che già in passato non sempre è arrivato ai grandi appuntamen­ti nelle migliori condizioni – per non parlare di quando è stato costretto a saltarli a piedi pari, come nel caso delle Olimpiadi del 2018 a Pyeongchan­g, sfumate a pochi giorni dalla partenza per la Corea a causa di un infortunio a un ginocchio –, si è involato per il Kazakistan con grandi aspettativ­e, ma anche con delle costole doloranti. «Purtroppo mi complico sempre la vita, stavolta provando un nuovo salto in allenament­o a Deer Valley sono caduto e ho rotto la cartilagin­e delle costole – ci spiega il ticinese, che abbiamo sentito il giorno prima della partenza (mercoledì) per Almaty assieme alla compagna di squadra Nicole Gasparini –. Non è un tipo di infortunio sul quale si può intervenir­e, bisogna solo avere pazienza e infatti dopo i primi giorni molto doloranti la situazione è migliorata. Sento ancora dolore, ma è sopportabi­le e non mi impedisce di sciare. E poi ho ancora un po’ di tempo per recuperare, sabato cominceran­no gli allenament­i e lunedì le gare, prima il moguls e il giorno dopo il dual». Un imprevisto che non ha però scoraggiat­o più di tanto il freestyler di casa nostra, d’altronde come detto ormai abituato alle insidie nascoste tra le gobbe di uno sport tra i più impegnativ­i per il corpo di un atleta, a maggior ragione se si cerca di spingersi sempre ai propri limiti per farsi posto tra l’élite mondiale… «È così, fa parte del gioco, si cade e ci si rialza. Anche questa è stata una caduta come tante altre, solo che mi sono fatto male. In realtà era un’evoluzione (un “doppio full”, ndr) che avevo già provato in passato e che avevamo deciso di riprendere quest’anno, visto che l’obiettivo di questa stagione, anche in previsione dei Mondiali, era riuscire a inserire un po’ più di difficoltà nei salti. A questo punto non penso che lo riproporrò in Kazakistan».

Dove l’obiettivo a questo punto sarà «un po’ quello di tutta la stagione, ossia riuscire a entrare tra i migliori dieci (nella prova individual­e i migliori 18 delle qualificaz­ioni accedono alla finale 1, seguita dalla finale 2 con i sei migliori, ndr), anche se dovrò vedere come riuscirò a gestire il dolore. Vedremo giorno per giorno come andrà».

Un giudizio non sempre facile da accettare

Lunedì si comincerà dal moguls, per poi affrontare il giorno dopo la gara di dual (i migliori 32 dopo le qualificaz­ioni si sfideranno in parallelo a partire dai 16esimi di finale), disciplina quest’ultima nella quale Tadé ha ottenuto i suoi migliori risultati, tra cui il bronzo alla rassegna iridata del 2017 in Sierra Nevada (oltre a due dei suoi tre podi in Coppa del mondo)... «Rispetto al 2017, purtroppo sono invecchiat­o. Scherzi a parte, da allora sono migliorato molto tecnicamen­te, sia nei salti sia nella sciata. Ho inoltre accumulato una discreta esperienza, questo sarà il mio quarto Mondiale e da questo punto di vista so come gestirlo. Per quel che riguarda la disciplina, non ho preferenze e penso sia un caso che i risultati migliori siano arrivati nel dual, anche se è vero che scendendo in parallelo il paragone tra due atleti è sotto gli occhi di tutti e quindi il margine di errore nel giudizio è più ristretto, si capisce subito chi è il più bravo. Purtroppo come tutti gli sport che prevedono dei giudici, capita che non sempre i punteggi rispecchin­o le sensazioni e le prestazion­i, a me è capitato diverse volte di essermi sentito vittima di ingiustizi­e e anche un po’ di pregiudizi, ma anche questo fa parte del gioco».

Un gioco nel quale Marco Tadé è pronto a rituffarsi nonostante le incognite, compresa una pista sconosciut­a… «Abbiamo corso già lo scorso anno in Kazakistan, ma hanno cambiato pendio e rifatto un po’ tutto, per cui si riparte da zero. In ogni caso ho parlato con Andrea (Rinaldi, ex tecnico della selezione rossocroci­ata e oggi direttore di gara della Fis per il freestle, ndr) e mi ha detto che è una di quelle piste preparate con la terra, per cui non sarà un tracciato molto diverso da quelli olimpici o di altri Mondiali. Da questo punto di vista sappiamo cosa aspettarci, poi bisognerà vedere come è stata preparata a livello di neve e in che condizioni meteorolog­iche correremo».

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Due anni fa entrambi avevano saltato la rassegna iridata a Deer Valley per infortunio
 ??  ?? Il 25enne di Tenero al suo quarto Mondiale
Il 25enne di Tenero al suo quarto Mondiale

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