Tra gli alti e bassi del rientro, il déclic
Con i Mondiali, Nicole Gasparini ha un conto in sospeso. Due anni fa, mentre si stava allenando in Colorado per la rassegna iridata di Deer Valley, la 23enne di Cadro si era gravemente infortunata ai legamenti del ginocchio sinistro. Dopo un’intera stagione persa, quest’anno il ritorno alle competizioni e la soddisfazione di un biglietto per Almaty. Anche in considerazione del periodo pandemico che stiamo vivendo, la ticinese non può certo aver già recuperato tutto il tempo perso, ma l’ultimo test pre-Mondiale, sulle nevi di Airolo, l’ha rincuorata… «Ero seconda dopo le qualificazioni, poi ho perso una posizione. Sono contenta, è un terzo posto che fa bene al morale». Per Nicole Gasparini gli ultimi due anni sono stati molto difficili, segnati dagli alti e bassi della riabilitazione. Presentarsi al via dei Mondiali in Kazakistan rappresenta di per sè un successo, frutto del lavoro svolto per ritrovare la migliore condizione… «Lo ammetto, rientrare non è stato per nulla facile. In particolare nelle prime gare disputate ho faticato a trovare il ritmo. Il déclic è giunto a fine gennaio, quando mi trovavo negli Stati Uniti: le sensazioni sono migliorate, ho capito che stavo compiendo progressi e questo mi ha rinfrancata. Nell’ultima settimana ho proseguito il lavoro iniziato negli States e mi sento sempre meglio. Sono davvero felice dei progressi ottenuti». Grazie alle moderne tecniche chirurgiche, l’aspetto medico dell’infortunio al ginocchio è stato regolato senza strascichi. Non si può dire la stessa cosa per quanto concerne il fattore mentale, soprattutto in una disciplina come il moguls nella quale le ginocchia vengono costantemente sovraccaricate… «In questi mesi mi sto rendendo conto di quanto sia difficile ritrovare nella testa l’indispensabile fiducia. Fisicamente sto bene, ho lavorato con intensità durante la riabilitazione, per cui non ho problemi particolari. Per quanto riguarda il mentale, invece, occorre tornare a crederci, ritrovare la fiducia in ogni movimento, in ogni fase del gesto tecnico. Mi sta aiutando molto il preparatore mentale perché è proprio a quel livello che devo compiere l’ultimo step. Arriverà il giorno in cui mi sentirò di nuovo completamente libera, ne sono certa, ma al momento devo armarmi di pazienza. È un percorso attraverso il quale è necessario passare e devo accettare che ci voglia il tempo necessario».
Una sorta di allenamento mentale… «Esatto, anche se le difficoltà maggiori nascono proprio durante gli allenamenti. In gara, di norma, non ci pensi, mentre quando non hai lo stress della competizione c’è maggiore tendenza a prendere in considerazioni alcuni aspetti come la pista ghiacciata, ripida o difficile che ti portano, magari in maniera inconsapevole, a tirare un po’ il freno. Ma se in allenamento non dai il 100%, di certo non lo potrai fare nemmeno in gara. In stagione sono andata incontro a numerosi alti e bassi. Mi rendo conto di progredire in maniera costante e questo mi dà grande fiducia, ma è ovvio che sto lavorando in proiezione del 2022».
La stagione è stata meno intensa rispetto alle consuetudini… «Avrei preferito avere a disposizione un numero maggiore di competizioni, in quanto mi avrebbe permesso di mantenere il ritmo. Invece, ci siamo ritrovate ad avere ampi buchi tra una prova e l’altra, ciò che ha comportato grattacapi non indifferenti nella gestione degli allenamenti. In tempi di pandemia, infatti, è più difficile organizzare spostamenti e a volte diventa arduo trovare stazioni invernali in grado di costruire una pista di moguls e metterla a disposizione per la preparazione degli atleti».
Outsider e già contenta di esserci
Nicole Gasparini è partita alla volta di Almaty senza porre l’asticella troppo in alto… «Arrivo ai Mondiali da outsider. Ho disputato poche prove di Coppa del mondo e dalla mia non ho risultati eclatanti che mi possano permettere di puntare al podio. Per me è già una grande opportunità il fatto di poterci essere. Spero di riuscire a portare al traguardo le discese sulle quali sto lavorando in queste settimane e con le quali ho avuto un buon feeling. Per ora non voglio stare a pensare a quello che potrebbe essere il risultato finale».
Il pendio di Almaty è nuovo, nessuno lo conosce… «Per me potrebbe essere un vantaggio, potrebbe permettermi di chiudere almeno in parte il gap dovuto alla lunga assenza per infortunio».
Un tracciato inedito come lo sarà quello delle Olimpiadi 2022, vero obiettivo a medio termine per la 23enne ticinese… «Le Olimpiadi hanno quel qualcosa in più che nemmeno un Mondiale può darti. In Cina avremmo dovuto disputare i Campionati del mondo di quest’anno, poi spostati per ragioni di pandemia in Kazakistan, per cui tra un anno ci ritroveremo su un pendio che nessuno ha avuto modo di provare prima. È vero, in Cina si è già gareggiato in passato, ma in un altro resort, non in quello che ospiterà i Giochi».