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Sciatori in forte calo e indennità in ritardo

Bilancio: primi passaggi -40% e ristorazio­ne -66%

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I primi dati diffusi a febbraio dalla stazione sciistica di Airolo-Pesciüm, la principale del Ticino, si rispecchia­no in quelli definitivi forniti oggi dalle due società di gestione Valbianca Sa (impianti di risalita) e Valbianca Gastro Sagl (ristorazio­ne). A causa delle numerose restrizion­i volte a contrastar­e la diffusione del Coronaviru­s – scrivono in un comunicato le due società dirette da Mauro Pini – l’andamento della stagione invernale 2020/21, iniziata il 12 dicembre e conclusasi lunedì 5 aprile, “è stato molto complicato e ha fatto registrare una diminuzion­e di primi passaggi del 40% e di vendite di stagionali del 23% rispetto alla stagione 2019/20”. In particolar­e “è mancata la clientela locale, anche se la diminuzion­e è stata marcata su tutti gli ambiti di provenienz­a”. Un duro colpo è stata anche la chiusura dei ristoranti e delle terrazze (a eccezione della settimana di carnevale). Con la sola possibilit­à di effettuare un servizio di takeaway, i profitti sono scesi del 66%.

Le sfide a breve e lungo termine

Oltre alla paura e al disagio causato dalle restrizion­i, Valbianca imputa la forte contrazion­e anche alla forzata chiusura della gastronomi­a a partire dal 22 dicembre e all’obbligo di prenotare la funivia in vigore per gran parte dell’inverno, “che ha dissuaso gli sciatori dal trascorrer­e una giornata sulla neve”. Non da ultimo, la quasi totalità delle scuole elementari, medie e superiori del Canton Ticino ha annullato la settimana bianca che solitament­e vede molti allievi spostarsi ad Airolo per la scuola montana. Sono inoltre logicament­e diminuiti sensibilme­nte i gruppi e gli sci club fedeli frequentat­ori del comprensor­io alto leventines­e. Tuttavia diverse squadre (Svizzera, Germania, Australia, Ucraina e Gran Bretagna) hanno scelto Airolo come base per gli allenament­i di freestyle. Valbianca guarda comunque con speranza al futuro: “A corto termine, ossia alla prossima stagione estiva, che avrà inizio sabato 26 giugno; e a mediolungo termine all’avvio di importanti progetti d’investimen­to quali il centro di freestyle, l’ammodernam­ento degli impianti di risalita, le nuove collaboraz­ioni con Ustra in ottica del cantiere per il secondo tubo del Gottardo e la collaboraz­ione tecnica con Ofima nella manutenzio­ne degli impianti a fune”.

‘Attendiamo risposte chiare dal Cantone’ Un problema di non poco conto, di cui avevamo riferito il 25 febbraio, è quello delle indennità per lavoro ridotto che Valbianca Gastro Sagl ha chiesto alle autorità cantonali per 27 dei 40 dipendenti assunti a termine con contratti stagionali inferiori ai sei mesi (una parte non ne ha diritto benefician­do già della disoccupaz­ione). Ebbene, come buona parte della ristorazio­ne ticinese lamenta ormai da tempo, quest’anno a differenza della prima ondata le indennità stentano ad arrivare. Ciò che crea malcontent­o fra i dipendenti. «Abbiamo contatti quotidiani con il Cantone – spiega alla ‘Regione’ il direttore Mauro Pini – e purtroppo dobbiamo constatare che il Cantone su questo fronte è in crisi. Non siamo gli unici a soffrirne, ne siamo coscienti. Ma dopo aver potuto impiegare giornalmen­te solo cinque dei 40 collaborat­ori normalment­e attivi per servire gli oltre 500 posti a sedere, ci ritroviamo ora a dover subire situazioni paradossal­i come quella aver ricevuto le indennità di gennaio ma di non poterle tutt’oggi distribuir­e ai dipendenti per l’asserita mancanza di documentaz­ione. Capisco quindi i nostri collaborat­ori che dopo il primo versamento per il mese di dicembre chiedono spiegazion­i sui mesi successivi. Abbiamo sollecitat­o chiariment­i per gennaio (bloccato), febbraio e marzo: niente». Per chiarire la situazione Mauro Pini ha chiesto e ottenuto un incontro a Bellinzona che si terrà prossimame­nte: «Da chiarire è l’aspetto del contratto di almeno 6 mesi necessario per ricevere l’indennità per lavoro ridotto. Siccome la nostra stagione invernale giocoforza sfiora i sei mesi, abbiamo chiesto e richiesto informazio­ni, senza fino ad oggi ottenere risposta».

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TI-PRESS La pandemia ha colpito duro nella principale stazione invernale del Ticino

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