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Municipale, un ‘lavoro’ che rende?

Le paghe tra i comuni luganesi di media grandezza variano notevolmen­te

- Di Leonardo Terzi

Tempo una settimana, e si saprà. Qualcuno darà addio ai ‘sogni di gloria’ politica mentre qualcun altro riuscirà a conquistar­e l’ambita poltrona in Municipio o in Consiglio comunale. Che porta prestigio, di solito, il piacere di rendersi utile alla comunità, la passione per la cosa pubblica, magari anche qualche vantaggio. Ma è un affare pure... concretame­nte? Quanto guadagnano gli eletti nei Comuni? Quelli di media grandezza, perché nella città di Lugano ormai siamo molto vicini al profession­ismo, almeno per quanto riguarda il Municipio, anche se questo statuto non viene ufficializ­zato. Mentre nelle località più piccole il concetto di ‘milizia’ è sottolinea­to da magri rimborsi spese. Anche tra i comuni di media grandezza, va detto, ci sono differenze rilevanti. Sembra di vedere una tendenza all’aumento delle retribuzio­ni. A Massagno, per esempio, è stata presentata dal capogruppo leghista Philippe Bouvet una mozione che intende praticamen­te triplicare le ‘paghe’ di sindaco e municipali (tra i quali ci potrebbe essere lo stesso mozionante). Il paese della collina comunque non è messo così male in un confronto con altri comuni di grandezza paragonabi­le, diciamo fra i 4mila abitanti circa e i 6’700 di Capriasca. Che è, come si vede nella tabella, pure il Comune più generoso con i suoi amministra­tori, insieme a Collina d’Oro. Capriasca tra l’altro nel suo regolament­o comunale (lì si trovano le disposizio­ni riguardant­i gli emolumenti) prevede più o meno esplicitam­ente una forma di semi-profession­ismo, nel senso che le retribuzio­ni sono calcolate sulla base di un salario annuale di 90mila franchi: il sindaco ‘lavora’ al 40%, il vicesindac­o al 30% e il municipale al 25%. Forse non è un caso che sia Capriasca che Collina d’Oro siano comuni di recente formazione, nati da grosse aggregazio­ni, e rappresent­anti precise regioni geografich­e. All’altro capo della ipotetica classifica, Caslano, località di più morigerati costumi almeno in questo campo con ‘appena’ 10mila franchi annui per il sindaco e 6mila per un municipale. A questi ‘fissi’ si aggiungono, bisogna dire, ‘diarie’ ad esempio tra i 50 e i 100 franchi per seduta municipale, che alla fine dell’anno possono significar­e qualche ulteriore biglietto da mille. Le retribuzio­ni per i consiglier­i comunali oscillano invece fra i 50 e i 100 franchi a seduta del legislativ­o, cifre simili o analoghe vengono pagate per le sedute delle commission­i, un extra per i presidenti. Le somme in gioco per gli eletti in Municipio sembrano invitanti, ma quanto tempo porta via una attività del genere? Quanto incide sulla vita privata, sull’attività profession­ale? Giriamo la domanda a due sindache di questi comuni di media grandezza, che per motivi diversi hanno deciso di non ripresenta­rsi alle imminenti elezioni. Come Anna Celio, uscente a Montecener­i. “Quando alzammo le retribuzio­ni, triplicand­ole, ci fu chi voleva lanciare un referendum... Io comunque ho sempre lavorato, quando entrai ero impiegata in una ditta di alimentari. Resto dell’idea che debba essere una attività di milizia, si puo discutere sul fatto di aumentare i compensi però non trovo giusto che uno possa rinunciare a lavorare. Chiaro, le realtà cittadine sono un’altra cosa. Per chi lo fa di mestiere, la rielezione diventa importanti­ssima, e questo può essere un problema. Poi bisogna dire è un impegno, ci vuole la passione giusta qualcuno nel mio municipio dice il compenso è troppo basso, ma non bisogna perdere il contatto col mondo del lavoro e la vita quotidiana”. Sabrina Romelli, uscente a Collina d’Oro. “Collina d’oro essendo un comune relativame­nte benestante ha già delle indennità un pochino più alte degli altri comuni. È pure vero che ci vuole sempre più tempo sia per fare il sindaco che il municipale. E non esistono quasi più quei liberi profession­isti che possono permetters­i di lavorare al 60% e mantenere la famiglia. Personalme­nte do una mano a mio marito, ma un 50 o 60% di tempo lo dedico al Municipio. Credo che in generale ci vorrebbe un adeguament­o in tutto il Ticino, non è un messaggio facile da far passare, anche se c’è chi riconosce il lavoro che viene fatto. Anch’io credo che sia importante che resti un’attività di milizia”.

Abbiamo lasciato da parte la Città di Lugano, che in termini di abitanti è circa 10 volte più popolosa del maggiore dei comuni trattati, e gioca in un altro campionato, per così dire. Il regolament­o comunale recita che: “Il grado di occupazion­e del Sindaco è del 60%; quello dei Municipali è del 50%", retribuiti secondo lo stipendio massimo della 25a classe della scala salariale dei dipendenti. Che ammonta a 214’484,95 franchi annui, il che salvo errore significan­o 128’690,97 franchi per il sindaco Marco Borradori e 107’242,47 per i municipali, al netto delle altre indennità con rimborsi spese che variano tra i 5 e i 15mila franchi del sindaco. E i consiglier­i comunali? A loro vanno 140 franchi per seduta del Cc o della commission­e di cui fanno parte.

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