Povertà e fragilità? Progetti ad hoc
La Città reagisce agli effetti del Covid con misure contro precariato e disagio
Assediati e resi più fragili: la crisi sanitaria da Covid19 ha portato alla luce nuove forme di disagio e indebolito (ancora di più) le certezze di molti, inclusa quella sul proprio posto di lavoro. Anche a Mendrisio la pandemia si è fatta sentire (e non solo a bilancio). La rete di servizi intessuta negli anni potrebbe, quindi, necessitare di qualche rinforzo. Nella sua pur breve legislatura, Françoise Gehring, a capo del dicastero Politiche sociali, ha già potuto toccare con mano problemi e difficoltà, che non mancheranno di mettere alla prova il Municipio.
Crescono le richieste di aiuto
Gli effetti collaterali del coronavirus si sono già visti. Dal suo osservatorio qual è la situazione? «Questa pandemia ha ampliato le disparità sociali – sgombra il campo la municipale –. La povertà è, del resto, tangibile. Lo sanno bene le organizzazioni umanitarie. Caritas Ticino ha erogato 260mila franchi di aiuti a oltre 800 persone; SOS Ticino ha garantito aiuti per 360mila franchi; Soccorso d’inverno ha stanziato 800mila franchi; Croce Rossa ha fatto la sua parte con 530mila franchi». Numeri che danno da pensare; e sul piano comunale? «A Mendrisio tra gennaio e marzo ci sono giunte venti nuove domande di assistenza, tra cui 16 persone sole (di cui 8 di età inferiore ai 35 anni) e 4 che lavorano (come indipendenti o impiegati a tempo parziale) – illustra a ‘laRegione’ Françoise Gehring –. Anche in riferimento al settore Antenna sociale e Antenna anziani da inizio anno a oggi si registrano 52 nuove situazioni che si sono presentate al servizio, 37 di antenna sociale e 15 di persone anziane. Nello stesso periodo del 2020 le segnalazioni erano 29. In altre parole l’aumento è del 55 per cento».
Occhio a precariato e indebitamento
Le cifre parlano, non c’è dubbio. Mendrisio ha già una strategia per riuscire a reagire alle domande crescenti di sostegno? «La Città è presente – assicura la capa dicastero –. E in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando sul piano economico, sociale e culturale, lo è ancora di più. Risposte alla povertà e al lavoro precario sono in corso per una Mendrisio
attenta e solidale, con particolare attenzione alle crescenti vulnerabilità». Come si pensa di rispondere a queste urgenze? «Il Municipio ha, ad esempio, approvato il progetto ‘Lavoro XME’, al fine di contenere i fenomeni di precariato legato soprattutto all’impiego di avventizi – ci spiega –. Questo progetto comprende una proposta di bilancio di competenze e la creazione di una banca dati. La situazione personale, lavorativa e contrattuale di queste persone non deve disincentivare la ricerca di un posto di lavoro fisso. Pertanto, attraverso ‘Lavoro XME’ gli avventizi saranno invitati a prendere contatto con i Servizi sociali, con l’impegno di seguire tutti i canali a disposizione per la ricerca di un impiego a tempo indeterminato. La crisi economica, poi – rende attenti –, spesso aumenta anche il rischio d’indebitamento eccessivo. Ebbene, ogni anno la Città sostiene una iniziativa in tal senso e per il 2021 si è ritenuto importante focalizzare l’attenzione sull’aspetto dell’intervento, attivando una collaborazione con SOS Debiti, che ha sede a Mendrisio, per dare supporto e consulenza ai cittadini con problemi di budget familiare, a rischio di indebitamento eccessivo o già in condizioni di indebitamento eccessivo».
Rinsaldata l’intesa con ‘Frequenze’
La ricerca di soluzioni a problematiche e nuove fatiche sociali porta, però, anche sul territorio e a stringere alleanze. Qui come avete affrontato la questione? «La Città ha rinnovato una collaborazione con ‘Frequenze’, progetto nato a Chiasso nel 2018 che si occupa di riqualificare il territorio reinserendo al contempo persone al beneficio di assistenza (in modo specifico tra i 18-30 anni) nel tessuto sociale e professionale. In questo modo si riprendono i principi della mozione di Mario Ferrari sull’impresa sociale. Del resto, ‘Frequenze’ è già partner del progetto ‘Engagement local’ e collabora con l’Antenna sociale per alcuni giovani di Mendrisio inseriti nei loro progetti». Da ciò che si intuisce c’è dell’altro. «Il dicastero Politiche
sociali, in sinergia con il dicastero Commissioni di Quartiere – ci fa sapere –, estenderà l’accordo con ‘Frequenze’ pure al progetto ‘Quartieri Solidali’, in particolare per le iniziative di Ligornetto e della Montagna, dove sono in corso progettualità per lo sviluppo delle ‘Portinerie di quartiere’ e ‘Portinerie Diffuse’. Per capire meglio le esigenze dei Quartieri della Montagna, a breve sarà inviato un questionario».
Le categorie più fragili
Questa pandemia ha fatto emergere altresì le categorie sociali più fragili. E qui il pensiero va ad anziani e giovani. Mendrisio come si muove e si muoverà su questi fronti? Iniziamo dalla popolazione di una certa età (anche dal profilo lavorativo). «L’Antenna sociale della Città – illustra – collabora anche con Pro Senectute, che sta sviluppando sul territorio dei progetti comunitari attraverso il Servizio di lavoro sociale comunitario. In questo progetto verranno inserite alcune persone beneficiarie di prestazioni assistenziali, attraverso delle misure Aup (Attività di utilità pubblica, ndr); e questo al fine di favorire attraverso un esercizio dell’inserimento sociale, il riconoscimento e la valorizzazione di capacità e competenze delle persone beneficiarie dell’assistenza sociale. Si tratta soprattutto di programmi di utilità pubblica per persone over 45 beneficiarie di prestazione assistenziale, che rappresentano numericamente la quota di cittadini più seguita a livello del servizio». E per quanto riguarda i ragazzi? «Il Centro giovani è particolarmente attento alle richieste dei nostri giovani, che chiedono spazi e tempi per potersi ritrovare, fare delle attività e trascorrere del tempo, nel rispetto dei piani di protezione – ci dice la capa dicastero –. Visto il numero sempre maggiore di richieste per utilizzare gli spazi la Città ha rivisto la pianificazione di aperture, spazi e presenze dell’équipe, proprio per sostenere le richieste dei giovani, prevedendo ad esempio delle aperture serali per gruppi chiusi su prenotazione».
Un progetto pilota per le famiglie
Non ci si è sottratti, quindi, dal trovare strade nuove e diverse per alleggerire il peso della pandemia. «In effetti, il dicastero continua il suo impegno per quanto riguarda le povertà educative, aggravate oggi dalle condizioni socio-economiche – ribadisce in conclusione Françoise Gehring –. Abbiamo allo studio un progetto innovativo, e pilota a livello cantonale, per intervenire precocemente a supporto delle famiglie e delle competenze genitoriali, prima che queste arrivino ai servizi di Protezione». Mendrisio esplora sempre territori possibili.