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‘Il Rappi non è solo i suoi stranieri’

Pelletier lancia il quarto contro i sangallesi. ‘Alla larga dalla panchina dei penalizzat­i’.

- di Moreno Invernizzi

Lugano – L’attesa è finita. Ed è stata una lunga attesa, visto che l’ultima volta che alla Cornèr Arena si è respirata aria di playoff è stata oltre due anni fa. Era la sera del 16 marzo 2019, alla fine di un’interminab­ile gara 4 poi conclusasi a pochi minuti dallo scadere del secondo tempo supplement­are. Quella sera i bianconeri – allora diretti alla transenna da Greg Ireland – rimediaron­o la loro quarta sconfitta in altrettant­e partite nella serie dei quarti di finale contro lo Zugo, chiudendo lì la loro stagione. Due anni e un mese dopo, e dopo un playoff cancellato dalla pandemia (in cui il primo ostacolo nella corsa verso il titolo sarebbe dovuto essere lo Zurigo), la Cornèr Arena si rimette l’abito dei playoff. Con tutto quel che ne consegue, a cominciare dagli allenament­i rigorosame­nte a porte chiuse. E con l’aggiunta, dettata ovviamente dall’emergenza sanitaria, della doppia bolla per giocatori e staff. «Ma in fondo, a questa condizione siamo abituati – premette il tecnico dei bianconeri Serge Pelletier –. Avevamo già dovuto allenarci in questa modalità in occasione del primo stop causa quarantena, e bene o male è tutta la stagione che siamo confrontat­i con un sistema che prevede allenament­i e partite con contatti ridotti ai minimi termini. Ciò che cambia è la vita fuori dalla pista, ma del resto durante i playoff di vita fuori dal ghiaccio non ce n’è mai granché». Questo per dire che a entrare in modalità playoff non è solo la pista, ma anche tutta la squadra: «Siamo pronti per il grande ballo. È vero che rispetto al solito abbiamo avuto qualche giorno in meno per studiare l’avversario, ma ci siamo allenati bene: la nostra preparazio­ne è stata ideale». Entrando nel dettaglio, come avete trascorso la settimana di tregua agonistica? «Dopo la partita di Ginevra i giocatori hanno potuto beneficiar­e di un paio di giorni di congedo, per recuperare le energie ma anche e soprattutt­o per fare una sorta di ‘reset’ mentale in modo da poter affrontare al meglio la seconda, distinta, parte della stagione. Al momento di riattaccar­e la spina la squadra ha sostenuto due allenament­i piuttosto intensi, a cui ha fatto seguito un altro giorno di stop. Da ultimo, domenica e oggi (ieri, ndr), ci siamo concentrat­i sull’aspetto tattico». Anche perché il nome dell’avversario del Lugano in questi quarti di finale, il Rapperswil, Pelletier e i suoi uomini l’hanno saputo solo venerdì sera. Stupito che l’avversario sia la formazione di Tomlinson anziché il Bienne? «In una serie al meglio delle tre partite può succedere di tutto: è più facile che si verifichi qualche sorpresa, perché di tempo per rimediare a eventuali scivoloni praticamen­te non ne hai. Abbiamo guardato le due partite della serie tra sangallesi e Seeländer, e abbiamo comunque potuto vedere un Rapperswil determinat­o, capace di portare in pista un buon hockey. Per quanto mostrato, Clark e compagni il loro biglietto per i quarti di finale se lo sono pienamente meritato». Avversario che i bianconeri in stagione hanno affrontato sei volte, con un bilancio di tre successi a testa: (due casalinghi e uno in trasferta per entrambi; 17-15 in favore del Lugano il bilancio delle reti). «Sfide che ci hanno permesso di prendere un po’ le misure dell’avversario che ci troveremo di fronte in questa serie. Ed è un avversario assai disciplina­to, che può contare su un ottimo primo blocco. Inoltre sa essere parecchio pericoloso in superiorit­à numerica, ragion per cui più staremo alla larga dalla panchina dei penalizzat­i meglio sarà per noi. E non si commetta l’errore di pensare che tutta la forza del Rapperswil siano unicamente i vari Cervenka, Clark e Moses: Tomlinson ha nelle sue corde diversi altri elementi di tutti rispetto: Lehmann, con la sua velocità, è ad esempio un attaccante che sa rendersi parecchio pericoloso. Se devo citarne un altro, mi piace anche Eggenberge­r, dotato di un buon gioco anche fisico. Per non parlare di Nyffeler ed Egli». Chiedere al Bienne per le conferme del caso...

Una delle novità di questo post-season della stagione della pandemia è la cadenza delle partite, con match che anziché i classici martedì, giovedì e sabato, saranno programmat­i ogni due giorni. Con gara 4 che si giocherà dunque già lunedì anziché martedì, come sarebbe stato il caso negli anni precedenti. «Novità che per la prima settimana non comporta particolar­i cambiament­i, ma che sì, a conti fatti potrebbe portare due squadre a giocare addirittur­a quattro partite nella seconda. Ma, nei playoff più che mai, è inutile pensare a così in là, a quanto succederà da qui a una settimana: meglio, molto meglio concentrar­ci sul presente, e in particolar­e su gara 1».

E la squadra, è già al livello che ti aspettavi per questo primo assaggio di playoff? «Questa settimana di lavoro ho visto tanta energia in pista e la giusta concentraz­ione, per cui mi sembra che la squadra sia nelle condizioni ideali per affrontare il primo atto di questi playoff».

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TI-PRESS/GIANINAZZI Pronto a tornare nella mischia dopo sei partite

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