Leonardi lascia: ‘Necessari massicci investimenti’
Valbianca Sa, appello del presidente partente: ‘Rinnovare gli impianti e potenziare gli hotel’
«Fase uno e fase due superate. Ora è giunto il momento di gettare le basi per la fase tre. Che è quella di pensare ad Airolo come alla principale meta turistica invernale ed estiva dell’Alto Ticino, favorita dall’essere facilmente raggiungibile in auto, treno e bus e dal trovarsi ai piedi delle Alpi in un contesto geografico e paesaggistico invidiabile ma finora non sufficientemente apprezzato. Per riuscirci bisognerà lavorare su due assi principali fra loro comunicanti: il potenziamento delle infrastrutture alberghiere nell’Alta Leventina e il rinnovo e ampliamento degli impianti di risalita, la cui concessione federale scade nel 2037.
Quindici anni di tempo. Tanti? È un lasso di tempo adeguato che va sfruttato adeguatamente dalla politica e dall’imprenditoria. Pena, lasciare l’Alta Leventina dov’è oggi, con un potenziale turistico inespresso. Sarebbe un peccato per le generazioni future». In una manciata di minuti al telefono l’industriale Giovanni Leonardi, presidente del Consiglio di amministrazione della Valbianca Sa che gestisce la stazione di Airolo-Pesciüm, i cui azionisti sono per l’80% il Comune di Airolo e per il 20% quello di Quinto, tratteggia la strada da seguire. «Reputiamo – dettaglia – che occorra impostare una strategia a lungo raggio e sufficientemente coraggiosa sfruttando le sinergie previste con il risanamento ambientale del fondovalle airolese che deriverà dalla parziale copertura del sedime autostradale nell’ambito dell’imminente realizzazione del secondo tunnel».
La strategia futura di Airolo-Pesciüm dovrà essere portata avanti dai vertici della Valbianca Sa che risulteranno massicciamente rinnovati in occasione della prossima assemblea annuale in agenda a giugno, quando i legislativi di Airolo e Quinto usciti dalle urne il 18 aprile avranno designato i loro rappresentanti comunali (rispettivamente tre e due) per il canonico incarico quadriennale che segue la legislatura politica. Leonardi, presidente della Sa da cinque anni e mezzo, ritiene sia giunto il momento di lasciare il timone «a nuove forze che vorranno portare in questa bella realtà la necessaria dose di energia ed entusiasmo». Con lui di sicuro lascerà anche l’ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici. Altre partenze dipenderanno dalle valutazioni che matureranno insieme alle autorità locali dopo le elezioni. Lo stesso direttore, Mauro Pini, sembra in attesa di presupposti concreti per venire a capo della sfida affidatagli dal Cda nel dicembre 2018: «Professionalmente parlando sono orientato alla progettualità – spiega brevemente alla ‘Regione’ – e non a dirigere una realtà che non miri a crescere e a raggiungere nuovi obiettivi. Penso ad Airolo-Pesciüm come a una struttura turistica che guarda da subito al domani, andando oltre alla pur necessaria manutenzione ricorrente degli impianti».
‘La manutenzione regolare non basta’
La Valbianca Sa, creata nel 2009 dai due Comuni col sostegno finanziario della Città di Lugano che aveva messo metà del capitale iniziale, è passata dalla fase uno – aggiudicazione all’asta degli impianti che erano di Giovanni Frapolli per la vantaggiosissima cifra di 70mila franchi mentre erano stimati 7,73 milioni – alla fase due di consolidamento della stazione invernale con l’aggiunta di nuove piste per lo sci alpino e del centro nazionale di freestyle, il tutto completato da percorsi estivi per le mountain bike. «Ma il tempo passa – avverte Giovanni Leonardi – e la sola manutenzione regolare di funivia, seggiovie, ski-lift e delle infrastrutture d’accoglienza in generale, non può rappresentare il futuro di questo comprensorio. Con lungimiranza bisogna cogliere la sfida del rinnovo della concessione federale degli impianti a fune per sostituirli completamente e potenziarli. C’è spazio per aumentare l’attuale dislivello pari a circa 1’300/1’500 metri, magari guardando anche verso la Val Bedretto, e per collegare adeguatamente le piste alla stazione ferroviaria. Se penso in modo avveniristico ma concreto, immagino un impianto completo d’innevamento artificiale e un collegamento a fune con gondole che raggiunga le piste sia in inverno, sia in estate, partendo direttamente dalla stazione ferroviaria».