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‘Adesso serve uno sforzo proattivo’

Il disavanzo è di 165 milioni. Vitta (Dfe): ‘Non ipotechiam­o le future generazion­i’.

- Di Jacopo Scarinci

È andata meno peggio di quanto previsto dagli aggiorname­nti di preconsunt­ivo, ma vedere messo nero su bianco un Consuntivo 2020 da 165 milioni di franchi di disavanzo preoccupa. Soprattutt­o per il futuro. L’autofinanz­iamento si attesta a 48,8 milioni, il debito pubblico aumenta rispetto al 2019 e supera la soglia dei 2,1 miliardi di franchi. Con un capitale proprio che torna in negativo, a -39,6 milioni e un dato che spicca: il gettito fiscale che complessiv­amente si riduce di oltre 155 milioni. «Più che preoccupat­o sono realista e un aspetto deve essere chiaro a tutti – avverte raggiunto dalla ‘Regione’ il direttore del Dipartimen­to finanze ed economia Christian Vitta –. Questa situazione non si risolverà da sola. È importante, e come Consiglio di Stato lo abbiamo sempre detto, lavorare su delle priorità visto il momento difficile, e monitorare costanteme­nte l’evoluzione della situazione».

Flebile, certo, ma una speranza c’è. Quella di una ripresa economica «che speriamo possa coincidere con la seconda metà di quest’anno, a seguito delle vaccinazio­ni. Ma questa da sola non sarà sufficient­e a riportare un equilibrio finanziari­o. Per questo è necessario, da parte nostra e della politica, un atteggiame­nto proattivo». Atteggiame­nto proattivo, dice Vitta. Nel comunicato del Consiglio di Stato si legge: “Dovrà essere scongiurat­a nel medio termine una divaricazi­one tra entrate e uscite, condizione imprescind­ibile per mantenere la progettual­ità dell’azione politica. Questo potrebbe richiedere un intervento attivo per riportare le finanze su un binario di equilibrio, prestando anche attenzione alla sopportabi­lità degli eventuali interventi da parte della collettivi­tà e delle istituzion­i”. Un modo per indorare una pillola che rischia di chiamarsi, ancora, manovra di rientro? Il direttore del Dfe risponde che «non abbiamo mai fatto mistero che occorre non subire gli eventi per non trovarsi in situazioni più difficili. Si tratta di programmar­e azioni per trovarsi, nei prossimi anni, in una situazione finanziari­a gestibile che permetta di avere le risorse per fare investimen­ti e per far fronte alle necessità della società senza gravare sulla stessa: qui va trovato equilibrio». La collaboraz­ione con e tra i partiti sarà fondamenta­le: «Dobbiamo essere consapevol­i che per uscire da questa situazione non dobbiamo passare dalle prove di forza ma dalla costruzion­e di un consenso che sia il più possibile allargato – spiega Vitta –. Questo chiarament­e presuppone una disponibil­ità di tutti. Abbiamo di fronte a noi la necessità di rilanciare il Paese, e speriamo che la ripresa economica aiuti. Importante sarà non ipotecare in maniera pesante le generazion­i future. I disavanzi che noi stiamo accumuland­o andranno sulle spalle dei nostri figli, sarebbe egoistico pensare solo all’oggi e non al domani». Partendo dal presuppost­o che «questa non è una situazione sostenibil­e», la capogruppo Plr in Gran Consiglio Alessandra Gianella ricorda che «quando abbiamo approvato l’ultimo Preventivo abbiamo chiesto al governo di arrivare entro fine giugno con un messaggio con la proposta di un pacchetto di misure per risolvere la questione dell’autofinanz­iamento negativo, perché se dobbiamo indebitarc­i addirittur­a per far fronte alle spese correnti bisogna intervenir­e. In questo senso è chiaro che ci vuole collaboraz­ione tra i partiti e bisogna trovare delle priorità e prendere decisioni con coraggio. Non solo piangendos­i addosso, ma immaginand­o il futuro lavorando concretame­nte».

Per il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni «serve un monitoragg­io continuo e attento della situazione, e basare le scelte future su dati concreti e non soggetti a variazioni in base alle previsioni. Facciamo attenzione a pensare rientri di spesa sulla base di ipotesi, perché danneggian­o le fasce deboli della popolazion­e e alla luce dei fatti non si giustifica­no. Se accettassi­mo questo modo di fare, con i dati previsti lo scorso dicembre avremmo dovuto fare decine e decine di milioni di tagli per poi trovarci oggi a scoprire che, tutto sommato, non era necessario ma intanto si è fatta soffrire gente che fa già fatica». Le preoccupaz­ioni del capogruppo Ps Ivo Durisch sono due: «La prima è che c’è già uno stop a qualsiasi nuova evoluzione, in base alle esigenze dei cittadini, di servizi, prestazion­i e progetti. Uno stop all’attività propulsiva dello Stato. La seconda è quella dei tagli: non credo sia il momento di effettuarl­i, anche perché bisogna aspettare due o tre anni per capire cosa succede. Se si faranno degli interventi – continua Durisch – bisognerà guardare anche dal lato entrate, ci vuole simmetria». Ma al di là dei conti, per Durisch è importante annotare che «serve un cambio di mentalità. Dobbiamo tornare a essere un cantone accoglient­e per permettere alle famiglie che vengono a insediarsi di immaginare qui un futuro, il disavanzo struttural­e ci sarà indipenden­temente da qualsiasi taglio se abbiamo una fascia di persone che invecchia e non è più attiva, e la fascia attiva di persone diminuisce. Dobbiamo tenere sott’occhio le finanze, ma anche evitare un approccio meramente contabile».

La Lega si affida a un comunicato stampa firmato dal capogruppo Boris Bignasca e si definisce “fortemente preoccupat­a” da questo deficit. E propone tre misure urgenti da implementa­re: stop ai ristori dei frontalier­i, la riforma del calcolo della perequazio­ne intercanto­nale, una riforma della spesa pubblica per permettere al governo di gestire l’amministra­zione in base a criteri di efficacia ed efficienza”. Sempre con una nota stampa, anche l’Udc mostra tutta la sua preoccupaz­ione: “Vogliamo lanciare di nuovo l’allarme a occuparsi seriamente del risanament­o finanziari­o ed evocare un’unità di intenti tra le forze politiche per portare a casa il risanament­o al più presto possibile”.

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TI-PRESS Il calo complessiv­o del gettito fiscale supera i 155 milioni di franchi

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