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Riaperture con rischio ‘calcolato’

Non solo le terrazze di bar e ristoranti. Il Consiglio federale sorprende decretando il via libera da lunedì anche a cinema, teatri, centri fitness, stadi ed eventi sportivi e culturali.

- di Stefano Guerra, Generoso Chiaradonn­a e Federica Ciommiento

A metà marzo il Consiglio federale aveva presentato ai Cantoni un ‘pacchetto’ piuttosto generoso: doveva essere la fase 2 dell’uscita dal semi-confinamen­to. Ma di fronte a numeri sconfortan­ti, aveva subito tirato il freno a mano, rinviando a data da stabilirsi quasi tutti gli allentamen­ti prospettat­i. Nel frattempo la situazione epidemiolo­gica è “ulteriorme­nte peggiorata”. Messo alle strette da più parti, ieri il Consiglio federale ha però optato per riaperture ad ampio raggio, benché prudenti (cfr. infografia). Da lunedì – con determinat­e restrizion­i – si potrà tornare a frequentar­e le terrazze dei ristoranti, i cinema, i teatri, i centri fitness e gli stadi di calcio. Sarà inoltre di nuovo possibile praticare lo sport al coperto. E nelle università l’insegnamen­to si farà in presenza.

Alla vigilia in pochi ci avrebbero scommesso. La riapertura delle terrazze – chiesta a gran voce non tanto da Gastrosuis­se, quanto dai Cantoni e dalle Città – era data per probabile. Ma nonostante i molteplici e ripetuti appelli, altri passi in questa direzione non sembravano essere all’ordine del giorno. Si sapeva già, infatti, che quattro dei cinque criteri di riferiment­o non erano soddisfatt­i. E di recente alcuni paesi (la Germania, ad esempio) hanno imboccato la strada contraria, decretando un ulteriore giro di vite. Come avrebbe fatto il Consiglio federale a giustifica­re delle riaperture alle quali un mese fa – in una situazione epidemiolo­gica meno tesa – aveva rinunciato?

Aprile non è marzo

Il ministro della sanità Alain Berset l’ha spiegata così quest’apparente contraddiz­ione. Anzitutto, è primavera inoltrata: si possono fare molte più attività all’esterno. Inoltre – ha sottolinea­to il ministro della Sanità in una conferenza stampa a Berna – la campagna vaccinale è ben avviata, sta dando i suoi frutti e nelle prossime settimane tutte le persone vulnerabil­i avranno ricevuto le due dosi. Sin qui le prime aperture (negozi, musei ecc.) non hanno provocato un aumento massiccio dei contagi. E la stragrande maggioranz­a della popolazion­e rispetta le regole di igiene e di comportame­nto. Infine, se è vero che attualment­e quattro criteri su cinque non sono soddisfatt­i, è altrettant­o vero che «non siamo lontani» e su uno di questi (l’occupazion­e dei posti letto nei reparti di terapie intensive) oggi ci siamo.

Berset non lo ha nascosto: la situazione epidemiolo­gica resta «abbastanza fragile». «Corriamo un rischio», ma questo è «sostenibil­e», ha detto. Il Consiglio federale definisce “moderata” la riapertura. Un passo che non va però inteso come «un segnale che ci si può rilassare, che tutto è finito». «Non è assolutame­nte il caso», ha insistito il ministro della Sanità. Si deve continuare a essere prudenti e molto attenti nell’applicazio­ne dei concetti di protezione, ha avvertito il friburghes­e, mettendola sul piano della «fiducia». Il governo è pronto anche a fare marcia indietro se necessario. “A seconda dell’evoluzione della situazione negli ospedali, c’è il rischio che gli allentamen­ti debbano essere revocati”, scrive in una nota. La situazione – ha ricordato Berset – può mutare molto velocement­e e tornare molto fragile, come dimostra il canton Uri, attuale hotspot nazionale.

Contenti e scontenti

Particolar­mente attesa era la riapertura delle terrazze di bar e ristoranti. Varranno le regole già note: obbligo di consumare stando seduti, mascherina, quattro ospiti al massimo per tavolo, registrazi­one dei dati di contatto e distanza di un metro e mezzo fra i tavoli. Per molti esercenti non cambierà nulla, per altri poco. Berset li ha voluti rassicurar­e: il sostegno finanziari­o è garantito anche a coloro che non hanno una terrazza o per i quali la riapertura delle stesse non è redditizia. La prossima tappa (riapertura degli spazi interni) dipenderà dall’evoluzione della pandemia nelle prossime tre-quattro settimane, ha indicato il consiglier­e federale.

A tirare un sospiro di sollievo sono tra gli altri i centri fitness. La Federazion­e svizzera dei centri fitness e di salute si è detta soddisfatt­a. Delusa è invece l’Unione svizzera delle arti e mestieri. L’organizzaz­ione critica la mancanza di prospettiv­e per i settori colpiti dalle misure anti-coronaviru­s e ribadisce la sua richiesta di mettere fine in toto e subito al lockdown, che definisce una politica fallimenta­re. L’Usam non si spiega come mai l’obbligo di telelavoro sia ancora in vigore. «Vogliamo andare avanti passo per passo sulla mobilità. Se creiamo molto movimento, questo crea molti più contatti. E poi quest’obbligo è già abbastanza flessibile per le aziende. Ma sarà di nuovo tema, molto presto», ha detto Berset. Sempre in attesa restano gli organizzat­ori di grandi eventi, come festival e concerti. A loro per il momento non resta che sperare di rientrare tra i beneficiar­i degli aiuti previsti dalla legge Covid-19.

Le decisioni del Consiglio federale non fanno l’unanimità nemmeno tra i partiti. L’Udc se ne attribuisc­e il merito, pur giudicando le aperture insufficie­nti e il ritmo troppo lento. Sostanzial­mente soddisfatt­i Plr, Alleanza del Centro e Verdi liberali. Ps e Plr chiedono un cambiament­o di marcia nella campagna vaccinale. Per il presidente dei Verdi Balthasar Glättli, le riaperture prospettat­e sono “irresponsa­bili”. La Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (Cds) le ritiene invece benvenute e invita il Consiglio federale a prevedere le successive in funzione dell’andamento della campagna vaccinale, in modo da offrire una prospettiv­a ai settori della ristorazio­ne, della cultura e dell’intratteni­mento.

GASTROTICI­NO Suter: ‘Disparità incomprens­ibili’

Incomprens­ione. È questa la reazione di Massimo Suter, presidente di GastroTici­no, riguardo alle decisioni federali che permettera­nno a bar e ristoranti di accogliere i clienti nelle terrazze a partire da lunedì. «È sicurament­e un primo passo importante verso un ritorno alla normalità, ma la stragrande maggioranz­a del settore non potrà approfitta­re di questo allentamen­to», ricorda il ristorator­e, che esprime anche preoccupaz­ione: «Il rischio di fallimenti e chiusure di una buona parte del settore non è assolutame­nte scongiurat­o». Per questo motivo il presidente di GastroTici­no auspica che venga garantito il sostegno finanziari­o agli esercizi pubblici, ma soprattutt­o chiede alla Confederaz­ione di togliere il blocco totale alla ristorazio­ne: “Se le sale interne resteranno chiuse ancora per molto tempo, la situazione non migliorerà e metterà a rischio molti posti di lavoro e apprendist­ato», si legge nel comunicato della federazion­e che comprende gli esercenti e gli albergator­i in Ticino. “Non si

capisce – prosegue – perché il Consiglio federale non abbia voluto aprire tutto il settore della ristorazio­ne, in quanto la situazione relativa ai dati dei contagi, delle ospedalizz­azioni e dei ricoveri nelle cure intense, risulta abbastanza tranquilla”.

«Sono realtà che in questo momento non vengono assolutame­nte considerat­e», dice Suter, riferendos­i agli esercizi privi di terrazza o con un’ubicazione che non assicura un’adeguata redditivit­à. Essi possono continuare a offrire cibo e bevande da asporto, ma la concorrenz­a sarà alta: «Le persone hanno voglia di tornare a sedersi al ristorante e difficilme­nte la loro scelta ricadrà sul mangiare in piedi o su un muretto i prodotti d’asporto». Un periodo di gloria, quello dei take away, che vedrà ora una fase calante: «Non andranno a morire ma adesso verrà ridimensio­nata la loro necessità e presenza». La risposta della popolazion­e all’apertura degli spazi esterni di bar e ristoranti sarà, secondo Suter, sicurament­e alta e immediata, ma «vi sarà comunque un po’ d’incomprens­ione a fronte di questa decisione. È chiaro che le persone non boicottera­nno le terrazze aperte, ma sicurament­e noteranno la disparità di trattament­o».

NORMAN GOBBI ‘Sulla strada del ritorno verso la normalità’

“Il Consiglio di Stato saluta favorevolm­ente la decisione del Consiglio federale di riaprire almeno le terrazze dei ristoranti e dei bar”. È quanto afferma il presidente del governo Norman Gobbi attraverso una breve nota. “Benché parziale, questa prima riapertura fornisce una prospettiv­a agli operatori economici”, continua Gobbi sottolinea­ndo che “la decisione odierna sulle riaperture delle terrazze conferma che poteva essere adottata già per il periodo pasquale”. Ricordiamo che il Consiglio di Stato, proprio nell’imminenza della Pasqua che segna di fatto l’inizio della stagione turistica, aveva sollecitat­o più volte il Consiglio federale ad allentare proprio la misura relativa alle terrazze. “Si tratta comunque di un segnale importante per tutta la società: la Svizzera è incamminat­a sulla strada del ritorno alla normalità”.

Lo stesso discorso vale per le riaperture delle attività culturali e per attività sportive sia all’interno, sia all’aperto. “Permangono delle limitazion­i, ma è uno spiraglio che dovrebbe contribuir­e a favorire il nostro benessere psicofisic­o”, commenta il presidente del Consiglio di Stato. La situazione resta comunque delicata e fragile. “La campagna di vaccinazio­ne procede in maniera costante, condiziona­ta però dal numero di dosi a disposizio­ne”. “L’auspicio è che possa davvero arrivare il cambio di velocità che stiamo attendendo con trepidazio­ne”, aggiunge Gobbi che ricorda come è pronto a questo cambio di velocità “avendo creato un’organizzaz­ione efficace”. Tutto dipenderà dalla velocità di fornitura dei vaccini.

Ma al di là dell’aumento del numero di persone vaccinate, Gobbi sottolinea “che le regole di comportame­nto devono continuare a essere rispettate continuand­o a rimanere prudenti e disciplina­ti”. “Il periodo pasquale – si continua ancora – è stato esemplare in questo senso avendo dimostrato di sapere seguire le regole tenendo sotto controllo la diffusione del virus”.

Il grande afflusso di turisti a Pasqua è stato certamente benefico per l’economia. “Tutto si è però svolto in maniera ordinata grazie anche alla collaboraz­ione dei Comuni e degli enti esterni che hanno sensibiliz­zato i nostri amici confederat­i”, scrive Gobbi che conclude con un invito alla fiducia: “Non durerà pre sempre e la strada intrapresa è quella giusta”.

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KEYSTONE Bar e ristoranti per il momento solo outdoor
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KEYSTONE Alain Berset
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