Mendrisio si ribalta, Chiasso invece no
Se un politico d’altri tempi – di oltre un mezzo secolo fa o giù di lì – sbarcasse a Mendrisio da una macchina del tempo, penserebbe che, in fondo in fondo, non è poi cambiato un granché nel Borgo. In realtà nei rapporti di forza dentro la stanza del Municipio di quella che oggi è una Città a tutti gli effetti, di cambiamenti ve ne sono stati, eccome. Dopo ormai cinquant’anni, infatti, si è verificato un vero ribaltone, quasi inatteso. Sognando i tre seggi, il Plr li ha conquistati per davvero, sfilando con il sindacato pure la terza sedia e la maggioranza relativa al Ppd, che qualche preoccupazione sulla possibilità di riconfermare le posizioni ce l’aveva. Il punto è che ad ambire a quel posto non c’erano solo i liberali radicali: a Destra come a Sinistra (con i Verdi) ci avevano fatto un pensierino. Alla fine il Plr ha beneficiato, forse, pure degli effetti dello spauracchio dell’avanzata della Lega che ha permeato l’elettorato storico. A ben vedere, però, a fare la differenza, alla fine, è stato soprattutto Samuele Cavadini. Come dire che la sezione (...)
nel 2018 ci aveva visto lungo. Eletto ormai tre anni or sono nel confronto con il Ppd Marco Romano, Cavadini ha dimostrato di saper trascinare gli elettori del suo partito, ma non solo. In un pur breve mandato è riuscito a concentrare su di sé 5’404 voti personali. Ovvero persino più di quanto aveva fatto nel 2016 Carlo Croci, che quanto a plebisciti aveva abituato bene il suo partito, il Ppd. Al di là delle etichette politiche, comunque, un aspetto balza all’occhio di chi guarda curioso a questa nuova realtà cittadina: ai mendrisiensi piacciono i sindaci di prossimità. Un tratto distintivo che, avvicinando la lente del tempo, è facile scorgere, dal liberale radicale Giulio Guglielmetti (uscito di scena nel 1973) al liberale radicale Cavadini nel 2021, passando per i popolari democratici Pierluigi Rossi e Carlo Croci. A questo punto, però, tutte le forze partitiche dovranno rimettere i piedi nel presente: con Sinistra e Destra in lieve calo (ma salde in Municipio) e con una voce critica esterna (quella della lista civica Per Mendrisio). E se il Plr dovrà saper gestire l’euforia di una elezione col botto e quasi otto punti percentuali in più, il Ppd sarà chiamato a interrogarsi sui motivi della sconfitta, a cui non era più avvezzo. Certo, nell’ultima legislatura – durata cinque anni causa Covid – i segnali del cambiamento si erano palesati in modo chiaro, ma nessuno, viene da pensare, avrebbe immaginato una svolta simile. Staremo a vedere l’effetto che avrà. Pochi chilometri più a sud, invece, si è fatto tanto rumore per nulla. Anche a Chiasso le ambizioni si sprecavano, alla fine però gli elettori della cittadina di confine hanno mostrato di avere voglia di stabilità. Soprattutto ora, a fronte di un triennio che metterà tutti alla prova per le inevitabili ricadute (pure economiche) della crisi sanitaria. Così la guida è rimasta, salda, nelle mani del Plr, ridistribuendo gli altri mandati fra Ppd, Sinistra e Verdi e LegaUdc. Dopo un’attesa del responso delle urne durata più del previsto, il sindaco (di quindicina) Bruno Arrigoni (Plr) ha potuto tirare il proverbiale sospiro di sollievo. Pure lui ha un sogno: convincere i vicini a unire le forze e portare a casa, alfine, l’aggregazione del Basso Mendrisiotto. Arrigoni, infatti, ci crede. I sindaci della cintura un po’ meno. E visto che nel comprensorio nulla è cambiato – tutti sono rimasti al loro posto –, l’opera si presenta sempre ardua. L’unico volto a cambiare alla testa di un Comune è quello rivense, dove Antonio Guidali ha raccolto l’eredità di Fausto Medici.
Una nota finale se la meritano, poi, le donne in politica, una presenza consolidata, oggi, in entrambi i poli del Distretto. Ma non solo lì. Se il risultato sarà confermato, a fare compagnia a Claudia Canova e Alessia Ponti – sindache di Morbio e Castello – si aggiungerà Elena Polli, scelta come sindaca (di quindicina) dagli elettori di Brusino Arsizio. Evviva.