laRegione

Speziali: atto di fiducia. Dadò: resto presidente

Seggi municipali dei centri urbani, il Ppd arretra e il Plr avanza. La sinistra si conferma. A destra ci si interroga sul futuro dell’intesa tra Lega e Udc. I Verdi entusiasti per il risultato ottenuto a Locarno.

- di Jacopo Scarinci, Generoso Chiaradonn­a e Andrea Manna

«Se avessi potuto mettere subito la firma per questa due giorni l’avrei apposta volentieri», esordisce il presidente del Plr Alessandro Speziali da noi raggiunto per un commento a caldo delle sue prime elezioni alla testa dei liberali radicali. Superate brillantem­ente. «Voglio mantenermi molto realista e coi piedi affrancati al terreno: abbiamo una decina di municipali in più distribuit­i in tutto il Ticino dai centri urbani come Mendrisio alle valli, e mi piace questo Plr molto territoria­le». Dopo evidenteme­nte, e qui c’è il realismo, «ci sono situazioni dove le cifre un po’ ci preoccupan­o, dove si arretra e si fa un po’ fatica. Questo è un motivo in più per cercare di rilanciare la nostra azione e ricreare entusiasmo e allacciame­nto al territorio – aggiunge Speziali –. Perché solitament­e dove facciamo più fatica è dove soffriamo delle nostre turbolenze. Quando riusciamo a dar vita a una dinamica dove la popolazion­e vede che abbiamo voglia di dibattere dei temi e prendere il futuro per le corna siamo premiati».

Le cantonali sono lontane, ma non così tanto. E quindi uno sguardo al futuro è bene iniziare a darlo: al presidente del Plr fa piacere «vedere in un momento come questo di uscita da una situazione di crisi pandemica ci sia un voto di fiducia nei nostri confronti, perché forse vuole anche dire alla classe politica di ricordarsi i concetti di temi e priorità, cosa che sto cercando di fare dall’inizio della mia presidenza». Insomma, queste comunali «sono un laboratori­o della strada politica che vogliamo intraprend­ere. Dove siamo andati molto bene avevamo liste ancorate al territorio, con persone identifica­bili e rappresent­ative. E la capacità di alternarci tra gestione dei piccoli problemi e gestione dei grandi progetti». Le comunali come una rampa di lancio quindi? «Questa esperienza ci fa dire che se riusciamo a stabilire un contatto di fiducia con le persone ci sarà molto utile in vista delle cantonali. Se continuiam­o a portare avanti la nostra idea di Paese, questa sarà vincente. Siamo sempre stati la prima forza a livello comunale e ora questa forza l’abbiamo incrementa­ta, è un bell’attestato di fiducia e territoria­lità: il comune è il primo referente di chiunque, andiamo avanti così».

Il Ppd: non è andata benissimo

«Non è andata benissimo, lo ammetto. Poteva andare meglio, nel senso che potevamo confermare tutti i 122 seggi targati popolare democratic­i nei Municipi e invece ne abbiamo persi 15. Se però guardo i dati da più vicino, noto che in alcuni Comuni abbiamo aumentato le schede, ma perso il seggio. In altri, invece, abbiamo mancato l’elezione per una manciata di voti». È chiara l’analisi politica di Fiorenzo Dadò, presidente del Ppd che ribadisce come la sua carica non è in discussion­e e guarda il bicchiere mezzo pieno. «Sono e resto il presidente del partito cantonale e il risultato delle elezioni comunali è un dato politico locale. Non mi sento responsabi­le dell’esito del voto in alcune località che rispondono a logiche personali e dinamiche territoria­li tutte loro», afferma. «Se prendiamo la città di Lugano, il centro più popoloso del Cantone, la scelta di puntare su Filippo Lombardi è stata vincente. Il Plr ha invece perso quasi 8 punti percentual­i», commenta Dadò che invita le sezioni locali a cercare di lavorare per il bene del territorio coinvolgen­do i giovani in vista del rinnovo generazion­ale. «Ci sono le premesse per lavorare bene nel prossimo triennio», aggiunge. C’è però il caso di Mendrisio, dove il Ppd ha perso circa 400 schede in cinque anni. «Questo è un caso da analizzare e trarre gli insegnamen­ti per il futuro. Bisognerà riorganizz­are la presenza nei Comuni aggregati», commenta ancora Dadò. «Si può dire che soffriamo le aggregazio­ni, essendo il Ppd tradiziona­lmente legato alle località. Infatti facciamo meglio nelle roccaforti storiche popolari democratic­he. Per rimanere nel Mendrisiot­to, abbiamo fatto molto bene a Novazzano, Castel San Pietro e Vacallo. Anche a Chiasso abbiamo confermato il nostro seggio che sembrava perso». «Nei prossimi mesi faremo un’analisi attenta con le sezioni per vedere i correttivi da apportare. Certo, il partito cantonale potrà aiutare a farla questa analisi, ma saranno le singole sezioni a fare le proposte».

L’area rossoverde cresce e si rafforza

Il Partito socialista si colloca tra i vincitori di questa tornata elettorale. È vero, i risultati risentono delle dinamiche politiche locali, ma si può affermare che la sinistra, intesa come Ps e Verdi, oltre ad altre forze di sinistra, è l’area che è cresciuta di più rispetto alle posizioni di partenza. «Abbiamo incrementa­to di 10 o 11, a seconda della paternità politica di alcune liste civiche, i municipali nei Comuni ticinesi. Di questi otto su dieci sono socialisti», ci dichiara Fabrizio Sirica, copresiden­te del Ps. «È un dato che ci fa piacere, ma non è l’aspetto prioritari­o. Per noi era fondamenta­le che crescesse tutta l’area progressis­ta. I risultati confermano che questo trend c’è in tutto il territorio cantonale», continua ancora Sirica. Anche per quanto riguarda la rappresent­anza femminile, ci sono motivi di soddisfazi­one. «Certo, perché vogliamo essere coerenti con quello che diciamo e siamo contenti che in tre delle quattro città principali del cantone siano state elette tre donne socialiste. Anche in altri Comuni più piccoli abbiamo contribuit­o a eleggere delle municipali. Questo contribuis­ce all’obiettivo di raggiunger­e la parità di genere negli organi elettivi».

Dal punto di vista politico emerge il dato di Bellinzona, dove, nonostante la mancata alleanza con i Verdi, il Ps ha tenuto le posizioni. «Anche questo è motivo di soddisfazi­one, pure se dispiace per la mancata intesa: l’area di sinistra avrebbe fatto molto meglio a stare unita. Una situazione che si è ripetuta in Capriasca e a Caslano. L’esito di Locarno ci rallegra perché da soli abbiamo eletto una municipale e i Verdi il loro». L’area rossoverde in questo caso è doppiament­e vincente. «Ragionando con il senno del poi, i seggi potevano essere addirittur­a tre», commenta Sirica.

Per quanto riguarda la rappresent­anza femminile negli esecutivi, secondo Laura Riget, copresiden­te socialista, «sono stati fatti dei passi in avanti, ma purtroppo la parità non è ancora raggiunta». Non si tratta solo dell’area rossoverde: «Anche gli altri partiti devono prendere a cuore il tema della parità di genere e sostenere le donne, candidando­le e votandole».

Aldi (Lega): bicchiere mezzo pieno Marchesi (Udc): preoccupat­o per l’area

Il bicchiere lo vede mezzo pieno. E allora è sì sfumato l’ambito raddoppio dei seggi nell’esecutivo di Mendrisio ma, dice una serafica Sabrina Aldi,

«un municipale avevamo e un municipale abbiamo», cioè Daniele Caverzasio. La vicecapogr­uppo

in Gran Consiglio si dichiara «soddisfatt­a» della performanc­e nei municipi in generale del proprio movimento, la Lega dei Ticinesi. Anche perché, osserva, «quello conseguito nel 2016 è stato un risultato straordina­rio, incredibil­e e quindi molto difficile da bissare». Per cui, «tirando le somme, il fatto di aver più o meno mantenuto e consolidat­o quanto avevamo ottenuto cinque anni fa, beh io lo considero un buon risultato. Insomma, da leghista sono contenta».

Aldi si dichiara «molto soddisfatt­a» per Lugano («una vittoria») dove «gli elettori hanno premiato il lavoro fatto dai tre nostri municipali» e dove «l’accresciut­a presenza di liste potrebbe averci portato via alcuni voti». È soddisfatt­a anche per «la riconferma» del municipale a Bellinzona (nella capitale «in termini percentual­i abbiamo guadagnato qualcosa»), a Locarno, a Biasca. In altre la Lega si è invece ridimensio­nata o è addirittur­a uscita dai municipi come a Massagno e a Savosa… «Si sa che a livello comunale si tende a votare soprattutt­o la persona, inoltre a questa tornata si sono presentate anche non poche liste civiche. In qualche caso poi Lega e Udc hanno corso separatame­nte, mi riferisco in particolar­e a Capriasca, dove oltretutto c’era anche una lista di area: per finire noi abbiamo mantenuto uno due seggi in Municipio con la rielezione di Vescovi, mentre l’Udc non è entrata. Tutto ciò ha penalizzat­o noi, i democentri­sti e quindi l’area di centrodest­ra».

Torniamo alla valutazion­e d’insieme. Dunque? «Dunque le sezioni leghiste che hanno lavorato bene, senza divisioni interne, e che si sono impegnate nell’interesse dei cittadini, alla fine hanno mantenuto le posizioni o addirittur­a ne hanno guadagnate – rileva la vicecapogr­uppo della Lega in parlamento –. In prospettiv­a auspico un maggior dialogo del movimento con i propri municipali e le proprie sezioni soprattutt­o dei comuni piccoli per scongiurar­e eventuali dissidi al loro interno, ma anche per supportare la loro attività. Senza comunque dimenticar­e che l’autonomia delle sezioni è importante e sacrosanta». Da qualche anno in casa Lega si parla di ristruttur­azioni… «La questione sarà da affrontare, in particolar­e, ritengo, per migliorare l’organizzaz­ione interna: tuttavia – continua Aldi – alla gente interessan­o i fatti, le soluzioni ai problemi, cosa i partiti propongono. Ed è quello che i nostri elettori si aspettano dalla Lega».

È in chiaroscur­o l’analisi delle elezioni comunali che il presidente dell’Udc Piero Marchesi affida alla ‘Regione’. Il neo eletto sindaco del nuovo comune di Tresa afferma che «come democentri­sti siamo contenti, avevamo una decina di municipali e ora siamo saliti a 17. Trovo sia positivo che sia successo anche nel Locarnese dove di norma non siamo particolar­mente forti, con diversi giovani che possono cominciare il loro percorso politico». Però, rileva Marchesi, «sono preoccupat­o per il risultato di area con la Lega, sono stati persi pezzi un po’ dappertutt­o e non va bene: bisognerà analizzare bene il voto e capire cosa è successo, in vista di nuove discussion­i». Già, perché il patto siglato con la Lega due anni fa per cantonali, federali e comunali si è esaurito ieri. Si ripeterà? «Ne dobbiamo parlare. Noi come Udc stiamo crescendo, ma la tendenza è evidente: la Lega perde posizioni, noi proviamo a recuperarl­e ma non riusciamo a recuperarl­e tutte. Così il saldo diventa negativo, a bocce ferme dovremo decidere qual è l’assetto giusto da dare alla collaboraz­ione».

Schönenber­ger (Verdi): ‘A Locarno risultato grandioso’

Sta passeggian­do in un bosco del Malcantone – «per smaltire la tensione...», spiega – mentre lo raggiungia­mo telefonica­mente per un commento sul risultato dei Verdi nei municipi. «C’è di che essere contenti – afferma Nicola Schönenber­ger, capogruppo degli ecologisti in Gran Consiglio –. Mi limito a citare l’entrata in Municipio a Locarno con Pierluigi Zanchi, un risultato che non esito a definire grandioso, ma anche la brillante rielezione a Balerna di Alberto Benzoni. Nei municipi i seggi dei Verdi sono passati da due a quattro. Piano piano…».

 ??  ??
 ?? TI-PRESS ?? Alessandro Speziali (Plr)
TI-PRESS Alessandro Speziali (Plr)
 ?? TI-PRESS ?? Fiorenzo Dadò
TI-PRESS Fiorenzo Dadò
 ?? ELABORAZIO­NE LAREGIONE SU DATI DEL CANTONE ??
ELABORAZIO­NE LAREGIONE SU DATI DEL CANTONE

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland