Speziali: atto di fiducia. Dadò: resto presidente
Seggi municipali dei centri urbani, il Ppd arretra e il Plr avanza. La sinistra si conferma. A destra ci si interroga sul futuro dell’intesa tra Lega e Udc. I Verdi entusiasti per il risultato ottenuto a Locarno.
«Se avessi potuto mettere subito la firma per questa due giorni l’avrei apposta volentieri», esordisce il presidente del Plr Alessandro Speziali da noi raggiunto per un commento a caldo delle sue prime elezioni alla testa dei liberali radicali. Superate brillantemente. «Voglio mantenermi molto realista e coi piedi affrancati al terreno: abbiamo una decina di municipali in più distribuiti in tutto il Ticino dai centri urbani come Mendrisio alle valli, e mi piace questo Plr molto territoriale». Dopo evidentemente, e qui c’è il realismo, «ci sono situazioni dove le cifre un po’ ci preoccupano, dove si arretra e si fa un po’ fatica. Questo è un motivo in più per cercare di rilanciare la nostra azione e ricreare entusiasmo e allacciamento al territorio – aggiunge Speziali –. Perché solitamente dove facciamo più fatica è dove soffriamo delle nostre turbolenze. Quando riusciamo a dar vita a una dinamica dove la popolazione vede che abbiamo voglia di dibattere dei temi e prendere il futuro per le corna siamo premiati».
Le cantonali sono lontane, ma non così tanto. E quindi uno sguardo al futuro è bene iniziare a darlo: al presidente del Plr fa piacere «vedere in un momento come questo di uscita da una situazione di crisi pandemica ci sia un voto di fiducia nei nostri confronti, perché forse vuole anche dire alla classe politica di ricordarsi i concetti di temi e priorità, cosa che sto cercando di fare dall’inizio della mia presidenza». Insomma, queste comunali «sono un laboratorio della strada politica che vogliamo intraprendere. Dove siamo andati molto bene avevamo liste ancorate al territorio, con persone identificabili e rappresentative. E la capacità di alternarci tra gestione dei piccoli problemi e gestione dei grandi progetti». Le comunali come una rampa di lancio quindi? «Questa esperienza ci fa dire che se riusciamo a stabilire un contatto di fiducia con le persone ci sarà molto utile in vista delle cantonali. Se continuiamo a portare avanti la nostra idea di Paese, questa sarà vincente. Siamo sempre stati la prima forza a livello comunale e ora questa forza l’abbiamo incrementata, è un bell’attestato di fiducia e territorialità: il comune è il primo referente di chiunque, andiamo avanti così».
Il Ppd: non è andata benissimo
«Non è andata benissimo, lo ammetto. Poteva andare meglio, nel senso che potevamo confermare tutti i 122 seggi targati popolare democratici nei Municipi e invece ne abbiamo persi 15. Se però guardo i dati da più vicino, noto che in alcuni Comuni abbiamo aumentato le schede, ma perso il seggio. In altri, invece, abbiamo mancato l’elezione per una manciata di voti». È chiara l’analisi politica di Fiorenzo Dadò, presidente del Ppd che ribadisce come la sua carica non è in discussione e guarda il bicchiere mezzo pieno. «Sono e resto il presidente del partito cantonale e il risultato delle elezioni comunali è un dato politico locale. Non mi sento responsabile dell’esito del voto in alcune località che rispondono a logiche personali e dinamiche territoriali tutte loro», afferma. «Se prendiamo la città di Lugano, il centro più popoloso del Cantone, la scelta di puntare su Filippo Lombardi è stata vincente. Il Plr ha invece perso quasi 8 punti percentuali», commenta Dadò che invita le sezioni locali a cercare di lavorare per il bene del territorio coinvolgendo i giovani in vista del rinnovo generazionale. «Ci sono le premesse per lavorare bene nel prossimo triennio», aggiunge. C’è però il caso di Mendrisio, dove il Ppd ha perso circa 400 schede in cinque anni. «Questo è un caso da analizzare e trarre gli insegnamenti per il futuro. Bisognerà riorganizzare la presenza nei Comuni aggregati», commenta ancora Dadò. «Si può dire che soffriamo le aggregazioni, essendo il Ppd tradizionalmente legato alle località. Infatti facciamo meglio nelle roccaforti storiche popolari democratiche. Per rimanere nel Mendrisiotto, abbiamo fatto molto bene a Novazzano, Castel San Pietro e Vacallo. Anche a Chiasso abbiamo confermato il nostro seggio che sembrava perso». «Nei prossimi mesi faremo un’analisi attenta con le sezioni per vedere i correttivi da apportare. Certo, il partito cantonale potrà aiutare a farla questa analisi, ma saranno le singole sezioni a fare le proposte».
L’area rossoverde cresce e si rafforza
Il Partito socialista si colloca tra i vincitori di questa tornata elettorale. È vero, i risultati risentono delle dinamiche politiche locali, ma si può affermare che la sinistra, intesa come Ps e Verdi, oltre ad altre forze di sinistra, è l’area che è cresciuta di più rispetto alle posizioni di partenza. «Abbiamo incrementato di 10 o 11, a seconda della paternità politica di alcune liste civiche, i municipali nei Comuni ticinesi. Di questi otto su dieci sono socialisti», ci dichiara Fabrizio Sirica, copresidente del Ps. «È un dato che ci fa piacere, ma non è l’aspetto prioritario. Per noi era fondamentale che crescesse tutta l’area progressista. I risultati confermano che questo trend c’è in tutto il territorio cantonale», continua ancora Sirica. Anche per quanto riguarda la rappresentanza femminile, ci sono motivi di soddisfazione. «Certo, perché vogliamo essere coerenti con quello che diciamo e siamo contenti che in tre delle quattro città principali del cantone siano state elette tre donne socialiste. Anche in altri Comuni più piccoli abbiamo contribuito a eleggere delle municipali. Questo contribuisce all’obiettivo di raggiungere la parità di genere negli organi elettivi».
Dal punto di vista politico emerge il dato di Bellinzona, dove, nonostante la mancata alleanza con i Verdi, il Ps ha tenuto le posizioni. «Anche questo è motivo di soddisfazione, pure se dispiace per la mancata intesa: l’area di sinistra avrebbe fatto molto meglio a stare unita. Una situazione che si è ripetuta in Capriasca e a Caslano. L’esito di Locarno ci rallegra perché da soli abbiamo eletto una municipale e i Verdi il loro». L’area rossoverde in questo caso è doppiamente vincente. «Ragionando con il senno del poi, i seggi potevano essere addirittura tre», commenta Sirica.
Per quanto riguarda la rappresentanza femminile negli esecutivi, secondo Laura Riget, copresidente socialista, «sono stati fatti dei passi in avanti, ma purtroppo la parità non è ancora raggiunta». Non si tratta solo dell’area rossoverde: «Anche gli altri partiti devono prendere a cuore il tema della parità di genere e sostenere le donne, candidandole e votandole».
Aldi (Lega): bicchiere mezzo pieno Marchesi (Udc): preoccupato per l’area
Il bicchiere lo vede mezzo pieno. E allora è sì sfumato l’ambito raddoppio dei seggi nell’esecutivo di Mendrisio ma, dice una serafica Sabrina Aldi,
«un municipale avevamo e un municipale abbiamo», cioè Daniele Caverzasio. La vicecapogruppo
in Gran Consiglio si dichiara «soddisfatta» della performance nei municipi in generale del proprio movimento, la Lega dei Ticinesi. Anche perché, osserva, «quello conseguito nel 2016 è stato un risultato straordinario, incredibile e quindi molto difficile da bissare». Per cui, «tirando le somme, il fatto di aver più o meno mantenuto e consolidato quanto avevamo ottenuto cinque anni fa, beh io lo considero un buon risultato. Insomma, da leghista sono contenta».
Aldi si dichiara «molto soddisfatta» per Lugano («una vittoria») dove «gli elettori hanno premiato il lavoro fatto dai tre nostri municipali» e dove «l’accresciuta presenza di liste potrebbe averci portato via alcuni voti». È soddisfatta anche per «la riconferma» del municipale a Bellinzona (nella capitale «in termini percentuali abbiamo guadagnato qualcosa»), a Locarno, a Biasca. In altre la Lega si è invece ridimensionata o è addirittura uscita dai municipi come a Massagno e a Savosa… «Si sa che a livello comunale si tende a votare soprattutto la persona, inoltre a questa tornata si sono presentate anche non poche liste civiche. In qualche caso poi Lega e Udc hanno corso separatamente, mi riferisco in particolare a Capriasca, dove oltretutto c’era anche una lista di area: per finire noi abbiamo mantenuto uno due seggi in Municipio con la rielezione di Vescovi, mentre l’Udc non è entrata. Tutto ciò ha penalizzato noi, i democentristi e quindi l’area di centrodestra».
Torniamo alla valutazione d’insieme. Dunque? «Dunque le sezioni leghiste che hanno lavorato bene, senza divisioni interne, e che si sono impegnate nell’interesse dei cittadini, alla fine hanno mantenuto le posizioni o addirittura ne hanno guadagnate – rileva la vicecapogruppo della Lega in parlamento –. In prospettiva auspico un maggior dialogo del movimento con i propri municipali e le proprie sezioni soprattutto dei comuni piccoli per scongiurare eventuali dissidi al loro interno, ma anche per supportare la loro attività. Senza comunque dimenticare che l’autonomia delle sezioni è importante e sacrosanta». Da qualche anno in casa Lega si parla di ristrutturazioni… «La questione sarà da affrontare, in particolare, ritengo, per migliorare l’organizzazione interna: tuttavia – continua Aldi – alla gente interessano i fatti, le soluzioni ai problemi, cosa i partiti propongono. Ed è quello che i nostri elettori si aspettano dalla Lega».
È in chiaroscuro l’analisi delle elezioni comunali che il presidente dell’Udc Piero Marchesi affida alla ‘Regione’. Il neo eletto sindaco del nuovo comune di Tresa afferma che «come democentristi siamo contenti, avevamo una decina di municipali e ora siamo saliti a 17. Trovo sia positivo che sia successo anche nel Locarnese dove di norma non siamo particolarmente forti, con diversi giovani che possono cominciare il loro percorso politico». Però, rileva Marchesi, «sono preoccupato per il risultato di area con la Lega, sono stati persi pezzi un po’ dappertutto e non va bene: bisognerà analizzare bene il voto e capire cosa è successo, in vista di nuove discussioni». Già, perché il patto siglato con la Lega due anni fa per cantonali, federali e comunali si è esaurito ieri. Si ripeterà? «Ne dobbiamo parlare. Noi come Udc stiamo crescendo, ma la tendenza è evidente: la Lega perde posizioni, noi proviamo a recuperarle ma non riusciamo a recuperarle tutte. Così il saldo diventa negativo, a bocce ferme dovremo decidere qual è l’assetto giusto da dare alla collaborazione».
Schönenberger (Verdi): ‘A Locarno risultato grandioso’
Sta passeggiando in un bosco del Malcantone – «per smaltire la tensione...», spiega – mentre lo raggiungiamo telefonicamente per un commento sul risultato dei Verdi nei municipi. «C’è di che essere contenti – afferma Nicola Schönenberger, capogruppo degli ecologisti in Gran Consiglio –. Mi limito a citare l’entrata in Municipio a Locarno con Pierluigi Zanchi, un risultato che non esito a definire grandioso, ma anche la brillante rielezione a Balerna di Alberto Benzoni. Nei municipi i seggi dei Verdi sono passati da due a quattro. Piano piano…».