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Asili nido: domanda potenziale al 30-40%

La responsabi­le Socialità: ‘Ci sono nuove strutture appena aperte o in apertura’

- Di Dino Stevanovic

A Lugano, fra città e dintorni, vi è una domanda potenziale del 30-40% di posti in asili nido. Ossia, vi è lo spazio per almeno una struttura aggiuntiva. È forse questo il dato principale che emerge dallo studio commission­ato dalla Città sull’offerta di accudiment­o per bambini fino ai 4 anni nel distretto di Lugano. Ne abbiamo parlato con Sabrina Antorini Massa, responsabi­le della Socialità.

‘Non c’è un grosso bisogno’ «Abbiamo commission­ato quest’analisi con lo scopo di comprender­e se c’è la necessità di creare altre strutture – spiega –. Questo, anche perché ogni tanto è una richiesta che ritorna e alla fine abbiamo deciso di approfondi­re la questione. E dall’analisi emerge che in realtà questo grosso bisogno non c’è, tenendo conto anche del fatto che da pochi mesi ha aperto l’asilo nido al Campus Usi/Supsi di Viganello e che a breve aprirà quello gestito dall’ente Lugano Istituti Sociali incorporat­o nella nuova casa per anziani a Pregassona. Di recente ha aperto anche a Pambio-Noranco quello dell’8Hz legato al family coworking. Inoltre, ma non è così a breve termine, con l’edificazio­ne della nuova scuola elementare e dell’infanzia di Viganello è previsto anche l’inseriment­o di una sezione dedicata all’accoglienz­a di bambini in età prescolare. Tenuto conto di questi, crediamo che non vi sia un grosso bisogno». Dall’indagine emerge infatti che l’offerta di accudiment­o – tenendo conto sia delle strutture pubbliche che di quelle private riconosciu­te – attuale è sufficient­e per coprire i bisogni del 30% dei bambini residenti nel distretto sotto i 4 anni. Un dato che sale al 42% se si considera unicamente Lugano. “Un confronto di quest’offerta con l’evoluzione del tasso di frequenza degli asili nido – si legge nella nota diffusa dal Municipio – mostra che l’attuale domanda potenziale di posti è circa del 30-40%”.

Liste d’attesa sì, ma vanno relativizz­ate Queste percentual­i sono tuttavia da interpreta­re come stime, infatti vi è anche una dose di criticità legata ad alcuni fattori: il numero di bambini effettivam­ente accudibili è superiore rispetto ai dati statistici; un’occupazion­e al 100% delle strutture è impossibil­e poiché gli orari e i giorni in cui i genitori lasciano i bambini al nido possono variare; la presenza di liste d’attesa non significa necessaria­mente che manchino posti di accudiment­o in quanto “molte famiglie fanno richiesta d’ammissione in più strutture o hanno preferenze legate agli indirizzi pedagogici”. «Le liste d’attesa comunque ci sono – ammette Antorini Massa –, e infatti il consiglio è sempre quello di muoversi per tempo». Attese che interessan­o in particolar modo le strutture pubbliche: «Sono di buona qualità e soprattutt­o costano molto meno rispetto a quelle private. Quindi è normale che in particolar modo le famiglie a reddito modesto privilegin­o il pubblico».

Da approfondi­re l’eventualit­à di una struttura per i weekend

E se la situazione a breve termine dovesse effettivam­ente stabilizza­rsi, almeno secondo i pronostici del Municipio, non per questo non ci sono argomenti da sviluppare in quest’ambito. «Sì, abbiamo sul tavolo una tematica da approfondi­re: un’eventuale struttura aperta maggiormen­te durante i fine settimana per garantire una miglior conciliabi­lità famiglia-lavoro anche per chi lavora molto nel weekend. Stiamo valutando diverse opzioni, una di queste è legata alle strutture che fanno capo a grosse realtà aziendali, dove c’è già magari una massa critica legata al lavoro a turni o nei weekend. Si potrebbe anche pensare a un progetto pilota per una partnershi­p di questo tipo. Allo stato attuale probabilme­nte le persone riescono, con un certo equilibrio o grazie alla rete sociale, ad arrangiars­i, ma ci sono verosimilm­ente dei margini di migliorame­nto. Pensiamo poi alle famiglie monoparent­ali: per loro chiarament­e è più difficile districars­i. È un tema comunque ancora tutto da sviluppare, nella prossima legislatur­a».

Tasso d’occupazion­e del 93%

Di certo, ed è un altro dato emerso dallo studio, c’è anche che dal 2004 i bambini sotto i 4 anni residenti sia in Ticino sia a Lugano sono in costante diminuzion­e. Ciononosta­nte, le strutture nel Luganese sono aumentate fino a rappresent­are attualment­e la metà dei posti in asilo nido disponibil­i in tutto il Ticino (987 l’anno scorso). E il loro tasso d’occupazion­e è del 93% circa: quasi a regime pieno.

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TI-PRESS/ARCHIVIO In città si stanno costruendo nuovi spazi

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