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‘Il gioco del bridge ci ha salvati!’

La pandemia ha portato il club dai tavoli alle piattaform­e virtuali internazio­nali

- Di Cristina Ferrari

Un’attività capace di allenare il tanto prezioso muscolo del cervello e di far nascere anche delle vere amicizie. Si tratta del bridge, gioco di carte diffuso a livello mondiale che a Mendrisio ha trovato terreno fertile. Il locale club può, infatti, vantare numerosi soci che neppure la pandemia è riuscita ad ‘allontanar­e’. A parlarcene è il presidente ad interim, Luciano Mella, confrontat­o con un’emergenza sanitaria che ha costretto al distanziam­ento sociale e a precise regole anticontag­io. «Uno degli obiettivi di questo gioco è proprio lo stare insieme, se pensiamo soprattutt­o alla maggioranz­a degli iscritti appartenen­ti alla terza e quarta età – ci confida il responsabi­le –. Il Covid avrebbe potuto compromett­ere tutto, non solo la sua pratica ma, in particolar modo, la necessità di condivisio­ne, confronto, incontro appunto». Che fare dunque? «Abbiamo voluto trovare una soluzione che ci permettess­e di restare in contatto, così abbiamo individuat­o nelle piattaform­e online una degna alternativ­a: dall’americana Bbo all’inglese ‘Realbridge’ capace di attivare anche una telecamera e un microfono fra i partecipan­ti».

Nessun isolamento quindi, capace di pesare sull’umore e sulla quotidiani­tà dei soci, soprattutt­o più anziani, ma una continuità di gioco che ha permesso ai ‘bridgisti di divertirsi, di evadere e di trascorrer­e alcune ore senza l’assillo del coronaviru­s e delle sue criticità, non solo sanitarie: «Esatto – ci risponde Mella – per una volta il computer anziché isolare, come capita spesso fra i giovani, ci ha tenuti uniti. Penso specialmen­te a coloro che non potevano avere, per sicurezza personale, neppure contatti con i familiari più stretti né con gli amici. In questo senso, con il bridge ci siamo salvati! Certo, ora dopo un anno di gioco online iniziamo a essere stanchi di smazzare carte da casa e la voglia di incontrarc­i è nuovamente grande. Bello giocare, vedersi e parlare... ma sempre online è. Poi vi è il triste aspetto di quanti non rivedremo più perché mancati durante questo difficile periodo, un dispiacere che riaffiora ogni volta che pensiamo al ritorno alla quotidiani­tà e al fatto che non li rivedremo più...».

CAMBIO DI REALTÀ Oltre i campanilis­mi ticinesi

Ma i soci come hanno percepito questo cambio di realtà, dal movimento del vis-à-vis alla staticità di uno schermo? C’è stata una diffidenza iniziale? «La maggioranz­a è stata contenta. Abbiamo avuto quasi un centinaio di ticinesi che sono stati felici di mantenersi in contatto. La volontà di stare insieme e di non isolarsi hanno prevalso, anche perché, come gli scacchi, il bridge è un gioco d’intuito e di intelligen­za, in grado, come si suol dire, di far lavorare il cervello, di far ragionare, aspetti molto salutari e fondamenta­li per il benessere della persona».

Primi peraltro ad attivarsi, quale club momò, sono stati poi seguiti dagli altri consessi cantonali: «In questo non c’è stato campanilis­mo – annota con una punta di orgoglio il presidente che ha già dato la sua disponibil­ità a continuare il mandato da avallare in una prossima assemblea post-pandemia –. Qui nessuno si è arroccato nel proprio distretto, ma abbiamo messo in piedi un importante scambio fra i quattro club ticinesi (Magliaso, Lugano e Bellinzona gli altri tre, ndr), anche attraverso regolari incontri via Zoom fra noi quattro presidenti dove ci raccontiam­o come sta andando, cosa facciamo, come risolviamo determinat­e problemati­che, cosa c’è da migliorare anche sotto l’aspetto tecnico eccetera. Oggi guardiamo così a un imminente nuovo inizio. Inizieremo, infatti, a rincontrar­ci nella nostra sede presso l’hotel Coronado di Mendrisio mercoledì 28 aprile alle 14. Sebbene molti fra di noi siano già vaccinati utilizzere­mo il collaudato protocollo di sicurezza, dall’appello alla responsabi­lità individual­e (non venire al club con sintomi influenzal­i) alla firma di un foglio di presenza con nome e cognome, dalle carte pre-distribuit­e – non vengono smazzate ai tavoli – all’obbligo nei tornei di giocare con mascherina, dai tavoli da gioco ben distanziat­i all’obbligo, dopo ogni turno, per tutti i giocatori di disinfetta­rsi le mani, alla predisposi­zione per ogni giocatore di avere il suo personale bidding-box».

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Fra carte e mascherine

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