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Arriva in Svizzera la cura anti-Covid

L’Ue scarica già la responsabi­lità sulla Svizzera

- Ats/red

Berna – A pochi giorni dall’incontro tra il presidente della Confederaz­ione Guy Parmelin e la presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen, il verbale di una riunione rivela quali siano gli apprezzame­nti e le aspettativ­e dell’Ue. Secondo il documento, Bruxelles vuole che Berna prenda l’iniziativa e la considera responsabi­le del possibile fallimento dei negoziati sull’accordo quadro istituzion­ale, avviati nel lontano 2014. Un piano B non esiste, viene fatto notare.

Il verbale – rivelato dal ‘Tages-Anzeiger’ – concerne la riunione di venerdì scorso tra Stéphanie Riso, vicecapo del gabinetto di Von der Leyen, e gli ambasciato­ri dei 27 Stati membri. In estrema sintesi, la rappresent­ante dell’esecutivo europeo ha affermato che l’incontro di venerdì prossimo potrebbe fornire nuovi impulsi, ma ha pure messo in guardia da aspettativ­e troppo elevate. Per Riso, la Commission­e non vede alcuna concession­e da parte elvetica malgrado le offerte dell’Ue. A suo avviso Berna considera l’accordo negoziato nel 2018 sempliceme­nte come un’offerta dell’Ue, e non come il frutto di un’intesa che risponde già alle preoccupaz­ioni della Confederaz­ione.

Ben oltre i chiariment­i richiesti

Gli ostacoli maggiori, come noto, sono le questioni della protezione dei salari elvetici e la direttiva sulla cittadinan­za europea. L’Ue sospetta che la Svizzera voglia escluderle del tutto dall’accordo. Riso è del parere che le ambizioni della Svizzera non siano chiare sui lavoratori distaccati. La Confederaz­ione – sostiene la rappresent­ante dell’Ue – vuole sottrarsi alla giurisdizi­one della Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue). Ma questo contraddic­e il testo negoziato, che stabilisce che la Cgue è l’autorità decisional­e finale.

Per quanto riguarda la direttiva europea sulla cittadinan­za, la Svizzera aveva segnalato che non avrebbe accettato sette punti. Secondo il verbale, questi includono la residenza permanente, il permesso di soggiorno incondizio­nato di tre mesi e l’accesso alla sicurezza sociale. La Svizzera, sostiene Riso, va quindi ben oltre i chiariment­i originaria­mente richiesti. L’Ue non può accettare eccezioni, viene sottolinea­to nel documento.

Non è finita. La Svizzera considera problemati­ca l’adozione dinamica del diritto europeo e il ruolo della Cgue. Ma questi aspetti sono il cuore dell’accordo quadro, spiega nel verbale Stéphanie Riso.

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TI-PRESS Evita decorsi gravi a chi non può essere vaccinato. Contratto da 3mila dosi con Roche
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KEYSTONE Parmelin sarà venerdì a Bruxelles

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