Farmaco in arrivo Vaccino in ritardo
Contratto da 3mila dosi per la cura della Roche. Fornitura di Moderna slitta di un mese.
Berna – Duecentomila dosi del preparato di Moderna attese in maggio arriveranno soltanto in giugno; AstraZeneca non ha ancora fornito i dati richiesti da Swissmedic, che non può quindi dare il nullaosta; l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha concluso un contratto con la basilese Roche per l’acquisto di 3mila dosi di un farmaco contro il Covid-19. Soliti intoppi sul fronte dei vaccini, promettenti sviluppi su quello dei farmaci. Segnali contrastanti sono stati registrati in Svizzera ieri, secondo giorno della fase 2 dell’uscita dal semiconfinamento.
Capitolo farmaci: i primi trattamenti a base di combinazioni di anticorpi monoclonali sviluppate da Regeneron Pharmaceuticals in partenariato con Roche saranno disponibili da metà maggio 2021 per alcuni gruppi di pazienti a rischio, indica l’Ufsp in una nota. Studi clinici mostrano che questi trattamenti – già autorizzati negli Stati Uniti e in uso anche in Europa – offrono una protezione efficace contro le forme gravi della malattia. La scorsa settimana il Consiglio federale aveva reso noto di voler fare in modo che le terapie combinate con anticorpi monoclonali – per proteggere anche le persone che non possono farsi vaccinare – fossero disponibili al più presto in Svizzera. Questi medicamenti non sono stati ancora omologati, precisa l’Ufsp, aggiungendo tuttavia che possono essere prescritti a titolo eccezionale. Roche ha già inoltrato la richiesta e può quindi commercializzare il farmaco prima che Swissmedic abbia completato la procedura abituale per verificare qualità, sicurezza ed efficacia. L’importo del contratto stipulato è confidenziale. La Confederazione si farà carico dei relativi costi finché non saranno rimborsati dall’assicurazione malattie obbligatoria, puntualizza l’Ufsp. Altri farmaci a base di anticorpi monoclonali dovrebbero giungere prossimamente sul mercato elvetico. Tra questi, quello sviluppato dalla Humabs BioMed di Bellinzona in collaborazione con GlaxoSmithKline.
Ritardo Moderna, impasse AstraZeneca
Oltre 2 milioni di dosi iniettate finora: il punto della campagna vaccinale lo ha fatto ieri a Berna Nora Kronig nel consueto incontro di funzionari ed esperti con la stampa. La vicedirettrice dell’Ufsp ha spiegato che circa 200mila dosi del preparato di Moderna che avrebbero dovuto essere inizialmente consegnate in maggio saranno disponibili solo in giugno. Novità anche riguardo al vaccino di AstraZeneca. Claus Bolte, capo del settore omologazione di Swissmedic, ha spiegato che la prima richiesta di autorizzazione è stata depositata già in ottobre, ma che le informazioni erano insufficienti. L’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici ha quindi chiesto ad AstraZeneca i risultati di ulteriori studi clinici. Ma non li ha ancora ricevuti, ha aggiunto Bolte.
Sempre in tema: Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni (Cfv), ha dichiarato che i vaccini sono efficaci per almeno sei mesi dal momento dell’inoculazione. Le persone già immunizzate possono essere esentate dalla quarantena durante questi sei mesi, due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose, ha precisato. Berger ha anche detto che la strategia vaccinale della Confederazione è stata adattata: coloro che si sono già ammalati di Covid-19 possono essere vaccinati sei mesi dopo aver contratto la malattia. Riceveranno tuttavia solo una singola dose, ad eccezione delle persone con un sistema immunitario indebolito che ne otterranno due. Anche le donne incinte possono essere vaccinate. L’immunizzazione deve essere concordata con il ginecologo.
Le vaccinazioni intanto stanno modificando i ‘bersagli’ del coronavirus. Adesso il Covid-19 colpisce soprattutto le persone in età lavorativa, mentre contagi e ospedalizzazioni tra le persone anziane sono in netto calo. Lo ha indicato sempre ieri a Berna Patrick Mathys dell’Ufsp.
Contrariamente alla prima e alla seconda ondata, dove gli ultraottantenni erano le persone maggiormente colpite da coronavirus, oggi i positivi sono in prevalenza i 20-39enni, seguiti dai 40-59enni. La categoria ‘+ di 80 anni’ è la meno rappresentata. Questo trend, osservato dalla fine dello scorso anno, si conferma anche per quel che concerne le ospedalizzazioni: il numero di 40-59enni ricoverati è ormai superiore a quello degli ultraottantenni. Non è solo l’effetto delle vaccinazioni. L’aumento dei contagi tra le persone di meno di 60 anni si spiega anche con l’arrivo della variante britannica (più contagiosa, riguarda ormai la quasi totalità dei contagi). Inoltre, i giovani attendono sovente troppo tempo prima di consultare un medico, con il risultato che poi devono essere ricoverati direttamente nel reparto cure intense, ha detto Mathys. La raccomandazione: le persone malate contattino rapidamente un dottore se le loro condizioni peggiorano.
Purificatori d’aria nelle scuole
La task force scientifica della Confederazione raccomanda l’uso di sistemi di purificazione dell’aria negli spazi chiusi, e in particolare in tutte le classi scolastiche, per combattere il coronavirus. Tali strumenti di misura del CO2 lanciano l’allarme quando gli ambienti interni devono essere arieggiati. Questi sistemi potrebbero così ridurre il rischio di una trasmissione del virus a base di aerosol, indica in un tweet la task force. Stando agli esperti scientifici, tali strumenti sono semplici e costano al massimo cento o duecento franchi. I purificatori dell’aria sono al momento poco utilizzati, ma potrebbero aiutare a lottare contro la pandemia di Covid-19 soprattutto nelle scuole.