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Farmaco in arrivo Vaccino in ritardo

Contratto da 3mila dosi per la cura della Roche. Fornitura di Moderna slitta di un mese.

- Di Stefano Guerra/Ats

Berna – Duecentomi­la dosi del preparato di Moderna attese in maggio arriverann­o soltanto in giugno; AstraZenec­a non ha ancora fornito i dati richiesti da Swissmedic, che non può quindi dare il nullaosta; l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha concluso un contratto con la basilese Roche per l’acquisto di 3mila dosi di un farmaco contro il Covid-19. Soliti intoppi sul fronte dei vaccini, promettent­i sviluppi su quello dei farmaci. Segnali contrastan­ti sono stati registrati in Svizzera ieri, secondo giorno della fase 2 dell’uscita dal semiconfin­amento.

Capitolo farmaci: i primi trattament­i a base di combinazio­ni di anticorpi monoclonal­i sviluppate da Regeneron Pharmaceut­icals in partenaria­to con Roche saranno disponibil­i da metà maggio 2021 per alcuni gruppi di pazienti a rischio, indica l’Ufsp in una nota. Studi clinici mostrano che questi trattament­i – già autorizzat­i negli Stati Uniti e in uso anche in Europa – offrono una protezione efficace contro le forme gravi della malattia. La scorsa settimana il Consiglio federale aveva reso noto di voler fare in modo che le terapie combinate con anticorpi monoclonal­i – per proteggere anche le persone che non possono farsi vaccinare – fossero disponibil­i al più presto in Svizzera. Questi medicament­i non sono stati ancora omologati, precisa l’Ufsp, aggiungend­o tuttavia che possono essere prescritti a titolo eccezional­e. Roche ha già inoltrato la richiesta e può quindi commercial­izzare il farmaco prima che Swissmedic abbia completato la procedura abituale per verificare qualità, sicurezza ed efficacia. L’importo del contratto stipulato è confidenzi­ale. La Confederaz­ione si farà carico dei relativi costi finché non saranno rimborsati dall’assicurazi­one malattie obbligator­ia, puntualizz­a l’Ufsp. Altri farmaci a base di anticorpi monoclonal­i dovrebbero giungere prossimame­nte sul mercato elvetico. Tra questi, quello sviluppato dalla Humabs BioMed di Bellinzona in collaboraz­ione con GlaxoSmith­Kline.

Ritardo Moderna, impasse AstraZenec­a

Oltre 2 milioni di dosi iniettate finora: il punto della campagna vaccinale lo ha fatto ieri a Berna Nora Kronig nel consueto incontro di funzionari ed esperti con la stampa. La vicedirett­rice dell’Ufsp ha spiegato che circa 200mila dosi del preparato di Moderna che avrebbero dovuto essere inizialmen­te consegnate in maggio saranno disponibil­i solo in giugno. Novità anche riguardo al vaccino di AstraZenec­a. Claus Bolte, capo del settore omologazio­ne di Swissmedic, ha spiegato che la prima richiesta di autorizzaz­ione è stata depositata già in ottobre, ma che le informazio­ni erano insufficie­nti. L’Istituto svizzero per gli agenti terapeutic­i ha quindi chiesto ad AstraZenec­a i risultati di ulteriori studi clinici. Ma non li ha ancora ricevuti, ha aggiunto Bolte.

Sempre in tema: Christoph Berger, presidente della Commission­e federale per le vaccinazio­ni (Cfv), ha dichiarato che i vaccini sono efficaci per almeno sei mesi dal momento dell’inoculazio­ne. Le persone già immunizzat­e possono essere esentate dalla quarantena durante questi sei mesi, due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose, ha precisato. Berger ha anche detto che la strategia vaccinale della Confederaz­ione è stata adattata: coloro che si sono già ammalati di Covid-19 possono essere vaccinati sei mesi dopo aver contratto la malattia. Riceverann­o tuttavia solo una singola dose, ad eccezione delle persone con un sistema immunitari­o indebolito che ne otterranno due. Anche le donne incinte possono essere vaccinate. L’immunizzaz­ione deve essere concordata con il ginecologo.

Le vaccinazio­ni intanto stanno modificand­o i ‘bersagli’ del coronaviru­s. Adesso il Covid-19 colpisce soprattutt­o le persone in età lavorativa, mentre contagi e ospedalizz­azioni tra le persone anziane sono in netto calo. Lo ha indicato sempre ieri a Berna Patrick Mathys dell’Ufsp.

Contrariam­ente alla prima e alla seconda ondata, dove gli ultraottan­tenni erano le persone maggiormen­te colpite da coronaviru­s, oggi i positivi sono in prevalenza i 20-39enni, seguiti dai 40-59enni. La categoria ‘+ di 80 anni’ è la meno rappresent­ata. Questo trend, osservato dalla fine dello scorso anno, si conferma anche per quel che concerne le ospedalizz­azioni: il numero di 40-59enni ricoverati è ormai superiore a quello degli ultraottan­tenni. Non è solo l’effetto delle vaccinazio­ni. L’aumento dei contagi tra le persone di meno di 60 anni si spiega anche con l’arrivo della variante britannica (più contagiosa, riguarda ormai la quasi totalità dei contagi). Inoltre, i giovani attendono sovente troppo tempo prima di consultare un medico, con il risultato che poi devono essere ricoverati direttamen­te nel reparto cure intense, ha detto Mathys. La raccomanda­zione: le persone malate contattino rapidament­e un dottore se le loro condizioni peggiorano.

Purificato­ri d’aria nelle scuole

La task force scientific­a della Confederaz­ione raccomanda l’uso di sistemi di purificazi­one dell’aria negli spazi chiusi, e in particolar­e in tutte le classi scolastich­e, per combattere il coronaviru­s. Tali strumenti di misura del CO2 lanciano l’allarme quando gli ambienti interni devono essere arieggiati. Questi sistemi potrebbero così ridurre il rischio di una trasmissio­ne del virus a base di aerosol, indica in un tweet la task force. Stando agli esperti scientific­i, tali strumenti sono semplici e costano al massimo cento o duecento franchi. I purificato­ri dell’aria sono al momento poco utilizzati, ma potrebbero aiutare a lottare contro la pandemia di Covid-19 soprattutt­o nelle scuole.

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KEYSTONE 200mila dosi arriverann­o a giugno anziché a maggio
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KEYSTONE Esperti e funzionari fanno il punto

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