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Gobbi: ‘Sicurezza, con l’Italia c’è pragmatism­o’

- Di Jacopo Scarinci

Si è chiusa ieri la tre giorni di incontri su sicurezza, turismo, sviluppo economico e trasporti che ha vissuto a Roma il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi il quale, appena finito il ‘briefing’ nella capitale italiana, raggiunto dalla ‘Regione’ mostra la sua soddisfazi­one. In particolar­e per «l’accordo tecnico che risolve le vertenze sorte nel 2020 relative allo scambio di informazio­ni per il rilascio delle autorizzaz­ioni a favore degli agenti di sicurezza italiani impiegati presso le agenzie ticinesi. I controlli saranno parificati, senza discrimina­zioni per gli svizzeri ma quindi aumentati per i cittadini italiani». Nell’ambito sicurezza, rileva Gobbi, «tra le parti il pragmatism­o regna sovrano ed è motivo di soddisfazi­one». Ma anche la buona comunicazi­one è necessaria. Infatti «abbiamo avuto diversi colloqui sia col Ministero degli interni, sia con la polizia riguardo alle sfide che seguiranno alla pandemia. I timori sono da un lato l’aumento della presenza della criminalit­à organizzat­a laddove lo Stato non sia in grado di dare risposte adeguate, dall’altro una ripartenza dei flussi migratori sulla via del Mediterran­eo centrale».

Parte integrante dei colloqui col ministro dello Sviluppo economico Giorgetti, continua il presidente del governo ticinese, «è stata l’evidenziar­e il comune interesse affinché l’uscita dalla crisi non crei grossi scompensi. Se la Lombardia sta bene, avremo meno pressione sul nostro mercato del lavoro. Se invece ci fossero problemi struttural­i, questa pressione aumentereb­be ancora di più». Sempre a proposito di confine, non sembra avere futuro la proposta giunta dai Comuni di frontiera sul lato italiano di far entrare i residenti in Svizzera entro una fascia di 20 chilometri senza tampone: «Posso comprender­e le loro necessità, ma è meglio avere prudenza – risponde Gobbi –. Si creerebbe una differenzi­azione, un’ulteriore incomprens­ione e quindi un non allineamen­to a quella che vuole essere una normalizza­zione dei rapporti tra i nostri territori: meglio una regola che valga per tutti».

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