Con la pandemia l’autoproduzione
In aumento l’agricoltura locale nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità
C’è aria di primavera, seppur frizzantina come in questi ultimi giorni. E lo si nota soprattutto guardando a finestre e balconi delle case dove hanno ricominciato a fare capolino, come sempre avviene con le temperature più calde, piante e fiori. Scorgendo poi in molti giardini, anche di città, è possibile avvistare orti e piccoli appezzamenti di terreno che prima della pandemia non esistevano. Senza dimenticare le coltivazioni e gli orti sui terrazzi, tanto che, a cominciare dalla vicina Penisola, qualcuno ha parlato di un vero e proprio boom di ortaggi e frutta ‘a metro 0’. Insalata, melanzane, pomodori, zucchine, rigorosamente ‘home made’, insieme agli immancabili ‘odori’ come il rosmarino, la salvia, il basilico, il timo e la menta, fondamentali e utilissimi per insaporire moltissimi menu. “L’emergenza sanitaria non solo ha fatto esplodere la creatività – ha evidenziato la Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana – ma soprattutto la passione per l’orto realizzato in giardino, in terrazza e addirittura in casa con piccole vaschette di piante aromatiche. Le vendite di semi e piantine si sono impennate. Ma se il Covid ha fatto esplodere il fenomeno, la voglia di verde, di natura, di ‘veder crescere’ c’era prima e sarà un’esigenza anche nel post pandemia”.
Alle nostre latitudini lo sa bene ProSpecieRara, la fondazione svizzera per la diversità socioculturale e genetica dei vegetali e degli animali: “Dall’avvento della pandemia nel 2020, con anche i negozi di giardinaggio chiusi, è aumentata notevolmente – ci spiega Valerio Schauwecker, responsabile media per la Svizzera italiana – la consapevolezza dell’importanza dell’autoproduzione, dell’agricoltura locale nonché del riguardo dell’ambiente e della biodiversità. Di conseguenza è aumentata anche la richiesta di piantine da piantare nel proprio orto o balcone. Dall’altro lato ci sono poi le condizioni climatiche e i relativi cambiamenti in atto, se negli ultimi mesi si sono per esempio lasciate desiderare le precipitazioni, le gelate tardive non hanno, invece, mancato di intimorire orticoltori professionisti e hobbisti”.