La trasgressione del pensiero critico
«La trasgressione più grande di tutte è pensare». “Il pensiero critico”, scandito dal professor Ringold mentre batteva le nocche sulla cattedra. Un’immagine di «Ho sposato un comunista» di Philip Roth impressa nella memoria. Il pensiero critico, anche in merito agli Usa e alla Cina.
A che avrà pensato Massimiliano Ay quando ha affermato su Liu Xiaobo: «Più che un poeta è un attivista politico aderente alla “Carta 08” che incitava all’eversione e che pretendeva maggiori aperture di mercato in termini neo-liberisti, non mi pare sia da idealizzare a sinistra». Morto di fatto in carcere, Liu Xiaobo era un poeta e un attivista per i diritti umani. Eversiva, la “Carta 08”? Di sicuro per l’autorità cinese. Un motivo valido per condannarlo all’ergastolo? Non è dato sapere l’opinione di Ay, benché l’abbia interpellato al riguardo. Ognuno è padrone dei propri silenzi, ma alcuni sono più significativi di altri. Basta leggerla per comprovare che la “Carta 08” poggia sulla libertà e i Diritti umani. Libertà e diritti secondo cui Ay si esprime senza il timore di essere perseguitato né schedato come lo erano stati anche membri del suo partito. Uno scandalo che nel 1989 aveva evidenziato un’ingiusta pratica liberticida che non vorremmo più vedere. Viene da chiedersi se Ay manterrebbe la stessa posizione nel caso in cui un ipotetico regime dovesse considerare eversivo il suo attivismo politico, condannandolo. Un’ipotesi basata sul pensiero critico che vedrebbe le persone a cui i diritti umani e la libertà stanno a cuore indignarsi, me compreso. Ci sarebbero petizioni, manifestazioni, appelli a cui parteciperei benché non idealizzi affatto le sue opinioni. È giustificato perseguitare e incarcerare un dissidente che chiede l’applicazione dei Diritti umani e più libertà alle autorità, qualunque sia il regime e lo Stato in cui vive? Io dico di no. Invece la posizione di Massimiliano Ay è a geometria opaca, funzionale al regime e allo Stato di cui si tratta. Oscure, d’altro canto, le ragioni che hanno motivato la Granconsigliera del Pc Lea Ferrari ad affermare al mio riguardo: “Leggo che non ti dispiacerebbe far fare la fine di Julian Assange o Edward Snowden al compagno Massimiliano Ay”. Un’affermazione senza fondamento né uno straccio di prova. Una nefandezza affermata in uno stile da bassofondo delle reti sociali indegno della carica di Deputata al Gran Consiglio. Sono convinto che Massimiliano Ay debba potere perseguire la sua attività politica senza temere ritorsione alcuna, nel rispetto dello Stato di Diritto. Eppure, mi è bastato evocare la Turchia e la Cina per essere denigrato con metodo e stampino squadristi. Il paragone non offende me, ma Snowden e Assange paragonati al gerarca del piccì nostrano. Un paragone assurdo e clamorosamente monco. E dire che le personalità da nominare purtroppo non mancano. È perciò mio dovere ricordarne alcune: Angela Davis, Anna Politkovskaïa, Miroslava Breach, Asli Erdoan, Leyla Zana, Loujain Al-Hathloul, Nasrin Sotoudeh.