L’indispensabile ruolo dei docenti
L’indispensabile ruolo dei docenti
«All’untore! All’untore!» si gridò all’inizio della peste di manzoniana memoria. S’era trovato il capro espiatorio che liberava il cittadino dalle sue responsabilità di prudenza civica. Anche oggi si cerca di scaricare i propri errori, egoismi e dubbi sulle spalle altrui. Se le diverse sedi scolastiche avessero seguito la stessa filosofia, si sarebbero dovute chiudere tutte le scuole, come s’era fatto nei primissimi tempi, considerata la rapidità di diffusione del virus, ancora molto sconosciuto; s’avanzava a tastoni, cercando soluzioni, supplicando il soccorso della scienza, col fiato sospeso e l’angoscia crescente. Invece le sedi scolastiche si sono lanciate nella ricerca di soluzioni adatte alle situazioni in perenne mutamento di quei primi tempi incerti e dolorosi. Bisognava permettere a un determinato gruppo di allievi di tornare quanto prima in classe, per poter lavorare in comune, in un ambiente che la situazione familiare non offriva, con le tecniche che tanti genitori non potevano permettersi di mettere a disposizione dei loro figli.
E così si sono trovate soluzioni nuove, con gli inevitabili errori e i successivi adattamenti, tutto essendo nuovo ed incredibile. Si trattava anche di “liberare” i genitori attivi nel mondo sanitario e in tutti i settori lavorativi indispensabili alla vita di ogni giorno, negozi alimentari, trasporti, pulizie, sicurezza … Ma cos’è la “Scuola”? Qui non si tratta di un ente che decide degli scopi da raggiungere, delle modalità pedagogiche per raggiungerli, degli anni necessari per raggiungerli, degli strumenti didattici di cui servirsi. In questa particolare situazione si parla di docenti che hanno accettato di partire da zero per inventare e sperimentare altre strategie, per adattare quelle già in vigore. Bisognava continuare ad agire e a far agire, ma senza tralasciare di tranquillizzare i genitori e i loro figli, di contattarli, di convincerli, di ascoltarli. Sono i docenti, e le direzioni delle varie sedi, che si sono messi a disposizione sacrificando tempo e sicurezze pedagogiche, lanciandosi in azioni scolastiche inusitate, rinunciando alla solita “verità” dell’ “abbiamo sempre fatto così; perché cambiare?”. No, si doveva cambiare, si doveva scegliere un altro stile; e s’è cambiato, e s’è scelto un altro stile, mettendosi a disposizione, per il bene degli allievi e delle famiglie in difficoltà. Anche con fatica. Anche senza essere sempre capiti e apprezzati. Ed è un dovere riconoscere la forza e la coesione dimostrate dai docenti in quelle settimane. E la riconoscenza è d’obbligo, non solo all’interno delle varie sedi, ma anche da parte dei genitori, e degli allievi, che ne hanno usufruito. Ora la scuola ha ritrovato il suo ritmo consueto. Sì, a parte il fatto che bisogna ancora ricuperare il tempo sospeso e le materie solo parzialmente insegnate. A parte il fatto che, come in tutta la società, non si è mai sicuri di quello che si deciderà l’indomani. A parte il fatto che anche fra gli allievi serpeggia quell’impalpabile tensione non proprio atta a stabilire un clima di lavoro disteso e proficuo. A parte il fatto che certe attività non si possono momentaneamente offrire, quelle attività che permettono di scaricare angosce e tensioni. A parte il fatto che si è tutti svuotati di quelle energie necessarie per sostenere preoccupazioni e insicurezze. A parte il fatto che mascherine e disinfettanti non permettono di occultare, non foss’altro per poco, che la situazione non è migliorata. A parte il fatto che il vaccino, malgrado tutto fonte di una certa calma, non s’è ancora visto nelle aule docenti. Ma i docenti s’adattano, fanno buon viso a cattiva sorte, non si scoraggiano, tranquillizzano, incitano a rispettare regole e modi di fare, ascoltano, e continuano ad arricchire le intelligenze con le nozioni indispensabili alla vita futura e con le meraviglie che i vari aspetti del mondo offrono alle menti ricettive di chi non cessa di crescere, pur nella stanchezza presente. Non la “Scuola”, ma i singoli docenti, quelli che sono in prima fila, che credono ancora nell’indispensabile ruolo loro affidato per il bene della società intera. Il mio è un omaggio, un incentivo, una profonda riconoscenza ai docenti!