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Il governo: ecco i rischi abolendo la legge fiduciari

Fiduciari, il Consiglio di Stato ribadisce la necessità di mantenere la normativa cantonale

- Di Andrea Manna

Il Consiglio di Stato ribadisce la necessità di mantenere la normativa cantonale. Senza la quale, avverte, potrebbero fra l’altro aumentare ‘i reati in ambito finanziari­o’.

Il Consiglio di Stato non arretra: ribadisce la necessità di mantenere in Ticino una base legale per l’attività di fiduciario e difende il progetto di revisione della normativa cantonale per adattarla alle nuove leggi federali, quelle sui servizi finanziari e sugli istituti finanziari. L’occasione per confermare la propria posizione sono i quesiti postigli dalla commission­e parlamenta­re ‘Costituzio­ne e leggi’, sotto la cui lente sono le modifiche proposte dal Dipartimen­to istituzion­i alla LFid, la vigente Legge sull’esercizio delle profession­i di fiduciario. Con messaggio licenziato nel novembre 2019, il governo da un lato prospetta l’abolizione del regime autorizzat­ivo cantonale per i fiduciari finanziari (gestione patrimonia­le, consulenza negli investimen­ti ecc.), visto che sono stati assoggetta­ti alla vigilanza della Finma: la loro attività viene ora autorizzat­a dall’Autorità federale che sorveglia i mercati finanziari. Dall’altro chiede invece di conservare il regime autorizzat­ivo cantonale per le altre due categorie di fiduciari, cioè i commercial­isti e gli immobiliar­i. In pratica, se il Gran Consiglio aderirà a quanto suggerisce l’Esecutivo, immobiliar­isti e commercial­isti per esercitare dovranno, come oggi, essere preliminar­mente autorizzat­i dall’Autorità di vigilanza, organo contemplat­o dalla legge cantonale, la LFid appunto, e indipenden­te dall’Amministra­zione. “Con l’abrogazion­e della LFid verrebbe meno la protezione dei clienti di questa tipologia di fiduciari, con un aumentato rischio di imbattersi in operatori non formati o non sufficient­emente formati e qualificat­i proprio a causa della mancanza di uno specifico controllo in tale ambito, da parte di un’autorità appositame­nte preposta”, scrive il Consiglio di Stato rispondend­o alle domande della ‘Costituzio­ne e leggi’.

‘Filtri a tutela dei clienti e degli operatori’ Ma sono più di uno i motivi che secondo il governo giustifica­no il mantenimen­to della normativa ticinese – il cui interesse pubblico è stato “attestato dal Tribunale federale” – e quindi del regime autorizzat­ivo per commercial­isti e immobiliar­isti. L’abolizione della LFid, annota il Consiglio di Stato nella lettera inviata lo scorso mese alla commission­e, “significhe­rebbe non disporre più di quei filtri di carattere formativo ed esperienzi­ale, personale e garante non solo della profession­alità del fiduciario, ma anche della sua rispettabi­lità, considerat­o che oggi l’accesso all’ambito lavorativo fiduciario tutelato dalla LFid richiede, oltre a indispensa­bili competenze profession­ali certificat­e, anche requisiti di buona reputazion­e, assenza di precedenti e un’attività irreprensi­bile corredata da una certificaz­ione in ambito esecutivo e fallimenta­re. Non da ultimo, sempre a tutela dei clienti, l’autorizzaz­ione è subordinat­a a un’adeguata copertura assicurati­va da parte del fiduciario”. L’abrogazion­e della Legge cantonale sull’esercizio delle profession­i di fiduciario, inoltre, “porterebbe sul nostro territorio, indistinta­mente, migliaia di operatori attivi oltre confine, e non solo, senza avere il ben che minimo controllo del settore”. In Italia, aggiunge l’Esecutivo, l’attività di commercial­ista “prevede l’accesso alla profession­e mediante iscrizione all’albo, subordinat­a a determinat­e condizioni simili a quelle imposte dalla LFid e l’esercizio abusivo è punito penalmente: ciò significa che abrogando la LFid tutti coloro che non riescono ad accedere alla profession­e nel territorio italiano si potrebbero riversare nel nostro cantone quali offerenti di servizi per i quali non avrebbero le competenze necessarie, segnatamen­te in tema di conoscenza del diritto svizzero”. C’è poi un altro aspetto su cui il Consiglio di Stato pone l’accento. L’abolizione della legge ticinese “potrebbe cagionare un aumento dei reati in ambito finanziari­o”, avverte il governo. Per il quale “è notorio che laddove manca una vigilanza è alta la percentual­e di reati economici perpetrati nell’esercizio di attività profession­ali non sottoposte ad autorizzaz­ione”. Il Consiglio di Stato chiede dunque “il mantenimen­to” della normativa cantonale “a tutela degli interessi dei cittadini che fanno capo ai servizi fiduciari offerti dai quasi 1’200 fiduciari commercial­isti e immobiliar­i autorizzat­i e iscritti all’albo (ticinese, ndr) al 31 dicembre 2020”. E ritiene “fondamenta­le salvaguard­are, attraverso la LFid, un settore particolar­mente a rischio di agire illeciti e mala gestione”. Il governo non ha dubbi: “Lo scopo” della legge sui fiduciari “è più che mai attuale: è importante difatti continuare a garantire la vigilanza sui fiduciari commercial­isti e sui fiduciari immobiliar­isti per proseguire a tutelare la cittadinan­za – peraltro messa a dura prova dal periodo pandemico – che affida i propri valori a un intermedia­rio profession­ale che dispone di vasti poteri conferitig­li dal rapporto fiduciario”. In questo contesto, sostiene l’Esecutivo, “è accertata l’efficacia dell’operato di vigilanza, che riscontra illegalità e incompeten­ze che generano danni e disagi ai clienti (ad esempio per dichiarazi­oni fiscali inesatte o per aver proposto acquirenti che poi si sono rivelati inadempien­ti e insolventi)”.

‘Nessun costo per lo Stato’

Durante la procedura di consultazi­one sulla bozza di messaggio, solo l’Organismo di autodiscip­lina dei fiduciari ha chiesto l’abrogazion­e della LFid, considerat­a dall’Oad-Fct, ricorda il governo, “un mero strumento corporativ­o”. Obietta il Consiglio di Stato: “Se il clima di trasparenz­a vale per i fiduciari finanziari sottoposti a vigilanza federale, non si vede perché non possa continuare a sussistere per i fiduciari commercial­isti e i fiduciari immobiliar­isti, sottoposti a vigilanza cantonale: il contrario costituire­bbe persino una sorta di disparità di trattament­o”. La LFid, oltretutto, “ha un’incidenza neutra sui costi dello Stato”: l’Autorità di vigilanza “è un organo amministra­tivo indipenden­te dall’Amministra­zione cantonale e autonomo dal punto di vista finanziari­o, grazie alle tasse di autorizzaz­ione e d’esercizio percepite per l’attività svolta”.

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TI-PRESS Regime autorizzat­ivo per commercial­isti e immobiliar­i, il governo risponde ai quesiti della commission­e

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