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Progetti per ‘vivere’ da vicino il fiume Laveggio

In creazione due aree di svago tra sport e acqua

- Di Daniela Carugati

Nella visione della Mendrisio del futuro rappresent­a la spina dorsale della Città: un asse portante fatto d’acqua a cui ci si dovrà ispirare. Il Laveggio, però, è al centro dei pensieri di più di un Comune dell’Alto Mendrisiot­to. Lì dove nasce, a Stabio, ad esempio, hanno messo in campo una strategia a tappe che mira a valorizzar­e il paesaggio fluviale e a rivelare il potenziale turistico di un comprensor­io verde poco lontano dal centro del paese. Gli interventi previsti intersecan­o il progetto di Parco del Laveggio di cui si sono fatti promotori i ‘Cittadini per il territorio’; il tutto nel segno della collaboraz­ione degli enti locali. Tant’è che il Consiglio comunale ha già messo sul tavolo 300mila franchi per dare sostanza all’operazione. Segno della volontà di agire, nei giorni scorsi il Municipio ha pubblicato due domande di costruzion­e per la realizzazi­one di altrettant­e aree di svago lungo il fiume.

Una zona sportiva nel bosco

Per tornare a ‘vivere’ il fiume servono, però, le occasioni giuste. Così l’autorità comunale dopo aver aperto la via a un nuovo itinerario che aggira la zona industrial­e e si ricollega all’antico sentiero Guardie, oggi si focalizza su due progetti, resi pubblici da poco ed emanazione di uno studio di fattibilit­à allestito nel 2018. La prima opera pianificat­a in località Baragge, nella zona di Santa Margherita e delle sorgenti del Laveggio, ha in animo di dare forma a un’area di svago sportiva nel bosco, giusto a una ventina di minuti a piedi dal nucleo. Quei luoghi, del resto, per morfologia e attitudine – sono già ben frequentat­i – risultano essere la risposta ideale agli obiettivi del Comune; sullo sfondo le aspettativ­e degli stessi ‘Cittadini’, orientati, come ci ricorda la stessa coordinatr­ice Grazia Bianchi, verso una convivenza rispettosa fra le attività umane e la natura del fiume. D’altro canto, gli approfondi­menti condotti dai tecnici hanno escluso conflitti di carattere ambientale: l’intervento, infatti, come rilevano i progettist­i, “non stravolge le aree verdi”. In effetti, la zona è situata nelle vicinanze del fiume Gaggiolo e della passerella pedonale realizzata l’anno scorso, quindi si inserisce bene nella rete dei sentieri, restituend­o un punto di svago intergener­azionale e favorendo, altresì, l’attività all’aria aperta, riscoperta in tempi di Covid e confinamen­ti. A invogliare a fare sport ci saranno alcuni attrezzi per esercizi a corpo libero destinati ad adulti e bambini. Attrezzatu­re che, restando coerenti con il contesto forestale, agricolo e di pregio naturalist­ico, saranno costruite in legno a fronte di una spesa globale di 50’300 franchi. Questo spazio, però, è stato concepito in parallelo con un’altra area, questa a valenza didattica, che sarà concretizz­ata in una fase successiva. Agli occhi dei tecnici questo approccio renderà “attrattiva un’ampia area pregiata e già oggi molto sfruttata dalla popolazion­e per lo svago di prossimità”.

Per una migliore fruizione del fiume

Incuriosis­ce, poi, l’altro intervento previsto sul fiume e annunciato nei giorni scorsi. Qui, oltre a valorizzar­e il comparto, si darà modo di riqualific­are sul piano naturalist­ico un’ulteriore tratta del corso d’acqua, ridisegnan­do la sponda. Tra gli obiettivi dichiarati, come rileva il documento dei consulenti che accompagna la domanda di costruzion­e, si iscrive la “creazione di un accesso al Laveggio in modo da poter ‘vivere pienamente il fiume’”. E ciò dopo che, sin qui, lo si è fruito solo visivament­e. Dove accadrà tutto questo? A monte della Colombera e a sud della zona industrial­e, sull’altro lato dell’area di aeromodell­ismo. Anche in questo caso la presenza delle componenti agricole e boschive e di una strada sterrata ciclo-pedonale dà al comparto un valore naturalist­ico e fruitivo “di elevato pregio nella pianura del Mendrisiot­to”. A rendere intrigante l’avviciname­nto al fiume vi saranno della gradonate e sedute rese possibili dalla posa di blocchi di marmo provenient­i dagli scarti delle cave di Arzo. Marmo che servirà pure a creare un guado nell’alveo del Laveggio. Ma non ci si fermerà qui. I passi futuri? Nelle intenzioni del Comune di Stabio vi sono la definizion­e di nuovi collegamen­ti e la realizzazi­one di un percorso didattico conclusivo.

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