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Gianella e Comune ancora in ‘guerra’

La vertenza s’innescò con l’acquisto di un sedime venduto dalla signora Balli-Soldati

- Di Alfonso Reggiani

Pare che ci vogliano ancora anni prima di arrivare a una pace auspicata da tempo. Cominciata oltre dieci anni fa, continua a suon di ricorsi e controrico­rsi la vertenza fra il Comune di Neggio e Sandro Gianella, il viticoltor­e che ha avviato un’attività agricola nell’ampio sedime di 46’000 metri quadrati, una parte del quale corre lungo la strada cantonale. La sua proprietà e le sue iniziative sono oggetto di una serie di contestazi­oni da parte dei vicini a causa di presunti abusi edilizi. Abusi che per il momento restano presunti siccome sono contestati in varie sedi anche se l’autorità comunale li considera tali. Tuttavia, le decisioni delle autorità amministra­tive e giudiziari­e competenti non sono definitive. Nel frattempo, si è conclusa con un nulla di fatto, o meglio, un decreto di abbandono, confermato dalla Corte dei reclami penali, la denuncia sporta dal viticoltor­e nei confronti dell’ex sindaco e dell’intero Municipio. Ma andiamo con ordine.

Tre le questioni in sospeso

Il ripristino di una strada agricola per il transito sul suo sedime contestata è tuttora oggetto di una procedura ricorsuale. L’ultima decisione risale a oltre tre anni fa (dicembre 2017) da parte del Consiglio di Stato ed è sfavorevol­e al viticoltor­e. Rimasta in sospeso, dopo l’intervento del Municipio, a cui il governo cantonale ha dato ragione, anche la ristruttur­azione dell’edificio abitativo esistente e la riattazion­e di un rustico. Di recente, a oltre nove anni dalla costruzion­e, il viticoltor­e ha ricevuto dal Municipio l’ordine di demolizion­e sia per il rustico che per la casa di residenza primaria. Un ordine che però è stato nuovamente contestato perché sarebbe viziato da errori nelle decisioni. Già, perché le modifiche sono state approvate nel 2012 dal Comune che autorizzò gli interventi alla precedente proprietar­ia. Anche per questo motivo, il proprietar­io si dice pronto ad arrivare fino al Tribunale federale. La precedente proprietar­ia, lo ricordiamo, è la signora BalliSolda­ti che, poco meno di dieci anni fa, mise in vendita la sua vasta proprietà a Neggio (villa compresa), una parte della quale si trova sul Comune di Magliaso, con l’abitazione fuori dalla zona edificabil­e. Ai suoi parenti la signora concesse un’opzione di acquisto che la famiglia non volle tuttavia esercitare. Constatato il disinteres­se della parentela, l’oggetto venne successiva­mente acquistato da Gianella. In fase di compravend­ita, quando venne sottoscrit­to il diritto di compera, la signora, a suo nome, presentò al Comune una domanda edilizia per ristruttur­are l’immobile. Dal momento dell’acquisto, per il nuovo proprietar­io è cominciato il ‘calvario’ che gli impedisce, per fortuna solo in parte, di svolgere l’attività agricola e di produrre vino biologico.

Il Municipio può definirlo ‘abusatore’ Tre pratiche, dicevamo, non ancora concluse ma nel frattempo il viticoltor­e è stato dipinto dal Municipio come una persona che ha “manifesta e temeraria abitudine di non rispettare il diritto edilizio e pianificat­orio”. Affermazio­ni che agli occhi della Procura e della Crp sono ritenute incisive ma non “impertinen­ti, esorbitant­i dal necessario o diffuse in malafede. La circostanz­a che siano arrivate a diversi uffici cantonali costituisc­e un aspetto inevitabil­e in qualsiasi procedura contenzios­a”. Della serie, in una vertenza ci può stare che una delle parti usi termini forti verso l’altra. Da cui, il decreto di abbandono confermato dalla Crp. Nel caso concreto, Gianella si sente tuttavia discrimina­to visto che le procedure in questione non sono per nulla definitive. Non solo. Si sente vittima di accaniment­o da parte dell’autorità comunale. Un esempio? Nei mesi scorsi, almeno una volta il Municipio di Neggio gli ha chiesto di sistemare una abuso edilizio verificato da un drone ma commesso in un’altra parcella. Sempre recentemen­te, il noto avvocato residente a Neggio parente della precedente proprietar­ia ha telefonato al Comune di Magliaso chiedendo spiegazion­i in merito ai picchetti blu apparsi nel bosco ritenendo che li avesse posati il viticoltor­e. Invece erano stati inseriti, con tanto di autorizzaz­ione comunale, da suoi parenti. Intanto, il Municipio di Neggio ha impedito a Gianella l’uso di una mini-turbina eolica (che mirava ad abbassare i costi della corrente), contro la quale è stato presentato un ennesimo ricorso.

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TI-PRESS Una veduta del villaggio malcantone­se

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