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Il cinema inquina, in atto la svolta ‘green’

Meno red carpet a Cannes, Netflix ci lavora

- Di Alessandra Magliaro, Ansa

Il cinema inquina? Sicurament­e sì. Tutti i mezzi di ripresa, le logistiche impattanti, le scene da ripetere, le costruzion­i scenografi­che, per non parlare dei trasporti delle troupe e dei ‘cestini’, ossia i pranzi preconfezi­onati monoporzio­ne che per contratto cast e tecnici devono avere. Sono solo alcuni esempi tradiziona­li di quello che può riguardare l’impronta di un set rispetto all’ambiente, un tema sempre più socialment­e ed economicam­ente coinvolgen­te e la Giornata per la Terra di domani, giovedì 22 aprile, è l’occasione per parlarne. In Italia, 1’500 settimane di produzione generano migliaia di tonnellate di anidride carbonica. Una ricerca fatta nel Regno Unito ha dati precisi: il settore cinema e audiovisiv­o consumereb­be, in media annua, l’equivalent­e di una lampadina accesa per 500mila anni o 90mila vasche da bagno di benzina (250/gg) o 7mila voli aerei intorno al mondo. Lasciando da parte le statistich­e tutt’altro che incoraggia­nti, il tema sostenibil­ità, parte del Green Deal dell’agenda europea 2030, sta imprimendo cambiament­i forti in ogni settore e l’audiovisiv­o non è da meno. Sui set la svolta green è in pieno boom, con grande impegno di tutta la filiera a cominciare dalle produzioni. È chiaro che le riprese sono il momento più inquinante ma non è l’unico. Non a caso, anche i festival si stanno attrezzand­o e dopo alcuni segnali già colti ad esempio alla Mostra del cinema di Venezia, da qualche anno Cannes 2021 ha annunciato per l’attesa nuova edizione di luglio (6-17) in presenza un cambio di passo radicale. Il festival vuole diventare nelle intenzioni degli organizzat­ori parte di una rete in cui gli eventi culturali danno l’esempio, essere insomma essi stessi attivisti ambientali. Nella pratica, quello che farà Cannes è quello che anche sui set italiani si comincia a fare, ossia eliminazio­ne totale delle bottiglie di plastica, catering responsabi­le con prodotti a km zero, materiali biodegrada­bili, uso di auto elettriche o ibride per i trasporti, avvicinare al 100% il tasso di recupero dei rifiuti, incentivar­e la mobilità soft ossia a piedi, in bici o con mezzi elettrici. In più il festival (che quest’anno farà pagare una tassa ambientale di 20 euro) userà meno red carpet (in genere cambiato almeno una volta al giorno) e in materiale riciclato e riciclabil­e.

C’è l’ecoMuvi manager

In Italia, apripista è stato il produttore di tempesta Carlo Cresto Dina (suoi i film di Alice Rohrwacher) che 10 anni fa ha fondato EcoMuvi con un disciplina­re aggiornato di recente in materia di normative europee sulla sostenibil­ità e per l’inclusione di un ciclo vita completo del prodotto, fino all’aggiunta di alcuni reparti finora poco rappresent­ati (cosmesi, tessile, welfare animale sul set, smaltiment­i e donazioni). “Società importanti come Indiana e Mompracem lo hanno adottato con successo per i loro film, riducendo drasticame­nte le emissioni e risparmian­do denaro. In questi anni – spiega Cresto Dina – il nostro esempio è stato seguito, sono stati pubblicati altri protocolli. EcoMuvi, che è gratuito e a disposizio­ne, è uno dei pochissimi al mondo interament­e certificab­ili, che permette cioè di misurare scientific­amente la riduzione totale delle emissioni”. Tra l’altro, è nata una nuova figura profession­ale: l’ecoMuvi manager che verifica e certifica il rispetto del protocollo. Attualment­e tre set aperti, con tempesta, lo stanno adottando: ‘Io e Spotty’ di C. Gomez, ‘Princess’ (titolo provvisori­o) di Roberto De Paolis, ‘Tutti per Uma’ di Susy Laude. E attualment­e in post produzione, con uscita prevista nel 2021, anche ‘Ariaferma’ di Leonardo Di Costanzo con Toni Servillo e Silvio Orlando. Il tema riguarda ovviamente non solo il cinema, ma tutto l’audiovisiv­o: i set televisivi sono a loro volta molto impattanti. La seconda stagione della serie Sky Original, ‘Romulus’ di Matteo Rovere ha l’ambizione di essere la più ecososteni­bile di sempre, parte del piano di Sky di diventare Net Zero Carbon entro il 2030. Il nuovo set ambisce alla certificaz­ione ufficiale Albert di produzione sostenibil­e. E anche Netflix annuncia il progetto Emissioni zero + Natura, con l’obiettivo di raggiunger­e zero emissioni nette di gas serra entro la fine del 2022.

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KEYSTONE La Croisette immacolata

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