laRegione

Nuovo ospedale fermo al Tribunale federale

L’Unione contadini contesta la cancellazi­one della zona agricola alla Saleggina

- Di Marino Molinaro e Andrea Manna

Giù le mani dall’area agricola: con un ricorso l’Unione contadini contesta il credito di 16 milioni votato dal Gran Consiglio per comprare la Saleggina e destinarla a ospedale e parco fluviale.

Primo intoppo per il nuovo Ospedale regionale di Bellinzona previsto alla Saleggina. Il Tribunale federale dovrà infatti esprimersi sull’acquisto cantonale, per 16 milioni di franchi, dei 215mila metri quadrati oggi di proprietà dell’Esercito e destinati a ospitare sia il futuro nosocomio (130mila metri), sia la rivitalizz­azione del fiume Ticino nell’ambito del progetto del parco fluviale già avviato e finanziato dalla Confederaz­ione. Come appreso dalla ‘Regione’, l’Unione contadini ticinese (Uct) ha impugnato davanti alla massima Corte giudiziari­a elvetica la decisione adottata lo scorso 12 aprile dal Gran Consiglio con 80 voti a favore, due astenuti e due contrari, ossia il segretario agricolo cantonale Sem Genini e il presidente dell’associazio­ne Agrifutura Giovanni Berardi.

‘10mila metri Sac da mantenere’

Rivolgendo­si a Losanna, l’Uct contesta la riconversi­one in terreno Ap/Ep (attrezzatu­re ed edifici pubblici) del comparto verde, inclusa anche la porzione di 10mila metri quadrati di pregiato terreno Sac (superfici per l’avvicendam­ento delle colture) da diversi anni gestita da un’azienda agricola con attività di pascolo e fienagione e in passato già sfrattata dal Piano di Magadino per fare spazio all’autostrada dapprima e ad AlpTransit dopo. All’Unione contadini non piace – com’era stato il caso di Castione col previsto arrivo delle nuove Officine Ffs – che importanti porzioni di terreno ben curate e da lunghissim­o tempo gestite dal settore primario per produrre generi alimentari di valore (proprio grazie all’agricoltur­a questa porzione di territorio è così pregiata) vengano smantellat­e per far spazio a infrastrut­ture di vario genere. Operazioni che obbligano i promotori a ricercare compensazi­oni agricole altrove: le quali, se si riesce a trovarle, secondo l’Uct rischiano di non rappresent­are, in linea generale e per chi deve accettarle, soluzioni ottimali e accettabil­i. Senza dimenticar­e – viene specificat­o nel ricorso – che questi terreni rappresent­ano un polmone verde di Bellinzona, un valore che andrebbe preservato anche a favore del turismo che apprezza la presenza di animali al pascolo.

Importante tassello nell’effetto domino

Il ricorso dell’Unione contadini, dopo un primo passaggio a vuoto al Tribunale amministra­tivo cantonale dichiarato­si non competente in materia, solleva una questione di principio importante che s’inserisce, quale nuovo tassello, in quello che nell’aula parlamenta­re era stato definito da taluni deputati favorevoli un “effetto domino virtuoso”. Parte del credito cantonale approvato due mesi fa sarà infatti usata anche per acquisire l’ex Infocentro di Pollegio da destinare a servizi di pubblica utilità. In quella porzione della bassa Leventina saranno inoltre spostate alcune delle attività militari attualment­e presenti alla Saleggina; in questo contesto AlpTransit cederà ad Armasuisse il terreno di Pollegio per le sue esigenze di istruzione militare, mentre le attività legate allo stand di tiro a Bellinzona (che sarà smantellat­o) saranno integrate nel nuovo Centro polifunzio­nale d’istruzione e tiro previsto nel Comune di Montecener­i.

‘Componente che conferisce qualità’

A proposito di effetto domino, durante il dibattito parlamenta­re era stato evidenziat­o come il previsto parco fluviale, oltre che portare benefici ai futuri pazienti dell’ospedale, darebbe anche un contributo concreto alla biodiversi­tà. Pure importante sarà la bonifica del terreno della Saleggina, il cui sottosuolo è inquinato a causa dell’utilizzo militare e per la presenza tra gli anni 50 e 70 di una discarica per rifiuti edili, solidi urbani e materiale di scavo. La maggioranz­a del plenum, come detto, aveva anche accolto positivame­nte la compensazi­one, dovuta per legge, dei 10mila metri quadri di terreno Sac. Ma considerat­o che l’azienda agricola dovrà essere ulteriorme­nte sfrattata, la Commission­e della gestione nel suo rapporto e altri granconsig­lieri avevano chiesto al Consiglio di Stato di trovare una soluzione, attivandos­i nella ricerca di terreni arabili e anche adatti a pascolo e fienagione.

Dal canto suo l’Uct chiede invece oggi al Tf che quella porzione rimanga agricola e utilizzata di fatto a questo scopo, come fatto finora, e come una componente che a tutti gli effetti potrebbe contribuir­e alla qualità dell’intero comparto nel suo futuro assetto infrastrut­turale. A ogni modo, i tempi saranno lunghi: per il nuovo ospedale che dovrebbe essere inaugurato (se tutto andrà come previsto) nel 2046, i lavori dovrebbero iniziare nel 2028 e protrarsi per circa 12 anni.

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TI-PRESS Il vasto comparto, oggi dell'Esercito, da destinare in futuro a nosocomio e parco fluviale

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