Mense e corsi di nuoto: interrogativi sui rincari
Malcontento e raffica di domande al Municipio
Cosa sta succedendo alle tasse di Bellinzona le cui casse comunali mostrano pesanti disavanzi nel 2020 e 2021, tanto da intravedere l’avvio di una cura da cavallo partendo dal preventivo 2022? Significativi rincari sono infatti intervenuti recentemente sia per i pasti consumati in mensa dagli allievi delle Elementari, sia per i corsi di nuoto estivi organizzati al bagno pubblico. Ciò che tramite due interpellanze depositate oggi ha scatenato la sinistra nella ricerca di spiegazioni attese durante la seduta di legislativo del 30 aprile per bocca rispettivamente del municipale Plr Renato Bison (capodicastero Educazione, cultura, giovani e famiglie) e di quello leghista Mauro Minotti (Finanze, economia e sport). Partiamo dalle mense. Il 9 giugno – attaccano i consiglieri Mps Angelica Lepori, Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi – l’esecutivo ha proceduto, tramite una modifica dell’Ordinanza municipale sulle tasse per le prestazioni dell’Istituto scolastico, a un aumento della tassa di refezione della scuola elementare pari al 18,75%, portandola cioè da 8 a 9,50 franchi. “Nell’attuale contesto sociale ed economico non si giustifica nessun aumento delle spese per le famiglie della nostra città”, scrivono i consiglieri chiedendo spiegazioni: “Nei capitolati d’offerta dei singoli lotti delle men- se vi era (e vi è) indicato un prezzo del pranzo offerto? Se sì, quale era (ed è) per i singoli lotti? A quanto ammonterà, per ogni singolo lotto e complessivamente, il maggior incasso per l’intero anno scolastico 2021/22?”. I firmatari presentano anche una proposta di risoluzione all’indirizzo del Consiglio comunale con cui deplorano la decisione municipale e chiedono allo stesso di annullarla.
Meno posti per più franchi
Capitolo corsi di nuoto, iniziati proprio questo lunedì 21 giugno. A farsi portavoce del malcontento di non poche famiglie per i rincari delle tariffe e la riduzione dei posti disponibili è l’interpellanza di Martina Malacrida Nembrini (Unità di sinistra) affiancata da cinque colleghi di lista, due verdi e un liberale. Già il 30 maggio, viene fatto notare, la società Turrita Nuoto comunicava l’esaurimento dei posti a disposizione: “Solo 400 (domiciliati e non) a fronte dei 650 nel 2019 e ai molti di più registrati negli anni precedenti quando i corsi erano offerti a prezzi più popolari”, lamentano gli interpellanti. Ai ritardatari veniva suggerito d’iscriversi ai corsi organizzati dalla società in luglio e agosto: “Purtroppo però anche questi hanno subito un rincaro. Per 45 minuti al giorno durante 5 giorni il costo è di 100 franchi, assai più oneroso dei corsi di giugno. Per i quali l’aumento delle tasse d’iscrizione è stato esponenziale dal 2014 al 2021: da 15 a 80 franchi in 7 anni con un’impennata da 25 a 50 nel 2019. Altra nota dolente: l’abolizione della tessera di 20 fr. che permetteva l’accesso alla piscina al genitore accompagnante”. Nel contempo le ore di lezioni offerte sono diminuite di 30 minuti “causando così un ulteriore disservizio alle famiglie che si vedono ridotto il tempo durante il quale i ragazzi sono impegnati, causando problemi di conciliazione con gli orari di lavoro (pochi possono permettersi di iniziare a lavorare dopo le 9) e se, come scritto nel comunicato Turrita Nuoto, il problema fosse quello di non far entrare in acqua bambini e ragazzi alle 8.30 a causa della bassa temperatura, si sarebbe comunque potuto posticipare la fine del corso a mezzogiorno”. I consiglieri ritengono rincari e riduzioni d’orario “ingiustificati e sicuramente a sfavore dei ragazzi meno abbienti e delle loro famiglie; infatti non è nemmeno previsto uno sconto per famiglie numerose e per quelle meno fortunate economicamente”. I consiglieri ritengono anche che nel contributo di oltre 3,5 milioni che la Città versa all’Ente sport, si dovrebbe trovare sufficiente margine di manovra per coprire i costi dei corsi di nuoto: “Dato il momento particolare che stiamo vivendo è ancora più importante riflettere sulla legittimità della logica del profitto a scapito del servizio pubblico, bisogna prestare ancora più attenzione alle ripercussioni economiche che stanno subendo le fasce più vulnerabili, ossia quelle famiglie (e sono sempre di più) che non possono permettersi lezioni di nuoto private per i propri figli”. Anche considerando legittima la necessità dell’Ente Sport e della Turrita Nuoto di recuperare le minori entrate avute le scorso anno, “riteniamo che questo servizio debba continuare a essere garantito per tutti”. Essendo i corsi di nuoto una “tradizione radicata e motivo di orgoglio di una Città che nel corso degli anni ha offerto un’attività popolare a prezzi popolari ai suoi giovani cittadini”, questo aspetto “dovrebbe tornare centrale ed essere riconsiderato quale parte integrante della politica giovanile cittadina”. Da qui una serie d’interrogativi per comprendere i motivi di tale situazione.