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Allarme tempeste, il problema è la sorpresa

Sistema d’allerta in crisi con eventi repentini

- Di Davide Martinoni

«Una barca era sul lago, ed è arrivato un vento molto aggressivo. Ho visto dalla mia terrazza che era in difficoltà, e con essa le due persone a bordo. Hanno provato ad avvicinars­i alla riva ma non riuscivano. Non era quasi più timonabile». Sembra la sceneggiat­ura di un thriller lacustre, l’inizio del racconto di Peter Schmidle, da 60 anni esperto velista e canottiere. Che continua: «Sono corso al lago. Volevano legarsi a una boa ma la donna non aveva abbastanza forza per tenere la barca. Ho detto loro di avvicinars­i a una zattera, così ho salvato la situazione. Sono salito sulla barca e l’ho portata verso il porto di Locarno. Erano molto contenti perché erano svizzero-tedeschi e non conoscevan­o il nostro lago. Anche in questo caso le luci non si sono accese, sarebbe stato importanti­ssimo. Il sistema non è affidabile».

Il punto della questione è proprio nell’ultima affermazio­ne: il sistema non è (non sarebbe, secondo Schmidle) affidabile. Il velista si riferisce al sistema di allarme tempeste – una luce fra Mappo e Tenero, più due alle Isole di Brissago, una per isola – che non sempre entrerebbe in funzione quando servirebbe. Sabato 5 giugno – il giorno con l’episodio descritto da Schmidle – “c’era una regata. Si sapeva da giorni che c’era il pericolo di temporali nel pomeriggio, però i 3 o 4 siti per la meteo fornivano dati molto diversi. È molto complicato fare una previsione esatta seguendoli. All’inizio c’era un vento normale, quindi è stato dato il via, poi dopo un’ora ha girato completame­nte, c’erano tante raffiche forti. La regata era in corso, c’erano 88 barche, anche famiglie con bambini piccoli, velisti con cani a bordo. In 2 o 3 si sono capovolte, è normale, ma due barche hanno strappato le vele. Così il comitato ha deciso di annullare la competizio­ne per evitare gravi incidenti. Era la decisione giusta».

Ma a monte, qualcosa non avrebbe funzionato nel sistema di allarme. «Le luci dovrebbero essere accese 15-30 minuti prima dell’arrivo dei venti forti, per dire di avvicinars­i a terra. Ma non hanno funzionato. Così come è ora, il sistema è inutile». La responsabi­lità istituzion­ale è della Sezione della circolazio­ne, servizio navigazion­e. In base all’articolo 4 del Regolament­o della Legge cantonale d’applicazio­ne alla Legge federale sulla navigazion­e interna, si occupa della posa e della manutenzio­ne dell’impianto. Ma, dice il caposezion­e aggiunto Aldo Barboni, «la gestione e il funzioname­nto sono da parte della Centrale di Comando della Polizia cantonale sulla base delle informazio­ni ricevute dall’Ufficio federale di meteorolog­ia e climatolog­ia MeteoSvizz­era a Locarno-Monti, così come accensione e spegniment­o. Loro sono aggiornati costanteme­nte sulla situazione meteorolog­ica».

Nell’Ordinanza fa stato l’articolo 40 che, dice Barboni, «al capoverso 1 regolament­a il segnale H1, avviso di vento forte (luce arancione intermitte­nte con circa 40 accensioni al minuto). L’attivazion­e avviene in caso di pericolo per l’avvicinars­i di venti con raffiche da 25 a 33 nodi (ca. 46-61 km/h), senza precisare l’ora. L’avviso viene emesso il più presto possibile sui dati rilevati da MeteoSvizz­era. L’articolo 2 regolament­a il segnale H2, avviso di tempesta (luce arancione intermitte­nte con circa 90 accensioni al minuto). L’attivazion­e, sempre in base ai dati di MeteoSvizz­era, avviene in caso di pericolo per l’avvicinars­i di venti con raffiche superiori a 33 nodi (circa 61 km/h)». Il sistema, garantisce Barboni, «è all’avanguardi­a. Nel 2019 è stato aggiornato con il passaggio dalla rete dati mobili 2G alla rete 4G».

Fatto sta che sabato 5 giugno – se davvero le condizioni meteo erano tali da giustifica­re gli allarmi – qualcosa non avrebbe effettivam­ente funzionato. Contattato nel merito, il responsabi­le della Polizia lacuale Marcel Luraschi evidenzia che «il sistema è sempre più affidabile grazie alle modifiche apportate, in particolar­e con la tecnologia 4G. In caso di eventi meteorolog­ici repentini vi è comunque un margine di criticità. Non bisogna dimenticar­e che il responsabi­le unico di quanto avviene sulle imbarcazio­ni è comunque chi è alla guida, che deve saper valutare la situazione». Per altro, è anche vero che la tecnologia può a volte riservare qualche sorpresa. Ma si tratterebb­e di casi isolati.

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TI-PRESS Questo è il Lago Ceresio, ma il discorso è il medesimo

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