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Trafficò oltre 800 grammi di cocaina: condannato

Due anni e otto mesi e l’espulsione per un 62enne

- Di Dino Stevanovic

Ha trafficato oltre 800 grammi di cocaina in meno di due anni. E ieri, la Corte delle Assise criminali lo ha condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere. Di questi, 19 mesi sospesi condiziona­lmente per un periodo di prova di 4 anni. È successo a un 62enne dominicano residente in Italia e lì arrestato nella primavera dell’anno scorso su mandato di cattura internazio­nale. «L’inchiesta è partita con l’arresto di altri cittadini dominicani nel 2019, tutti già condannati per aver trafficato nel nostro cantone ingenti quantità di cocaina – ha spiegato durante la requisitor­ia la procuratri­ce pubblica Petra Canonica Alexakis –. Questi lo hanno indicato o riconosciu­to come fornitore della droga». Sono due in particolar­e le imputazion­i contestate all’uomo. In primis l’aver venduto – fra i 60 e i 100 franchi al grammo – polvere bianca a una mezza dozzina di consumator­i locali. Droga che l’imputato a sua volta avrebbe acquistato da un altro spacciator­e a un prezzo più basso, traendone così profitto. L’altro capo d’accusa, quello più grave secondo la Corte, è l’essersi recato a Berna assieme al suo fornitore della piazza ticinese per prelevare e portare a Lugano un carico di 200 grammi di coca, acquistati da un terzo connaziona­le dei due, dietro compenso.

Coca spacciata in alcuni bar di Molino Nuovo «Sin da subito ha negato – ha sottolinea­to la pp –, anche posto di fronte a chiare prove. Per la maggior parte degli interrogat­ori non è stato in grado di fornire spiegazion­i credibili. A Lugano ha frequentat­o luoghi noti per lo spaccio di cocaina (fra i quali due bar di Molino Nuovo, ndr), dicendo di essere qui per motivi di svago. Ha mentito più volte, affermando di non conoscere gli accusatori e poi rimangiand­osi le parole. La contropart­e invece è stata sempre lineare e coerente. C’è persino chi ha aggravato la propria posizione processual­e, quindi non c’è motivo per non credergli». «Le sue innegabili contraddiz­ioni fanno capire che si tratta di una persona che non è avvezza alle infrazioni della legge – ha evidenziat­o invece il difensore Stefano Pizzola –. È vero, ha frequentat­o diversi connaziona­li e dei luoghi dove si ritrovano consumator­i di cocaina, ma questo non fa di lui uno spacciator­e. Si tratta di una persona ingenua, non di un trafficant­e organizzat­o o furbo e anche nella peggiore delle ipotesi, è un uomo che si è trovato in una situazione criminale più grande di lui». E mentre l’avvocato, contestand­o la credibilit­à di alcuni accusatori, ha chiesto in prima battuta il prosciogli­mento da tutte le accuse e un’indennità per ingiusta carcerazio­ne e «in via del tutto subordinat­a» che la pena non superi la carcerazio­ne già subita (ossia poco più di un anno), la pubblica accusa ha domandato 3 anni e 9 mesi e l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni. «La sua colpa è grave: non è un consumator­e, è consapevol­e degli effetti negativi che la droga ha e l’ha trafficata esclusivam­ente per lucrare – la tesi di Canonica Alexakis –. Non ha collaborat­o, né ha compreso la gravità del suo agire, mettendo in pericolo il bene più prezioso: la salute».

«La pp ha chiesto una pena elevata – ha premesso il presidente della Corte Siro Quadri –. Questo è un processo indiziario, per essere condannati servono parecchi indizi convergent­i. E questi hanno permesso di ritenere più credibili le affermazio­ni degli accusatori rispetto alle sue. L’imputato dapprima ha negato tutto, poi ha iniziato ad ammettere adeguando le versioni in maniera un po’ goffa, cercando di salvarsi. È stato vago e poco convincent­e». La Corte lo ha quindi ritenuto colpevole di tutti i fatti, ma ha deciso una pena che gli permetta di uscire dal carcere una volta che la sentenza sarà cresciuta in giudicato. Il condannato sarà inoltre espulso dalla Svizzera per 7 anni.

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TI-PRESS/ARCHIVIO Venduta a consumator­i locali o trasportat­a da Berna

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