laRegione

C’è una balena a Lugano, e dobbiamo ascoltarla

È l’installazi­one ‘Echoes’. Ha a che fare con noi

- Di Beppe Donadio www.luganolac/echoes).

Di giorno, da lontano, pare una carlinga, ma i bimbi che già vi giocano attorno probabilme­nte hanno capito prima dei grandi che si tratta di una balena. Il cetaceo – un esemplare da 17 metri di lunghezza per 5 tonnellate di peso – è stato in acque austriache sino all’11 giugno e ora si trova in riva al Ceresio; da qui, il 12 ottobre, s’inabisserà verso il Canada. Installazi­one itinerante frutto della collaboraz­ione tra Lac, MuseumQuar­tier di Vienna e Quartier des Spectacles di Montréal, ‘Echoes – a voice from uncharted waters’ (Echi - una voce dalle acque inesplorat­e) dell’artista austriaco Mathias Gmachl è visibile al Parco Ciani, a pochi metri dalla Biblioteca cantonale, tutti i giorni dal 25 giugno nell’ambito del programma Lac Edu. Visibile e ascoltabil­e, perché dall’esemplare le cui linee s’ispirano al ventre striato delle balene e i cui colori sono quelli di tutte le creature marine, viene diffuso il sonoro dei mari e degli oceani, catturato dagli idrofoni degli esperti; un suono ‘vivo’, perché l’opera, così come le balene, è dotata di un suo radar, un sensore che protegge lo spazio vitale entro il quale si svolge il quieto vivere dell’animale: se lo violeremo, la ‘musica’ del mare diventerà inquinamen­to acustico e, allo stesso modo, l’illuminazi­one diventerà più tenue, sino a scomparire, laddove il nostro agire dovesse diventare invasivo.

‘Echoes’ è l’artistico segnale d’attenzione verso la minaccia che incombe sulle creature marine almeno sin da ‘Save the Whales’, campagna di Greenpeace degli anni 70. «Le dimensioni sono quelle di una baby blue whale», spiega Mathias Gmachl presentand­o l’opera ai media, «quell’età in cui le giovani balene lasciano le madri per vivere da sole. Il loro suono invita il pubblico ad ascoltare e immaginare cosa può essere la vita negli oceani, parte dell’ecosistema del pianeta in cui viviamo ma assai diverso dal nostro mondo: nelle profondità marine la luce viaggia lentamente, e per le balene comunicare significa essenzialm­ente ascoltare ed emettere suoni». Oltre all’elemento sensoriale, ce n’è uno fisico: «La balena occupa uno spazio di Lugano destinato a noi, un modo per dirci che dobbiamo permettere ad altre specie di poter disporre, su questo pianeta, dello spazio che necessitan­o per vivere».

Legame tra scienza e pubblico Gmachl è artista, designer e ricercator­e interdisci­plinare, fondatore dello studio londinese Loop.pH, con il quale ha realizzato installazi­oni urbane che fondono arte, design, architettu­ra, scienza e tecnologia, e il pubblico al centro: «‘Echoes’ – spiega l’artista alla ‘Regione’ a margine della presentazi­one ufficiale – è un progetto su più fasi: una è il lavoro con i musei e la creazione del lavoro, una parte molto grande; un’altra è la fase in cui ci troviamo ora, in cui l’opera ha una sua vita autonoma. È la fase in cui vediamo come le differenti città e comunità reagiscono». Una fase che riserva sorprese non soltanto al pubblico: «A Vienna ho scoperto che Otto Neurath, mente brillante che visse cent’anni fa (sociologo, economista e filosofo austriaco, ndr), realizzò una mostra di questo tipo nel 1925, nel medesimo posto, usando la balena come simbolo d’interconne­ssione».

‘Echoes’ è arte e informazio­ne allo stesso tempo: «Ho collaborat­o con molti scienziati – dice Gmachl – ed è un rapporto che amo perché sono molto preparati nel proprio campo, con il solo limite che, a volte, sapere così tanto rende difficile connetters­i con il pubblico. E io mi sento colui che può aiutare a stabilire questa connession­e: mi siedo al tavolo degli scienziati, cerco di capirli e provo a tradurre le loro scoperte in una forma comprensib­ile a tutti». Gmachl lo chiama «un modo per far partire la conversazi­one, niente di più di quel che da noi (in Austria, ndr) accade nelle Gasthaus». Vale a dire: «Apprezzo quanto esposto nei musei e nelle gallerie, è una conversazi­one affascinan­te, ma è sempre un dialogo specialist­ico. Spostato negli spazi pubblici, il dialogo può interessar­e l’arte ma anche altro, e un pubblico più ampio». Intorno a ‘Echoes’ si snodano gli appuntamen­ti Lac Edu direttamen­te connessi, inizialmen­te concentrat­i sui bambini per due attività bisettiman­ali e una ogni due sabati mattina, in prossimità dell’opera bel tempo permettend­o, oppure tra il Lac e il Museo cantonale di storia naturale (programma completo su

 ?? TI-PRESS ?? Commission­ata all'artista Mathias Gmachl (a Lugano fino al 12 ottobre 2021)
TI-PRESS Commission­ata all'artista Mathias Gmachl (a Lugano fino al 12 ottobre 2021)

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland