La situazione è ‘invidiabile’, il passo ‘coraggioso’
Il Consiglio federale riapre più del previsto. Revocato l’obbligo di lavorare da casa.
L’estate inizia, la Svizzera torna alla normalità. Sì, resta l’obbligo generale di indossare la mascherina al chiuso. E in vigore rimane qualche altra restrizione residua. Ma il Consiglio federale ha deciso che da sabato i provvedimenti contro il coronavirus saranno “considerevolmente allentati e semplificati”. Cadranno gli obblighi di mascherina all’aperto e del telelavoro, al ristorante si godrà di maggior libertà, con il certificato Covid i grandi eventi si terranno senza limitazione alcuna e si potrà tornare in discoteca o nelle sale da ballo senza la mascherina. Niente mascherina né distanze o limiti di capienza anche per le attività sportive e culturali all’esterno, semplice obbligo di registrare i dati di contatto per quelle negli spazi chiusi.
Il ministro della sanità Alain Berset lo aveva lasciato intendere in Parlamento la scorsa settimana: la quinta fase di riapertura avrebbe potuto essere più generosa di quella proposta in sede di consultazione. Pochi però si immaginavano che il passo avanti potesse essere «nettamente più importante» (sempre Berset) di quello prospettato. E invece così è stato. Per il sollievo di molti. Le organizzazioni economiche, così come quelle dei settori gastronomico e turistico, accolgono favorevolmente gli allentamenti annunciati. Anche Travail.Suisse lo fa, ma ricorda che la pandemia non è finita, e se la situazione dovesse peggiorare dopo l’estate non si dovrà esitare ad adottare nuove misure.
Sta di fatto che adesso il Paese si trova in una situazione «abbastanza invidiabile». Le ultime due fasi di riapertura (19 aprile, 31 maggio) «non hanno avuto conseguenze negative» e la campagna vaccinale prosegue a ritmo «molto sostenuto» (entro fine mese circa la metà della popolazione adulta sarà completamente vaccinata), ha detto il friburghese in conferenza stampa. La prudenza però rimane d’obbligo: il passo deciso ieri dal Consiglio federale è «abbastanza coraggioso», ma «non dobbiamo diventare temerari».
Le norme di igiene (lavarsi accuratamente le mani) e di comportamento (mantenere la distanza, mascherina laddove questo non è possibile) sono sempre valide. Per il resto «restano pochissime regole», ha detto Berset. All’esterno in pratica vengono levate tutte le restrizioni ancora in vigore. All’interno, invece, bisogna continuare a indossare la mascherina. Il ministro della sanità ha ammonito: è importante che queste misure ‘residue’ continuino a essere «ben applicate, come lo sono state negli ultimi mesi». Perché siamo sempre nella fase di stabilizzazione, non ci troviamo ancora in quella di normalizzazione. E non siamo al riparo da possibili repentini sviluppi in senso negativo, come del resto già avvenuto in passato.
Il punto a metà agosto
La situazione potrebbe tornare a farsi difficile dal prossimo autunno. Ma non dovrebbe raggiungere i livelli della primavera o dello scorso autunno-inverno, ha affermato Berset. La diffusione della variante ‘Delta’ viene seguita «con molta attenzione». I vaccini disponibili in Svizzera proteggono bene anche contro la ‘Delta’, ha rassicurato il ministro della sanità. Ma non si può escludere che emergano altre varianti più contagiose e pericolose, magari pure resistenti ai vaccini, ha detto Patrick Mathys, capo della sezione gestione delle crisi dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp). Inoltre la stagionalità gioca un ruolo. Si dovrà fare in modo che il sistema sanitario non venga sovraccaricato dall’influenza e da altre malattie.
Gli allentamenti decisi dal Consiglio federale restano in vigore da sabato fino alla metà di agosto. A quel punto l’esecutivo valuterà nuovamente la situazione. Di seguito, una carrellata delle principali misure contenute nel voluminoso ‘pacchetto’:
Obbligo di mascherina/1 Revocato all’esterno. Vale in particolare per le aree esterne delle strutture accessibili al pubblico e delle strutture per il tempo libero, come pure sulle terrazze dei ristoranti, nelle stazioni (atri e aree commerciali compresi), le fermate, i marciapiedi di accesso ai treni, i sottopassaggi e i cavalcavia.
Obbligo di mascherina/2 Rimane al chiuso (anche la stazione sotterranea di Zurigo è considerata un luogo chiuso) e laddove non è possibile mantenere una distanza di 1,5 metri dalle altre persone.
Obbligo di mascherina/3 Revocato sul lavoro. Sono i datori di lavoro, responsabili della protezione dei loro dipendenti, a decidere dove e quando è necessario indossarla.
Obbligo di telelavoro Revocato e sostituito da una raccomandazione. Il lavoro in loco non è più subordinato all’obbligo di sottoporsi regolarmente a un test.
Scuole Obbligo di mascherina revocato nelle scuole del livello secondario II. I provvedimenti da adottare nei licei, nelle scuole specializzate e nelle scuole professionali tornano a essere di competenza dei Cantoni. Soppressa (senza l’obbligo di sottoporsi regolarmente a un test) anche la limitazione del numero di persone ammesse ai corsi in presenza nella formazione professionale superiore, nella formazione continua e nelle scuole universitarie.
Manifestazioni private Restano le restrizioni in vigore: massimo 30 persone al chiuso (cena in casa tra amici, ad esempio), 50 all’aperto (grigliata in giardino). Matrimoni: stesse limitazioni se la festa si svolge in casa; se invece si svolge in una sala di un ristorante sono ammesse fino a 250 persone (500 se si è all’aperto; nessun limite se viene richiesto il certificato Covid); non è consentito ballare, a meno che siano ammessi unicamente ospiti con certificato Covid.
Negozi/strutture per il tempo libero/impianti sportivi Possono sfruttare appieno la propria capienza. I parchi acquatici possono riaprire. Soltanto alle manifestazioni senza certificato Covid la capienza è limitata a due terzi.
Attività sportive e culturali Revocate tutte le restrizioni all’aperto. Al chiuso (nei centri fitness e nei locali delle corali, ad esempio) vanno semplicemente registrati i dati di contatto; abrogati invece l’obbligo della mascherina, di mantenere la distanza e le limitazioni della capienza. Non si fa più alcuna distinzione tra professionisti, dilettanti o giovani: valgono per tutti le stesse regole.
Ristoranti Revocata la limitazione del numero di persone per tavolo. Al chiuso: resta l’obbligo di consumare stando seduti e di indossare la mascherina quando si lascia il tavolo, tra i gruppi dev’essere rispettata la distanza prescritta, i dati di contatto continuano a essere registrati (bastano quelli di una persona per gruppo). All’esterno cadono tutte le restrizioni (limite di persone per tavolo, obbligo di consumare stando seduti ecc.), va però rispettata la distanza tra i tavoli.
Discoteche e sale da ballo Possono riaprire, per di più senza limitazioni di capienza, obbligo di registrare i dati di contatto né obbligo di mascherina. La condizione: che l’accesso sia limitato alle persone munite di un certificato Covid.
Grandi eventi con certificato Covid Revocate tutte le restrizioni. Consentite le manifestazioni con più di 10mila persone, senza limitazioni di capienza. Per quelle con più di 1’000 persone occorre l’autorizzazione del Cantone.
Grandi eventi senza certificato Covid Condizioni: se il pubblico è seduto, consentiti 1’000 spettatori, sia al chiuso che all’aperto; se i presenti stanno in piedi o si muovono, limite massimo di 250 persone al chiuso e di 500 all’aperto; possono essere utilizzati due terzi della capienza, sia al chiuso che all’aperto; al chiuso vige l’obbligo della mascherina e la consumazione è permessa soltanto nel settore della ristorazione (se però vengono registrati i dati, anche al posto a sedere); all’aperto non è obbligatorio indossare la mascherina; vietate le manifestazioni e i concerti in cui si balla.
Fiere Revocato il divieto di svolgere fiere con meno di 1’000 persone al chiuso. Non sono nemmeno più previste prescrizioni sulla capienza. Alle fiere che non richiedono il certificato Covid vige però l’obbligo della mascherina al chiuso e la consumazione è ammessa soltanto in settori ben limitati.