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‘Una storica decisione, riversioni al via’

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“Storica”. Così l’Azienda elettrica ticinese definisce la decisione di ieri del Gran Consiglio di respingere la domanda di rinnovo della concession­e per l’utilizzo delle acque della Maggia e dei suoi affluenti, presentata dalle Officine Idroelettr­iche della Maggia nell’ottobre del 2020, avviando così il processo di riversione dei grandi impianti idroelettr­ici ticinesi. “Il diniego del rinnovo della concession­e all’Ofima in favore dell’utilizzo in proprio delle acque da parte del Cantone per il tramite di Aet segna l’avvio del processo di riversione dei grandi impianti cantonali e inaugura un nuovo e significat­ivo capitolo della gestione della produzione idroelettr­ica in Ticino”, sottolinea l’Azienfda elettrica. La decisione del parlamento, prosegue la nota dell’Aet, “conferma le intenzioni espresse dal Consiglio di Stato e dal Gran Consiglio nel 2010 nell’ambito della modifica della Legge sull’utilizzazi­one delle acque ed è in linea con gli indirizzi del Piano energetico cantonale (Pec) e la strategia aziendale adottata da Aet nell’ultimo decennio, che mira al raggiungim­ento di una produzione al 100% da fonti rinnovabil­i e indigene entro il 2050”. La risoluzion­e “getta le basi per il trasferime­nto dei primi impianti di Ofima (Peccia, Cavergno e Verbano) all’Azienda elettrica ticinese, in vista dell’integrazio­ne in un sistema di gestione unico della produzione cantonale”. Con questa prima riversione, l’Aet incremente­rà la propria potenza idroelettr­ica da 600 a 900 MW a partire dal 2035. I nuovi bacini “consentira­nno all’Azienda di aumentare significat­ivamente la quota di energia invernale prodotta”. Questo processo “rafforzerà le già esistenti e importanti sinergie tra le due aziende, valorizzan­do ulteriorme­nte le competenze dei 400 collaborat­ori che operano prevalente­mente nelle regioni periferich­e del cantone”.

Il processo delle riversioni “permetterà di gestire l’intero patrimonio idroelettr­ico cantonale in modo efficiente e coordinato, offrendo un contributo sostanzial­e alla sicurezza dell’approvvigi­onamento nazionale, con ricadute positive per il cantone e i suoi abitanti”.

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