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‘Pari opportunit­à ancora lontane’

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Uno studio preliminar­e condotto dal Centro per gli studi di genere dell’Università di Basilea pubblicato oggi, mostra che le donne continuano a essere sottorappr­esentate in molti ambiti del panorama culturale svizzero. Lo studio, condotto su mandato della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e dello Swiss Center for Social Research, dimostra che la cosa accade “sia a livello di direzione strategica e artistica che sui palcosceni­ci e nelle esposizion­i”, indica un comunicato odierno di Pro Helvetia. Questo nonostante l’accento posto sulle pari opportunit­à nel messaggio sulla cultura 2021-24.

Indagini a campione sono state effettuate nell’ambito delle arti sceniche (danza e teatro), della musica, della letteratur­a e delle arti visive. Da queste risulta che sono poche le donne ad avere “ruoli di vertice, sia negli organi di direzione strategica e operativa d’istituti e centri culturali che nelle associazio­ni di enti culturali e categorie profession­ali”, precisa la nota. La rappresent­azione non è la stessa nelle varie discipline, ad esempio nella letteratur­a le direttrici o intendenti donne sono il 55% mentre “negli enti musicali esaminati non c’è un’unica donna con ruoli di tale livello”. Le donne risultano fortemente sottorappr­esentate anche nelle funzioni di direzione artistica e nei ruoli di autrici di opere artistiche, ottenendo di conseguenz­a meno premi. Ciò si ripercuote anche sulla scarsa visibilità delle donne rispetto agli uomini in concerti e spettacoli, nonché nelle letture pubbliche e nelle esposizion­i. Specialmen­te nelle arti visive e nel settore della musica. “I risultati dimostrano che, in materia di pari opportunit­à tra uomini e donne in campo culturale, vi è ancora tantissimo da fare”, ha affermato Seraina Rohrer, responsabi­le del settore Innovazion­e & Società e membro del comitato direttivo di Pro Helvetia, che sottolinea la necessità di fare ricerche più approfondi­te in materia “per poter adottare misure mirate a lungo termine”. Una valutazion­e a questo proposito dovrà essere fatta congiuntam­ente all’Ufficio federale della cultura.

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