laRegione

Ronaldo-Benzema finisce in parità

Il 2-2 di Budapest assicura il primato ai francesi: sfideranno gli elvetici. Ungheria fuori.

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Ancora un inizio in salita, come contro la sorprenden­te Ungheria, che dopo aver già messo in difficoltà le altre due big del Gruppo F, cioè Portogallo e Francia, stavolta fa venire i sudori pure anche alla Germania, dopo quel vantaggio improvviso in tuffo di Szalai, al decimo. Mentre, in verità, i riflettori in questo mercoledì sera, ultima giornata della fase a gironi all’Europeo, sono puntati soprattutt­o sulla Puskas Arena di Budapest, con un’inconsueta cornice di pubblico (quasi sessantami­la persone) visti i tempi che corrono, a cui ci si era decisament­e disabituat­i in regime di pandemia, dove Francia e Portogallo danno vita al big-match da cui potrebbe uscire l’avversaria della Svizzera agli ottavi.

La Francia parte bene, stavolta, ma poi esce il Portogallo. Che alla mezz’ora passa in vantaggio: punizione di Moutinho dentro l’area, il portiere francese Lloris colpisce al volto col pugno il povero Pereira e l’arbitro spagnolo fischia il rigore. Ronaldo si presenta sul dischetto senza esitazioni: portiere da una parte, pallone dall’altra. I francesi faticano, e sentendo le notizie che arrivano dalla Baviera, dove i magiari arrivano alla pausa difendendo a denti stretti il vantaggio, il Portogallo comincia a credere seriamente nel primo posto di gruppo. Invece, allo scadere del 45', ecco un rigore anche per i francesi, con Semedo che allarga le braccia e il lanciatiss­imo Mbappé frana al suolo. Il Var conferma la scelta del direttore di gara, poi Benzema completa l’opera: 1-1, tutto da rifare. Anche se, a quel punto, Griezmann e compagni tornano a essere i primi di gruppo.

A quel momento, nessuno ancora sa che sarà proprio il criticato attaccante lionese l’uomo della provvidenz­a francese: infatti, al terzo minuto della ripresa, il trentatree­nne sbuca improvvisa­mente alle spalle di Ruben Diaz, e mette il pallone sul palo più lontano: Francia 2, Portogallo 1. In quel preciso istante, in virtù del risultato di Monaco, la Francia sale a quota sette punti davanti all’incredibil­e Ungheria con quattro, e all’accoppiata Germania-Portogallo con tre, ma Ronaldo e compagni sono eliminati per aver perso lo scontro diretto. Ma non è finita: passano appena dodici minuti e il Portogallo si vede accordare un secondo calcio di rigore, per un mani in area di Koundé che prova a opporsi a un cross di Ronaldo. Ancora una volta si presenta sul dischetto l’attaccante della Juventus, e ancora una volta Lloris si butta dalla parte sbagliata.

Intanto, sul fronte di Germania-Ungheria accade l’impensabil­e. Un’uscita avventata del portiere magiaro spalanca la porta a Kai Havertz: è l’1-1 al 66’. Tuttavia, non passano che due minuti (!) e gli ungheresi sono di nuovo in vantaggio, grazie a un centrocamp­ista, il ventiduenn­e Andras Schäfer. Così i tedeschi di Löw tornano ultimi in classifica. In questo modo il 2-2 di Budapest può accontenta­re sì i portoghesi, ma pure i francesi. Sennonché, una decina di minuti dopo a Monaco il risultato cambia ancora: in extremis, a sei minuti dal termine, Goretzka trova una botta dalla distanza che manda al tappeto gli ungheresi. Infatti il 2-2 qualifica i tedeschi, in una classifica che a quel punto vede la Francia a 5 punti e la Germania a braccetto con i portoghesi, ma seconda grazie allo scontro diretto, e i magiari ultimi con due. E quella situazione sino alla fine non cambierà più.

La Spagna spazza via la Slovacchia (che però le dà una mano)

Doveva essere lui il grande protagonis­ta di Slovacchia-Spagna, almeno per i tifosi slovacchi, dopo quel rigore sentenziat­o dal Var già al decimo (per fallo di Hromada su Koke) e battuto dallo juventino Morata, che il portiere Martin Dubravka riesce invece a intuire. Invece no: il trentaduen­ne gigante in forza agli inglesi del Newcastle, da primattore in men che non si dica si trasforma in zimbello degli appassiona­ti di calcio, fabbricand­o da solo il vantaggio iberico al trentesimo. Da solo si fa per dire, visto che tutto parte da un scellerato passaggio del difensore Satka, che nel tentativo di dare il la a un azione slovacca consegna la palla all’incredulo Sarabia, il cui tiro da fuori finisce sulla traversa e, dopo essersi impennato torna in campo, dove l’indisturba­to Dubravka anziché acchiappar­lo decide di metterlo in porta. La Spagna, che sa di dover vincere altrimenti è fuori, non chiede di meglio. Anche perché un quarto d’ora dopo, nei minuti di recupero, lo stesso Dubravka non brilla per convinzion­e nell’uscita, e il numero 24 Laporte ha buon gioco nel segnare il raddoppio. A quel punto, la partita è decisa, e gli spagnoli legittiman­o la loro superiorit­à segnando una terza volta, al 56’ con il già citato Sarabia, e pure una quarta (Torres, al 67’), prima di un secondo autogol slovacco, satavolta confeziona­to da Kuckla al 71’.

Intanto, nell’altra partita la Polonia vende cara la propria pelle. Nonostante due reti incassate nella prima ora di gioco, entrambe a firma Forsberg, di cui la prima dopo appena due minuti, ciò che costituisc­e un nuovo record per gli Europei di calcio. I polacchi (a cui viene negato pure un gol dal Var, per fuorigioco, al 64’) si aggrappano al loro giocatore più rappresent­ativo, Robert Lewandowsk­i, che li riporta a galla con una doppietta. Per passare il turno, però, la Polonia avrebbe bisogno di un terzo gol, che nonostante gli sforzi non arriverà. Anzi, sarà ancora la Svezia a segnare, in pieno recupero, con Claesson.

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KEYSTONE Alle critiche risponde con una doppietta
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KEYSTONE Il tiro di Goretzka che salva i tedeschi

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