laRegione

Prima ondata alta per i bassi redditi

Le persone in condizioni economiche modeste hanno patito di più, rivela uno studio

- Di Stefano Guerra

Berna – Sono rimaste impresse nella memoria di molti le immagini di centinaia di persone in fila lo scorso anno nella ricca (?) Ginevra per ricevere cibo e beni di prima necessità. Ma in Svizzera la correlazio­ne tra coronaviru­s e semi-confinamen­to da un lato, povertà e disparità sociali dall’altro, è rimasta sin qui piuttosto generica, prevalente­mente intuitiva. O tutt’al più fondata su singole testimonia­nze di persone che hanno raccontato come fosse diventato ancor più complicato arrivare alla fine del mese. Mancavano però dati al riguardo, così come indagini scientific­he che tracciasse­ro i contorni del fenomeno. Ora la lacuna viene almeno in parte colmata dallo studio ‘Effetti della pandemia di coronaviru­s e del semi-confinamen­to sulle condizioni di vita’, commission­ato dall’Ufficio federale delle assicurazi­oni sociali (Ufas) e pubblicato ieri.

Gli effetti negativi della pandemia e dei provvedime­nti adottati per contenerla durante la prima ondata hanno interessat­o soprattutt­o le persone appartenen­ti alle categorie di reddito più basse? La crisi ha accentuato gli svantaggi e le disparità preesisten­ti? E ancora: gli effetti negativi hanno interessat­o altri gruppi, per motivi riconducib­ili all’età, al sesso, alla configuraz­ione familiare o ad altre caratteris­tiche, a prescinder­e dalla categoria di reddito? Sono queste le domande principali alle quali forniscono una prima risposta i ricercator­i del Centro di competenza svizzero in scienze sociali Fors (Università di Losanna) e della Scuola universita­ria profession­ale per il lavoro sociale e la sanità di Losanna. Una risposta che non sorprende: le persone con basso reddito hanno subito più perdite finanziari­e di altre durante la prima ondata di coronaviru­s.

Ha piovuto sul bagnato

Sotto la lente sono finiti i mesi di maggio e giugno del 2020. Le analisi mostrano che alla fine della primavera e all’inizio dell’estate dello scorso anno – nel pieno della prima ondata, dunque – le persone in condizioni economiche modeste erano esposte più frequentem­ente delle altre al rischio di dover attingere ai loro risparmi, ridimensio­nare drasticame­nte il loro stile di vita o chiedere prestazion­i sociali a causa della crisi del coronaviru­s. Stando allo studio, quando pensavano alle loro esperienze durante la crisi, queste persone mostravano più sovente reazioni fisiche di stress. Si sono anche sentite più spesso in grande difficoltà nell’aiutare i figli a seguire le lezioni a distanza. In altri ambiti, quali la convivenza familiare o le relazioni sociali, non vi è stata praticamen­te nessuna differenza, o perlomeno nessuna prova che le disparità esistenti siano aumentate, precisa lo studio. Nel complesso, l’indagine rivela che la crisi “tende a rafforzare gli svantaggi e le disparità preesisten­ti”, una tendenza però non sistematic­a né riscontrab­ile in tutti gli ambiti esaminati.

L’analisi ha i suoi limiti. I dati misurano soltanto gli effetti della prima ondata pandemica e dei provvedime­nti adottati dopo che è stata decretata la ‘situazione straordina­ria’. Inoltre, vengono documentat­e unicamente le conseguenz­e a breve termine del semi-confinamen­to sulle condizioni di vita. I risultati, tuttavia, sono “importanti” e andranno sviluppati ulteriorme­nte, scrive nella premessa Astrid Wütrich, vicedirett­rice dell’Ufas. In autunno la Piattaform­a nazionale contro la povertà pubblicher­à un rapporto di sintesi sullo stato attuale delle conoscenze riguardant­i l’impatto della pandemia su povertà e disparità socio-economiche in Svizzera. Un’indicazion­e gli autori dello studio pubblicato ieri la danno già, benché “provvisori­amente”: la situazione finanziari­a sembra migliorare rispetto alla prima ondata, anche se i valori sono inferiori a quelli pre-pandemia. Si conferma per contro un’evoluzione meno favorevole per i redditi bassi. Ancora una volta: nessuna sorpresa.

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KEYSTONE Ginevra, 6 giugno 2020: in coda per ricevere alimenti e beni di prima necessità

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