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‘Accordi di libero scambio fondamenta­li’

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L’associazio­ne dell’industria meccanica, elettrotec­nica e metallurgi­ca (Swissmem) torna a riunirsi in Ticino, al Palazzo dei congressi di Lugano, con un’assemblea registrata pure come evento pilota per tracciare la via dell’uscita dalla pandemia a livello di grandi eventi. E Swissmem tocca subito un tema caldo. In quanto piccola economia aperta la Svizzera è uno dei maggiori beneficiar­i del libero scambio e della globalizza­zione: oggi guadagna un franco su due all’estero. Per il settore l’importanza del commercio estero è ancora più marcata, in quanto esporta circa l’80% dei suoi beni e servizi.

Per il presidente di Swissmem Martin Hirzel “è necessaria una rinascita del libero scambio”, e quindi chiede che “il Consiglio federale faccia uno sforzo speciale per garantire che nuovi accordi siano conclusi al più presto”. Hirzel è anche convinto che “le innovazion­i dell’industria creano prospettiv­e di sviluppo economico, ecologico e sociale. Il libero scambio elimina gli ostacoli inutili. Possiamo così combattere il cambiament­o del clima e allo stesso tempo perseguire obiettivi globali nella lotta contro la povertà e la promozione della prosperità globale”. In questo contesto il presidente della Confederaz­ione Guy Parmelin ha chiesto agli ambienti economici di aiutare a migliorare l’informazio­ne della popolazion­e in tale campo. Essa “deve capire meglio la portata e non temere per la perdita di impieghi”. “Lancio quindi un appello all’economia svizzera perché si impegni per spiegare che gli accordi di libero scambio non aprono la via allo smantellam­ento dell’economia svizzera”.

“È nostro dovere cercare sempre soluzioni creative che dimostrino che gli accordi di libero scambio che abbiamo sottoscrit­to contribuis­cono allo sviluppo sostenibil­e, sia in Svizzera che presso i nostri partner stranieri”, ha aggiunto il ministro dell’Economia. “Il commercio internazio­nale è una soluzione e non un problema”. Hirzel si è poi detto molto dispiaciut­o “che l’accordo quadro con l’Ue sia fallito. L’accesso al mercato unico è ora minacciato da un deterioram­ento strisciant­e. Nell’immediato, bisogna evitare una spirale negativa nelle relazioni con l’Ue. A medio termine, sono necessarie nuove soluzioni che permettano di assicurare la via bilaterale”.

Da parte sua Parmelin ha sostenuto che “la bilancia decisament­e non pendeva a favore degli interessi svizzeri, ma la volontà del Consiglio federale è di mantenere un partenaria­to forte con l’Ue e abbiamo lanciato segnali forti di disponibil­ità a riprendere rapidament­e il dialogo a Bruxelles”. Alla 14esima Giornata dell’industria Swissmem dal titolo ‘Opportunit­à del libero scambio - motore per prosperità e sostenibil­ità’ hanno partecipat­o oltre 500 persone del mondo economico, della politica, dell’amministra­zione e della ricerca. Oltre a Hirzel e Parmelin hanno preso la parola anche il consiglier­e di Stato ticinese Christian Vitta, l’ex presidente della Banca nazionale svizzera e attuale vicepresid­ente della società d’investimen­ti americana BlackRock Philipp Hildebrand e l’ex ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel.

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