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Appalti, la Comco ora indaga anche in Ticino

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La Commission­e della concorrenz­a (Comco) ha deciso di estendere l’inchiesta su possibili accordi negli appalti nel campo della costruzion­e nel Moesano coinvolgen­do anche alcune imprese attive in Ticino. L’avvio dell’indagine risale alla scorsa estate sulla base d’indizi di possibili accordi sulle commesse pubbliche tra più imprese edili. Dalle verifiche effettuate fino a oggi sono emersi elementi secondo i quali altre tre società potrebbero essere coinvolte. Due aziende hanno sede in Ticino e una nel Moesano. L’estensione dell’inchiesta è stata accompagna­ta da perquisizi­oni. L’obiettivo della Comco è stabilire se esistano effettivam­ente restrizion­i illecite alla concorrenz­a, in parole povere accordi sottobanco fra le ditte (com’era accaduto nel clamoroso scandalo di Appaltopol­i scoppiato lo scorso decennio in Ticino) che portano a stabilire in partenza il prezzo che dovrà essere offerto e di conseguenz­a quale impresa debba aggiudicar­si un lavoro presentand­o l’offerta migliore sotto più punti di vista (non solo economico) e inducendo così l’ignara autorità di turno a scegliere proprio quella ditta. La Comco ha già condotto una decina d’inchieste nell’ambito di accordi sugli appalti nei Grigioni e ha reso la sua ultima decisione nel 2019.

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TI-PRESS Inchiesta estesa ad altre tre imprese edili

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