laRegione

Cpc, cerimonia per i migliori ‘Non è escluso che sia allargata’

Possibili modifiche sulla scia delle nuove norme

- Di Dino Stevanovic

«Nessuna volontà di creare disparità». Oscar Gonzalez, aggiunto al direttore della Divisione della formazione profession­ale (Dfp), da noi sollecitat­o, cerca di calmare le acque su una polemica in salsa scolastica che ha causato malumori e persino un’interrogaz­ione al Consiglio di Stato. Casus belli è la decisione del Centro profession­ale commercial­e (Cpc) di Lugano di organizzar­e la cerimonia di consegna degli attestati finali per l’anno scolastico 2020-21 in formato decisament­e ridotto: “Purtroppo riservata unicamente agli allievi con miglior media finale e agli sponsor della manifestaz­ione”, si legge sul sito della scuola. Gli interessat­i saranno informati via e-mail, mentre a tutti gli altri il certificat­o verrà consegnato per posta.

L’interrogaz­ione: ‘È una discrimina­zione’

Una modalità che ad alcuni non è piaciuta, ad esempio ai granconsig­lieri Cristina Gardenghi (Verdi) e Maurizio Agustoni (Ppd), che sul tema hanno scritto un atto parlamenta­re. “Immaginand­o che la decisione sia stata presa in totale buona fede – si legge –, crediamo che limitare la partecipaz­ione alla cerimonia di consegna degli attestati costituisc­a una discrimina­zione infondata e mal si addica a un istituto formativo cantonale che ha per scopo quello di offrire le medesime opportunit­à formative a tutte le persone che lo frequentan­o”. Non solo: “Il messaggio che si rischia di veicolare è che solo chi ha ottenuto le note giuste per attirare l’attenzione degli sponsor ha diritto di ricevere un riconoscim­ento, mentre chi invece ha ottenuto note mediocri, magari mettendoci il doppio dello sforzo e dell’impegno, magari a causa di una situazione di partenza sfavorita, o perché durante l’anno è stato confrontat­o con malattie o altre situazioni di difficoltà, non merita l’attenzione di essere riconosciu­to perché non è stato abbastanza bravo da vincere un premio”.

Indicazion­i dipartimen­tali e libertà di sede

Questioni che avremmo voluto girare alla direzione del Cpc, che tuttavia da noi contattata ha preferito non esprimersi sulla polemica. Per capire meglio, ne abbiamo quindi parlato con Gonzalez. «In generale le indicazion­i dipartimen­tali erano quelle, se possibile, di svolgere le cerimonie in piccoli gruppi, senza esterni. Oltre a rispettare le disposizio­ni igienico-sanitarie, ogni istituto ha dovuto organizzar­si a dipendenza dei propri spazi a disposizio­ne e delle proprie possibilit­à gestionali dell’evento. Ogni scuola si è mossa all’interno di questo quadro». Libertà di sede quindi in base alle singole specificit­à, ma in un contesto indicato dal Dipartimen­to. E questo ha giustifica­to una situazione di «grande eterogenei­tà: c’è chi ha fatto gli esami prima, chi dopo. C’è chi è riuscito a organizzar­si con i propri spazi, chi invece ha fatto tutto integralme­nte online. La situazione è stata lasciata a discrezion­e delle sedi, nel rispetto delle norme».

La Divisione della formazione profession­ale: ‘Nessuna volontà di creare disparità’

Regole che tuttavia ora sono cambiate ed entreranno in vigore a partire da oggi. «Proprio per questo non escludo che ora si potrà ritrattare la pianificaz­ione adottata fino adesso ed eventualme­nte allargare questa o altre cerimonie ristrette, come tutti evidenteme­nte ci aspettiamo. Giustament­e anche i ragazzi e le loro famiglie lo desiderano: sono momenti importanti per loro, è sempre bello partecipar­e a questi eventi dopo un anno di duro lavoro. Ribadisco che non c’era la volontà di creare disparità, la situazione purtroppo è stata ed è incerta per tutti e siamo legati ai cambiament­i delle normative».

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TI-PRESS Il Centro profession­ale commercial­e di Lugano al centro della polemica

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