Roger e un’erba da rinverdire
A Wimbledon, Federer inizia da Mannarino. Djokovic nell’altra parte del tabellone.
Tutti contro Djokovic. Se c’è un giocatore in grado di fermare la marcia del numero 1 al mondo verso l’incoronazione sull’erba londinese (per quella che sarebbe la sua ventesima consacrazione in un torneo maggiore), quello è Roger Federer. Il renano, numero 6 del tabellone, e il serbo, che in caso di vittoria lo raggiungerebbe a quota venti titoli in un torneo del Grande Slam, in sede di sorteggio non sono stati inseriti nella medesima parte del tabellone, ragion per cui la loro strada potrebbe incrociarsi in un’ipotetica finale da sogno. D’altro canto l’aria che spira sul circuito maschile è cambiata assai rapidamente in questi ultimi tempi. Appena due settimane fa Rafael Nadal sembrava sulla strada ideale per il suo quattordicesimo trionfo al Roland Garros e il suo ventunesimo in un torneo maggiore, prima che il mancino di Manacor sciupasse tutto. E Nadal non sarà nemmeno a Londra per cercare di conservare quel primato di titoli complessivi che spartisce unitamente a Roger Federer.
A Parigi, in semifinale, Nadal aveva perso il confronto con Novak Djokovic soprattutto sul piano fisico. Provato dalle fatiche, il maiorchino aveva poi deciso di glissare sul terzo appuntamento stagionale del Grande Slam e sulle Olimpiadi di Tokyo per preservare il suo corpo. E per la medesima ragione, Roger Federer aveva a sua volta preferito ritirarsi dal Roland Garros alla vigilia del suo ottavo di finale.
A quasi 40 anni – traguardo che taglierà l’8 agosto – Federer sa che le sue possibilità di successo in uno dei quattro tornei maggiori sono più realistiche sull’erba di Londra. Dove in carriera ha avuto le sue più grandi soddisfazioni e, soprattutto, dove il gioco nelle sue corde sa essere il più naturale ed efficace possibile. Cosa che lo pone di diritto tra i favoriti anche di questa edizione. D’altro canto però, per il renano il tempo sta inesorabilmente per scadere: quella di quest’anno sarà con tutta probabilità una delle ultime cartucce per colui che sull’erba londinese ha già trionfato otto volte in carriera, considerato anche che le chance di primeggiare all’Us Open per lui saranno minori a causa del caldo e dell’umidità di New York. La sua ultima finale importante, Roger Federer l’ha disputata proprio sull’erba di Church Road. Nel 2019, data dell’ultima edizione dei ‘Championships’. Una finale che tormenterà le notti dei suoi fan per molto tempo a venire, ma che il diretto interessato dice di aver dimenticato in fretta. In quell’occasione, contro Djokovic, il basilese non era riuscito a capitalizzare due match-ball consecutivi sul suo servizio col parziale di 8-7 40/15 nel drammatico quinto set, per poi capitolare con il punteggio di 7-6 1-6 7-6 4-6 13-12 dopo poco meno di 5 ore di gioco (4h57’). E quella è stata la sua terza sconfitta, dopo quelle patite nel 2014 e nel 2015, al cospetto del serbo nell’ultimo atto sull’erba di Wimbledon.
Le loro strade in quest’edizione non potrebbero che incrociarsi all’ultimo atto, domenica 11 luglio. Ma il condizionale è più che mai d’obbligo, soprattutto per Federer, che ad Halle, in una sorta di prova generale di Wimbledon, aveva vinto un solo match prima di subire la legge di Felix AugerAliassime nel secondo turno. Il renano – che martedì, nel primo turno, affronterà Adrian Mannarino (Atp 42) – è alla ricerca di fiducia per affrontare al meglio questi quindici giorni londinesi. Novak Djokovic, invece, sbarca a Londra sullo slancio dell’euforia per essere diventato il primo giocatore nell’‘era Open’ a vincere ogni titolo del Grande Slam almeno due volte.
Djokovic, che parte con i galloni del favorito assoluto, nella sua parte del tabellone non dovrebbe incontrare grandi ostacoli prima delle semifinali, dove teoricamente potrebbe trovarsi di fronte il numero 3 Stefanos Tsitsipas. E sembra improbabile che il serbo debba fare i conti con i medesimi problemi motivazionali che nel 2016 lo avevano portato a una prematura eliminazione a Londra dopo aver vinto il suo primo titolo al Roland Garros.
Belinda Bencic e l’atteso salto di qualità
La battaglia per il titolo sarà molto più aperta nel sorteggio femminile, dove mancheranno Naomi Osaka (Wta 2) e la campionessa in carica Simona Halep (3). Cosa che rilancia le quotazioni anche di Belinda Bencic (numero 10), che sull’erba sa essere a suo agio e che ha le carte in regola per finalmente fare un bel percorso a Wimbledon. La sangallese, che in entrata affronterà la slovena Kaja Juvan (102), non ha mai superato il quarto turno sull’erba di Londra: per riuscirci questa volta, con grande probabilità negli ottavi di finale dovrà tuttavia battere la sette volte campionessa Serena Williams (6). Come per Federer, anche per Serena Williams il tempo residuo per conquistare un altro titolo in un torneo del Grande Slam (per lei sarebbe una storica ventiquattresima consacrazione) è però agli sgoccioli, con le chance che si riducono di mese in mese.
Per le altre elvetiche presenti nel tabellone principale l’obiettivo è quello di superare il primo turno. Jil Teichmann (53), tornata all’attività dopo un infortunio al piede, avrà un compito difficile contro Camila Giorgi (75). E impegnativa si preannuncia pure l’entrata in materia di Viktorija Golubic (72), contro la russa Veronika Kudermetova (29).