Ungulati e migrazione
di Susanna Petrone
Anno dopo anno, gli ungulati migratori affrontano lunghi viaggi attraverso vaste aree per trovare cibo, sfuggire a condizioni climatiche difficili e riprodursi. Ogni specie segue percorsi diversi. Basti pensare alle gazzelle della Mongolia, alla saiga della Russia, agli gnu del Serengeti, al guanaco del Sudamerica, ai caribù dell’Artico, ma anche alle stesse zebre in Africa. Gli ungulati sono essenziali per la salute dei vari ecosistemi globali. Fungono da prede per i grandi predatori, fertilizzano il terreno al loro passaggio e per molte comunità locali e indigene sono una fonte essenziale di sostentamento. Insomma, le loro migrazioni stagionali sono necessarie per la salute degli ecosistemi e per sostenere gli animali e le persone che dipendono da loro. Sfortunatamente, le migrazioni degli ungulati stanno scomparendo perché gli esseri umani costruiscono sempre più strade, recinzioni e altre infrastrutture che ostruiscono i percorsi che gli animali usano per migrare. Le migrazioni sono ancora troppo poco studiate e mappate. Ma alcuni recenti studi dimostrano che le aree protette esistenti allo stato attuale sono troppo piccole e non consentono una protezione ad ampio raggio.