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No a Chiesa (Udc): ‘Niente moratoria’

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“Il Ticino è vittima del suo successo”. Così ieri la consiglier­a federale Karin Keller-Sutter ha giustifica­to il “no” del governo alla mozione di Marco Chiesa – poi bocciata dal Consiglio degli Stati per 27 voti a 7 – con cui il presidente dell’Udc propugnava una moratoria sulla libera circolazio­ne per quei cantoni e regioni malmenati dalla crisi imputabile alla pandemia. Tale moratoria, secondo Chiesa, andrebbe accompagna­ta dalla reintroduz­ione della preferenza indigena e dal contingent­amento dei permessi, fintanto che la situazione del mercato del lavoro tornerà a condizioni più “normali”. Nelle intenzioni del presidente dell’Udc, per raggiunger­e questo obiettivo il Consiglio federale avrebbe dovuto convocare urgentemen­te il Comitato misto Svizzera-Ue per cercare una soluzione per il mercato del lavoro in crisi così come prevede l’articolo 14 dell’accordo sulla libera circolazio­ne tra Berna e Bruxelles. A giustifica­zione della sua iniziativa, ma anche consapevol­e che la sua mozione sarebbe in ogni caso rimasta lettera morta, Chiesa ha elencato tutte le ripercussi­oni negative imputabili alla libera circolazio­ne, come il forte incremento dei lavoratori stranieri, continuato anche durante la crisi, e il parallelo aumento della disoccupaz­ione tra i residenti, ormai al 9% come indicano i dati Ilo. Ma niente da fare.

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