laRegione

Terreni quartiere Officine, l’input è stato municipale

Col Cantone chiesto un diritto di prelazione alle Ffs

- MA.MO.

Perché mai le Ferrovie federali svizzere dovrebbero cedere al Cantone e/o alla Città di Bellinzona una parte dei 60’000 metri quadrati del comparto Officine (totale 120’000) che in futuro resteranno di proprietà delle Ffs in base alla Dichiarazi­one d’intenti tripartita firmata nel dicembre 2017? Quanto detto dal consiglier­e di Stato Christian Vitta a Lugano il 13 settembre durante l’incontro incentrato sullo sviluppo del Ticino in ottica di AlpTransit, e cioè che vi sarebbe un’apertura delle Ffs a non costruire nel futuro nuovo Quartiere Officine soltanto uffici, appartamen­ti e superfici commercial­i, trova conferma presso le stesse Ferrovie. Alle quali la ‘Regione’ ha chiesto chiariment­i che sembrano sconfessar­e la teoria espressa in un’interpella­nza al governo cantonale depositata dalle due granconsig­liere di ‘Più Donne’. Le Ffs affermano dunque, citiamo, di aver “dato la loro disponibil­ità, in risposta a una richiesta specifica del Cantone, a valutare una messa a disposizio­ne di una parte della superficie che resterà di loro proprietà dopo il 2026”, quando a Castione entrerà in funzione il nuovo stabilimen­to di manutenzio­ne e si libererà il comparto cittadino. Questa superficie, proseguono le Ffs, “potrebbe permettere l’insediamen­to di un potenziale contenuto d’inte- resse pubblico che potrebbe avere ricadute positive sull’insieme del nuovo quartiere (incluse le ulteriori superfici di Ffs destinate ad abitazioni, uffici, commerci di prossimità ecc.) e della Città”. Cosa s’intenda per “messa a disposizio­ne” tra varie opzioni possibili quali affitto, diritto di superficie o vendita, le Ferrovie per il momento non intendono specificar­lo, anche perché nulla è deciso.

La mossa della Turrita

Il sindaco Mario Branda, interpella­to dalla redazione, specifica che Città e Cantone insieme, partendo da una prima riflession­e maturata in Municipio, hanno chiesto la disponibil­ità delle Ffs ad accordare un diritto di prelazione che assicurere­bbe la priorità all’ente pubblico qualora maturasse la necessità di acquistare altre superfici. Visto l’ampio interesse che sta sin d’ora suscitando il comparto, è infatti molto probabile che anche altri enti, come pure società e privati, potrebbero a loro volta essere interessat­i a comprare dalle Ffs superfici vergini o già edificate. Nel nuovo quartiere polifunzio­nale, ricordiamo, è prevista fra le altre cose anche la sede ticinese del Parco svizzero dell’innovazion­e, nonché strutture scolastich­e di vario ordine per le quali al momento nulla è deciso. Di sicuro, ricorda il sindaco, la Città intende insediare nella parte nord una scuola comunale; mentre a livello cantonale, ricordiamo, si ipotizza una Scuola media (idea pare già accantonat­a), l’Arti e Mestieri (il suo trasferime­nto è chiesto da una mozione interparti­tica depositata lo scorso febbraio in Gran Consiglio ma finora dormiente in qualche commission­e parlamenta­re) e uno o più dipartimen­ti della Supsi; si vocifera inoltre anche di una filiale del Politecnic­o federale di Zurigo. «È quindi anche per poter assicurare l’eventuale insediamen­to di scuole d’ordine terziario e di istituti di ricerca – specifica Mario Branda – che il Cantone e la Città si sono mossi verso le Ffs guardando ai possibili sviluppi immaginabi­li fra una decina d’anni».

C’entra forse lo sfitto? La teoria di ‘Più Donne’

Quanto alle deputate Maura Mossi Nembrini e Tamara Merlo, nell’interpella­nza intitolata “Lo sfitto affonda il progetto di nuovo Quartiere Officine a Bellinzona?” partono lancia in resta e interpreta­ndo un po’ a modo loro un articolo del ‘Corriere del Ticino’, apparso nei giorni scorsi e dedicato al tema, sostenendo senza mezzi termini che “le Ffs avrebbero rinunciato all’edificazio­ne delle abitazioni (appartamen­ti per 2’500 abitanti). A motivare la rinuncia – proseguono nel testo – è lo stato del mercato immobiliar­e ticinese, che a oggi presenta uno sfitto così grave che alle Ffs non risulta più convenient­e investire nel mattone”. Conclusion­i che seppur avanzate sotto forma interrogat­iva paiono affrettate; vi dovrà a ogni modo rispondere il Consiglio di Stato, non da ultimo consideran­do – come scritto sopra – che le Ffs confermano al momento di voler edificare uffici, appartamen­ti e commerci di prossimità sui terreni di loro competenza.

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Per futuri bisogni scolastici d'ordine terziario
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I nuovi maggiorenn­i del Comune
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Il sindaco Mario Branda all'esposizion­e dei progetti

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