Dal Carbonifero al castello
Dietro il paese di Manno, il Comune ha già recuperato le cave di conglomerato, uno dei luoghi di maggior interesse geologico nazionale, con le sue rocce sedimentarie, le formazioni più antiche del cantone. Si trova in località Boschetti, a nord-ovest dell’abitato, dove sono emerse importanti tracce del Carbonifero: due grossi tronchi fossili che attestano, insieme ad altri reperti vegetali (tracce della presenza di felci arboree, equiseti, licopodi giganti), come Manno e il Sottoceneri in generale fossero compresi, circa 300 milioni di anni fa, in una fascia tropicale, con condizioni climatiche e vegetative parecchio diverse da quelle attuali. La zona è attrezzata ma non valorizzata come si dovrebbe. Nella seconda fase del progetto, prosegue Ryser, «abbiamo proposto pure un percorso che, da Manno, continua su un crinale seguendo il sentiero fino al percorso vita di Bosco Luganese, dove si osservano affioramenti del Carbonifero alternati a depositi morenici e gneiss del Monte Ceneri. A quota 509 metri, si incontrano i resti di un castello o una torre di guardia medievale. Il percorso poi conduce alla parte alta del Vallone tra Gravesano e Arosio e si vedono le rocce porfiriche che indicano una geologia di origine vulcanica, con formazioni che probabilmente risalgono al Permiano». In seguito, si raggiunge il sentiero del castagno fino a Cademario dove c’è l’inventario delle varietà del castagno in Ticino. Nel percorso rientra anche il monte di Caslano, che appartiene all’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale, dove esiste già un sentiero geologico, peraltro non pubblicizzato. Un monte particolare che offre diversi elementi di interesse botanico e geologico.
Ryser mette in evidenza che «il restauro della miniera d’oro di Sessa in località La Costa è stato apprezzato dalla popolazione, sia locale (in particolare le scuole) sia turistica. Ciò dimostra la valenza culturale ed economica rappresentata da questo patrimonio storico-minerario del Malcantone. Siamo in contatto con l’Istituto di geologia del Politecnico di Zurigo che ha mostrato interesse per la miniera di Sessa e il territorio circostante». Insomma, sembrerebbero date tutte le premesse per portare a termine l’iniziativa.