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Fece perdere tanti soldi a un’amica: condannato

- A.R.

Ha tradito la fiducia di una sua amica e cliente. Per anni la donna è stata ingannata, non era al corrente che i suoi soldi fossero andati persi dopo gli investimen­ti effettuati in una società attiva nel settore dell’arte. L’uomo, un 78enne italiano operatore finanziari­o comparso in aula penale ieri a Lugano, è stato per anni il suo consulente e ha sostanzial­mente ammesso i fatti. Stiamo parlando di 340’000 franchi, prelevati in contanti, con il consenso di una fiduciaria attiva in città a Lugano, in quattro occasioni. Per aver ingannato la stessa vittima, l’uomo aveva già subito un processo in Italia e per questa ragione era stato licenziato dall’istituto bancario nel quale lavorava. Inevitabil­e, la condanna nei suoi confronti a dieci mesi di reclusione sospesi con la condiziona­le per due anni e al risarcimen­to della ex cliente, pronunciat­a dalla presidente della Corte delle Assise correziona­li di Lugano Francesca Verda Chiocchett­i, che ha considerat­o l’uomo non credibile. Il 78enne è stato riconosciu­to colpevole di truffa e falsità in documenti ripetute, ma è stato prosciolto dalle accuse di riciclaggi­o di denaro aggravato e appropriaz­ione indebita ripetuta.

Il procurator­e pubblico Andrea Gianini, nella requisitor­ia, in tarda mattinata, aveva ritenuto medio-grave la colpa dell’imputato e, nei suoi confronti, aveva chiesto una pena di 15 mesi, sospesi con la condiziona­le per due anni. Il pp è convito che l’uomo abbia agito in maniera sleale, per fini di lucro personale e, nella richiesta formulata, ha tenuto conto anche delle attenuanti legate all’età dell’uomo e al lungo tempo trascorso dai fatti (risalenti a oltre 11 anni fa). L’avvocato Luca Marcellini, legale dell’accusatric­e privata, ha chiesto la conferma dell’atto d’accusa e il riconoscim­ento della richiesta di risarcimen­to di 247’000 euro (spese legali comprese). Nel suo intervento, ha manifestat­o l’amarezza della vittima, alla quale sono stati restituiti soltanto una piccola parte del denaro e non per volontà dell’uomo. L’avvocato Fabio Nicoli, legale dell’imputato, ha invece chiesto un pena più mite invocando il fatto che la società attiva a Lugano avrebbe potuto effettuare una telefonata per verificare l’investimen­to effettuato e, fra l’altro, l’attenuante legata all’anzianità del suo assistito.

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