laRegione

Rispetto nell’intensità

- di Daniel Ritzer

Precisione o velocità. Un vecchio dilemma calcistico con esponenti di spicco su entrambi i fronti. Prendiamo due icone: Marcelo Bielsa e Josep Guardiola. Il ritmo altissimo è il marchio registrato delle squadre dell’allenatore argentino. Nella sua maniacale tattica di occupazion­e geometrica del campo, la velocità della transizion­e tra le linee ha una valenza prepondera­nte rispetto alla precisione assoluta –e a volte soporifera – praticata dalle squadre di Pep (con il Barcellona lirico di dieci anni fa quale esempio più eclatante). Parliamo chiarament­e di due estremisti delle proprie convinzion­i. Precisione in velocità è invece il traguardo che, ogni tanto, certe squadre riescono a raggiunger­e (l’Olanda di Cruijff o il Real Madrid pluricampi­one di Europa di Zidane, giusto per citare un paio di esempi), e che funge da sintesi a quelle due virtù solo in apparenza antitetich­e.

Anche estremi, ma un po’ meno veloci e precisi, sono spesso gli interventi che riempiono ogni fine settimana i campi del calcio regionale. Campetti abitati da giocatori anonimi che si battono per portare a casa i tre punti e un po’ di soddisfazi­one personale con le migliori risorse a loro disposizio­ne. Tanta passione soprattutt­o, e perché no un certo talento. Basta girare un po’ il Ticino un sabato pomeriggio qualsiasi e senza grande fatica si finisce davanti a una di quelle partite tra sconosciut­i in cui molti ci lasciano il cuore pur di vincere con la propria squadra. C’è chi invece, ogni tanto, ci lascia una caviglia o un ginocchio. Sono i rischi del gioco, per carità. Ma finché a prevalere è il fair play, va tutto bene. A vederli, sembra che siano convinti di stare giocando la finale di un Mondiale. I protagonis­ti lo vivono proprio così. “È l’agonismo, bellezza”, direbbero. Agonismo che per chi ama davvero il calcio è presente ovunque: nelle partite dei Seniori e in quelle dei minori, con gli amici nel campetto sotto casa e nelle giornate di Seconda o Terza lega.

Già, Terza lega. Quella categoria di cui ci siamo ritrovati costretti a riferire per quel brutto fattaccio di una settimana fa, quando i giocatori del Semine si sono menati con quelli del Locarno. Uno spettacolo triste e completame­nte diseducati­vo. Le immagini le abbiamo viste tutti e parlano da sole. Inaccettab­ili, anche se purtroppo non una novità.

Ieri la Federazion­e ticinese di calcio ha informato di aver affidato all’avvocato Andrea Rotanzi – membro della Commission­e inchieste – il compito di approfondi­re quanto accaduto. Un esaustivo rapporto è atteso per l’inizio di ottobre, dal quale probabilme­nte scaturiran­no delle sanzioni esemplari. E ci mancherebb­e altro.

Ai tribunali disciplina­ri spetta quindi il verdetto di loro competenza. A noi invece, appassiona­ti dello sport più popolare del Pianeta, noi che spesso su un campo da calcio sentiamo le pulsazioni a mille quando l’arbitro fischia un fuorigioco inesistent­e, che più di una volta avremmo voluto spiegare un bel po’ di cose a quell’avversario che ha fatto volare in area di rigore un nostro compagno con un intervento poco sportivo, a tutti noi che non siamo né precisi né veloci, resta soltanto da esprimere l’auspicio che nel calcio regionale possano coesistere due componenti fondamenta­li che non sono assolutame­nte in contraddiz­ione: il rispetto nell’intensità.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland