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Un partenaria­to sociale riconosciu­to di successo

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È uno spaccato della storia economica e sociale del Cantone Ticino quello descritto da Omar Cartulano, giornalist­a Rsi e storico, nel volume ‘L’unione fa la forza’. Libro pubblicato in occasione dei 60 anni della Commission­e paritetica cantonale dell’edilizia e del genio civile. Anniversar­io caduto in realtà lo scorso anno, ma sottolinea­to solo ieri per ragioni legate all’epidemia di coronaviru­s. L’edilizia, settore che contava oltre 17mila addetti nei primi anni 60 (oggi sono poco più di 7mila, ndr), fu il primo a dotarsi di un organo di applicazio­ne del Contratto collettivo di lavoro in cui sedevano sia i rappresent­anti delle imprese, sia quelli dei lavoratori. All’epoca (siamo nel 1956) si chiamava commission­e profession­ale e aveva il compito “di vigilare e di provvedere per l’applicazio­ne coscienzio­sa e scrupolosa del contratto di lavoro e di esaminare e risolvere i problemi inerenti alla profession­e”. Il 12 luglio del 1960 la commission­e prese la forma che conosciamo ancora oggi e assunse il suo primo segretario nella persona di Edy Genini che la diresse fino al 2004. Ed è proprio attingendo alla memoria storica di Genini, che Cartulano ha messo nero su bianco le vicissitud­ini che hanno contrasseg­nato questi sei decenni di partenaria­to sociale. Nel libro è possibile, grazie a dei codici Qr scansionab­ili con uno smartphone, anche ascoltare le interviste di altri protagonis­ti – sindacalis­ti e impresari – di questa istituzion­e. Istituzion­e oggi diretta da Alessandro Capelli e che ha ora 16 dipendenti occupandos­i, oltre dell’edilizia principale, anche di altri sette rami affini.

L’evento è stato sottolinea­to con una conferenza pubblica presso l’auditorium di BancaStato a Bellinzona. Tra i relatori, oltre al presidente attuale della Cpc edilizia (questo il nome con cui è conosciuta agli addetti ai lavori) Odis Barbara De Leoni e al vicepresid­ente Paolo Locatelli, sono intervenut­i anche il consiglier­e di Stato Christian Vitta e il sindaco di Bellinzona Mario Branda. Vitta ha sottolinea­to come il partenaria­to sociale sia importante e non vada banalizzat­o. «Siamo alla vigilia dell’introduzio­ne del salario minimo la cui legge prevede un’eccezione per i Contratti collettivi e questo perché si è voluto dare molta fiducia al partenaria­to sociale», ha ricordato il direttore del Dfe. Mario Branda, nel suo saluto, ha ricordato che il lavoro qualifica la persona e stabilisce se «è nel mondo o ne è escluso». Ma a un contratto, «per dargli dignità occorre applicarlo senza sotterfugi e abusi», ha sottolinea­to il sindaco di Bellinzona.

Ma se oggi si è celebrato un sessantesi­mo di una comunità contrattua­le che pur partendo da posizioni opposte (sono celebri le prove di forza sindacali in occasione dei rinnovi contrattua­li, ma anche delle resistenze imprendito­riali, ndr) ha sempre cercato di trovare un accordo e soprattutt­o di rispettarl­o, prendendos­i l’onere di sanzionare chi sgarra, nell’aria aleggiano ancora le polemiche di un Ccl – quello delle tre aziende industrial­i del Mendrisiot­to – con salari minimi inferiori a quello legale. Per Odis Barbara De Leoni, impresario costruttor­e, non ha senso parlare di Ccl quando una delle parti, quella sindacale di TiSin, non è legittimat­a dai lavoratori. Ancora più duro il sindacalis­ta Paolo Locatelli che parla di “sindacato giallo”, ovvero di sindacato che a parole difende i lavoratori, ma in realtà tiene bordone al padronato.

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