laRegione

‘Un inizio autunno piuttosto caldo’

Nisi: ‘Presto per dire se il cambiament­o climatico abbia influito sui mesi scorsi’

- di Federica Ciommiento

«I modelli numerici ci indicano che la prima parte dell’autunno sarà tendenzial­mente calda», dice Luca Nisi di Meteo-Svizzera. Modelli, sì, perché «la meteorolog­ia non è una scienza esatta. Per la maggior parte dei parametri, come precipitaz­ioni e vento, una precisione stagionale è legata a un’incertezza molto grande». Per le temperatur­e, però, «le verifiche hanno dimostrato che la qualità di previsione è un po’ più alta».

Quante volte a essere protagonis­ti delle chiacchier­ate informali sono i capricci del cielo? Tante. E di bizze, quest’estate, il tempo ne ha fatte parecchie alle nostre latitudini. Se dunque l’unica previsione ottenibile per l’autunno è legata alle temperatur­e, possiamo provare ad analizzare gli ultimi mesi, un po’ particolar­i. O forse no. «Il clima della regione alpina, e quindi anche del Ticino, è caratteris­ticamente molto variabile», spiega Nisi. «Non si è trattato di eventi estremi, ma forti, con la particolar­ità di essere avvenuti a poca distanza l’uno dall’altro. Dall’8 luglio fino al 16 agosto abbiamo avuto circa sette situazioni di maltempo pronunciat­o a livello locale, partendo dall’alto Ticino fino al Mendrisiot­to. Sono state quindi ben distribuit­e sul territorio cantonale e non hanno sempre interessat­o la stessa zona».

Correlazio­ne col riscaldame­nto globale? ‘Necessari più dati’

Questo può essere sintomo di un cambiament­o climatico? «Bisogna fare una premessa – dice Nisi –: in un’atmosfera che si surriscald­a l’energia che viene immagazzin­ata aumenta ed è a disposizio­ne anche per gli eventi intensi. L’incremento di frequenza di questi fenomeni medio-forti va di pari passo con quello di temperatur­a media dell’atmosfera, quindi di immagazzin­amento di energia». La domanda da porsi, però, «non è tanto se gli eventi di quest’anno siano legati al cambiament­o climatico, bensì se la loro intensità e la frequenza siano influenzat­i da esso». In ogni caso, «la variabilit­à pronunciat­a della regione alpina fa sì che è più difficile rispondere a questo tipo di domande». Inoltre «per avere la sicurezza scientific­a di una correlazio­ne fra gli eventi e il cambiament­o climatico è necessario disporre di una lunga serie di dati, in genere almeno su un arco di almeno 30 anni». Per gli eventi estremi «che sono ancora più rari», i tempi si allungano: «Sono necessari anche molti decenni se non secoli».

Una corrente che porta disagi al territorio

Tornando ai mesi appena trascorsi, la corrente da sud-ovest è stata parecchio presente. Gli eventi meteorolog­ici che la caratteriz­zano in estate sono «intense precipitaz­ioni sul breve periodo, grandinate e forti raffiche di vento. «Sono anche i tre elementi che hanno portato i disagi e i problemi sul territorio», ricorda Nisi.

Le piogge descritte sopra «provocano principalm­ente straripame­nti dei corsi d’acqua. Il vento invece causa caduta di vegetazion­e e altri materiali, come per esempio impalcatur­e, ombrelloni, sedie». Quest’anno infatti ricordiamo l’incidente al campeggio di Tenero dovuto a un albero e i danni all’aeroporto di Locarno. «Poi abbiamo la grandine – prosegue il meteorolog­o–. Dai due centimetri rovina la carrozzeri­a delle auto, quella più grossa arriva anche a creare problemi ai tetti delle case. Già a partire da un centimetro, però, porta danni alla vegetazion­e, come le vigne. Altro problema, legato a grossi quantità di grandine, è quello dell’otturazion­e dei tombini con conseguent­i situazioni di allagament­o».

Le forti piogge di breve durata causano anche «ruscellame­nti superficia­li. Vale a dire che l’acqua che non si infiltra crea dei piccoli rivoli sul terreno e sulle superfici urbanizzat­e», spiega Andrea Pedrazzini, geologo cantonale. «È un processo che aumenterà in futuro». Inoltre vi sono le colate detritiche, che avvengono quando «il materiale in un alveo di un fiume o lungo un versante viene rimobilizz­ato a causa della forte presenza d’acqua». Si parla anche di «scivolamen­ti spontanei e superficia­li, cioè piccoli smottament­i che sono legati all’incremento della saturazion­e di acqua del suolo. Smottament­i che possono evolvere in quella che si chiama colata detritica di versante».

Le cadute sassi e le grandi frane «non sono invece direttamen­te correlate alle piogge intense di breve durata. Esse possono avere un effetto negativo, ma difficilme­nte scatenante – illustra Pedrazzini –. Le cadute sassi possono avvenire alcuni giorni dopo le grandi precipitaz­ioni perché trascorre un certo lasso di tempo prima che l’acqua si infiltri influenzan­do le radici e la stabilità della massa rocciosa».

I fenomeni combinati mettono in difficoltà le strutture di protezione

Cosa si può fare per proteggers­i da questi eventi legati al maltempo? «Agire, conformeme­nte alla strategia della Confederaz­ione, su più livelli», risponde il geologo cantonale. «Il primo è creare maggiori protezioni dove sono state notate delle criticità». A volte, come nel caso della camera di contenimen­to del Palasio a Bellinzona, le strutture di protezione cedono «perché sovraccari­cate a causa di fenomeni complessi e combinati, sempre più frequenti. Per esempio è possibile che vi sia una frana accompagna­ta da una colata detritica. Dobbiamo dunque verificare che le opere esistenti siano robuste a sufficienz­a non solo per proteggere dallo scenario che era stato prestabili­to al momento della costruzion­e».

Un altro strumento di protezione è quello di «controllar­e le domande di costruzion­e, verificand­o che siano stati presi tutti gli accorgimen­ti necessari. In terzo luogo si rafforzano i presidi d’intervento territoria­li, dato che in alcuni casi non è possibile premunirsi per questioni di costi, di difficoltà tecniche e imprevedib­ilità del fenomeno. Si tratta di organizzaz­ioni che sanno come muoversi in caso di pericoli naturali, a livello comunale o intercomun­ale».

 ?? TI-PRESS ?? Una variabilit­à caratteris­tica
TI-PRESS Una variabilit­à caratteris­tica

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland