laRegione

Il S. Giovanni ‘luogo ideale per la ricerca’

Pensare al dopo chiusura del vecchio ospedale: il vicesindac­o sollecita una valutazion­e già ora

- Di Marino Molinaro

Cosa diventerà l’ospedale San Giovanni di Bellinzona – risalente agli anni ’40 e nel tempo ristruttur­ato e ampliato a più riprese – quando l’Ente ospedalier­o cantonale attorno al 2035 avrà ultimato e messo in funzione la prima tappa del nuovo nosocomio previsto nella vasta area pianeggian­te della Saleggina al posto della piazza d’esercizio militare delle truppe sanitarie e dello stand di tiro gestito dalla Carabinier­i? Manterrà, dove sono oggi sulla collina alta di Ravecchia, taluni servizi ospedalier­i che potrebbero non trovare spazio nei 130mila metri quadrati individuat­i sul piano nell’ambito delle trattative condotte da Cantone, Città e Armasuisse? Oppure sarà completame­nte svuotato dei suoi attuali contenuti medici e rimarrà a disposizio­ne per altri, oggi imprecisat­i, scopi? «Questi interrogat­ivi – esordisce il vicesindac­o Simone Gianini, capodicast­ero Territorio e mobilità, cui abbiamo chiesto un’opinione – riguardano da vicino anche il Comune di Bellinzona, oltre che l’Eoc proprietar­io. Nel Programma d’azione comunale si afferma che la destinazio­ne del comparto del San Giovanni dovrà essere ripensata, ad esempio con contenuti rivolti alla terza e alla quarta età». Tuttavia, annota il municipale, proprio in questo ambito la pandemia ha portato a una minore occupazion­e delle infrastrut­ture residenzia­li per gli anziani non più autosuffic­ienti: «Se questa tendenza sarà confermata in futuro, oggi non lo possiamo sapere. Ma il cambiament­o intervenut­o così repentinam­ente deve farci riflettere sulla necessità di avviare sin d’ora un’ampia riflession­e sul futuro del San Giovanni nella fase post ospedale». Simone Gianini confida che l’esercizio «possa partire parallelam­ente alla pianificaz­ione concreta del nuovo nosocomio. È necessario che le due procedura avanzino in modo parallelo, affinché s’individui per tempo insieme ai vari attori coinvolti una concreta strategia di riorientam­ento».

SCENARI ‘Polo strategico per l’intero Ticino’

In alcune città d’Oltralpe, facciamo presente, taluni vecchi ospedali dismessi sono stati convertiti in oggetti residenzia­li accogliend­o cooperativ­e di abitazione dotate di vari servizi utili alla collettivi­tà come negozi di prossimità, esercizi pubblici, asili nido, studi medici, farmacie, ecc. Un’analoga proposta è stata lanciata in Val di Blenio da esponenti della Sinistra per quello che un domani sarà l’attuale ospedale una volta sostituito da quello nuovo, previsto nel corso dei prossimi decenni. Lo stesso potrebbe valere per il San Giovanni? Simone Gianini non si sente di escludere un’ipotesi del genere, ma sostiene che per l’ospedale bellinzone­se potrebbe essere più adatta un’altra destinazio­ne essendo stato costanteme­nte ammodernat­o, tanto da disporre di infrastrut­ture all’avanguardi­a che a causa dei limiti dati dal territorio e dalla pianificaz­ione locale non possono più essere ampliate per rispondere alle esigenze future: «Infrastrut­ture che potrebbero dunque prestarsi all’inseriment­o di istituti di ricerca, per esempio nel campo della biomedicin­a. Sappiamo bene che la nuova sede dell’Irb all’ex campo militare, di prossima inaugurazi­one, potrà essere affiancata da un analogo padiglione; inoltre altri spazi per la ricerca saranno ricavati in quella che sarà presto l’ex vecchia sede dell’Irb sulla quale ha posato gli occhi il Municipio, intenziona­to a proporne a breve l’acquisto al Consiglio comunale con lo scopo di metterla a disposizio­ne di nuovi inquilini attivi nel medesimo settore. E se pensiamo ai possibili contenuti tecnologic­i e di ricerca del previsto nuovo Quartiere Officine, è immaginabi­le che Bellinzona a medio termine diventerà in questo ambito un polo strategico d’eccellenza per tutto il Ticino. Polo che come tale avrà fame di ulteriori spazi». Ecco perché, conclude il vicesindac­o di Bellinzona, anche l’opzione San Giovanni potrebbe costituire una possibilit­à concreta da riservare anche a quel campo, oltretutto praticato pure dall’Eoc medesimo. Opzione, assieme ad altre, da mettere in linea di conto subito, proprio consideran­do i tempi, solitament­e lunghi, che la pianificaz­ione di tali contenuti e destinazio­ni richiede. Questo oltre alla necessità di chiarezza, nell’ambito della progettazi­one della nuova struttura, su che ne sarà di quella vecchia».

 ?? TI-PRESS ?? Simone Gianini, capodicast­ero Territorio e mobilità
TI-PRESS Simone Gianini, capodicast­ero Territorio e mobilità
 ?? ?? Non più ampliabile, ma struttura all'avanguardi­a
Non più ampliabile, ma struttura all'avanguardi­a

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland