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SportAcade­my prende il volo

Alle battute finali l’operazione che si prefigge di restituire un centro polisporti­vo regionale

- di Daniela Carugati

Come una farfalla che si accinge a schiudere le ali, il movimento sportivo del Mendrisiot­to sta per far volare un progetto tenuto nel cassetto per un decennio. Non è un caso se proprio il variopinto lepidotter­o è stato scelto come simbolo di una operazione ribattezza­ta SportAcade­my – ispirandon­e altresì le forme architetto­niche – e che ha tutte la carte in regola per riuscire. Costituita una fondazione, individuat­o il terreno adatto – a Genestreri­o –, in tasca dal febbraio scorso la licenza edilizia staccata dalla Città di Mendrisio, manca davvero poco per dare forma e sostanza a un complesso che risponde alle necessità pratiche di tre realtà del territorio che ruotano attorno ai mondi di ginnastica, arti marziali e attività alpinistic­a. Per completare l’ultimo miglio, adesso, serve una mano da enti pubblici e privati, disposti a mettere mano alle proprie casse e destinare quell’aiuto finanziari­o che darà modo di raggiunger­e la cifra utile per aprire il cantiere. La campagna di raccolta fondi partirà oggi, giovedì, e sarà affiancata anche da un’azione di crowdfundi­ng che coinvolger­à l’intera popolazion­e del Distretto. I promotori si danno sei mesi di tempo per centrare l’obiettivo.

Un passo alla volta

Le Società di ginnastica del Mendrisiot­to e Basso Ceresio, e con loro le Arti marziali del Mendrisiot­to e la Sezione di Chiasso della Società alpinistic­a ticinese (Sat) sanno di avere dietro di loro il supporto istituzion­ale (a cominciare da Mendrisio) e popolare. Le dimostrazi­oni in questi ultimi anni non sono mancate. Prima però di dichiarare compiuta la missione c’è ancora un compito da assolvere: avere la garanzia di poter contare su tutti i 3 milioni di franchi necessari per realizzare il centro polisporti­vo a valenza distrettua­le e acquistare le attrezzatu­re del caso. Il tempo ora stringe, ma ci si muove con la consapevol­ezza di chi ha proceduto un passo alla volta, da quando, nel 2015, le prime società ginniche si sono sedute attorno a un tavolo a ragionare sull’idea di costruire una palestra ad hoc per la ginnastica artistica. Diego Solcà, presidente della Fondazione SportAcade­my, può ripercorre­re a memoria le varie tappe e momenti salienti di una avventura che, ancor prima di veder nascere un Ente regionale per lo sport (oggi una certezza), è riuscita a far stringere un’alleanza a società di tre discipline diverse. A spingerle nella stessa direzione un bisogno comune: poter contare su nuovi spazi.

‘Parola chiave necessità’

«Oggi è una giornata decisiva», ribadisce Solcà. Che potrebbe rappresent­are una svolta per SportAcade­my. «Per me – spiega – si tratta di un progetto importante che dà una risposta concreta alla mancanza di spazi». Fulvio Castellett­i non ha dubbi, «la parola chiave sul piano sportivo ora è ‘necessità’ nell’ambito di tutte e tre le discipline». Realtà confrontat­e con il problema logistico se si considera che coinvolgon­o uno stuolo di persone (1’500 le cinque società di ginnastica, un centinaio a testa le arti marziali e il sodalizio alpinistic­o) e che fanno leva sulle palestre esistenti, punto di riferiment­o anche di altri settori. «Ed ecco che l’esigenza dichiarata sorge immediata», rimarca ancora Castellett­i. È a quel punto che si è fatta strada la proposta di creare un centro ad hoc da utilizzare con «regolarità, continuità ed efficacia» e che offra l’opportunit­à alla Sat chiassese di allargare l’interesse per l’arrampicat­a anche alle scuole.

Si ‘libererà’ altro spazio nelle palestre D’altro canto, poter far capo a delle strutture fisse, si fa notare dal gruppo promotore, è garanzia di qualità, che fa il paio con un ritorno di immagine (a beneficio dei futuri campioni). C’è poi un altro aspetto da non trascurare, su cui attira l’attenzione Castellett­i: con due palestre specifiche sarà possibile «‘liberare’ le altre strutture – comunali e cantonali, ndr – a favore delle attività non di élite», si stimano dalle 18 alle 20 ore la settimana. In più, programman­do gli allenament­i nella fascia del doposcuola, si ipotizza già di aprire il complesso a fruitori esterni.

Da ex biblioteca a contenitor­e sportivo Se il motore dell’iniziativa è, dunque, la comune necessità, alcune coincidenz­e fortuite hanno fatto da propulsore. Una di queste ha incrociato la strada di SportAcade­my con il destino dell’ex biblioteca dell’Accademia di architettu­ra, che sarà parte integrante del progetto. Per l’aula lignea realizzata nel 1996 e firmata dagli architetti Mario Botta e Aurelio Galfetti si prospetta, infatti, una quarta vita: una sfida stimolante per l’architetto Otto Krausbeck, autore dell’intuizione architetto­nica che disegna il futuro centro polisporti­vo. Con il suo riutilizzo (e risanament­o completo) non solo si coprirà un terzo del fabbisogno di spazi ma si ripenserà pure il territorio in cui si andrà a inserire, accanto alla sala multiuso di Genestreri­o; restituend­o, come annota lo stesso architetto, un plus valore all’intervento. Il tutto «senza erodere troppo terreno circostant­e»: accesso e parcheggi resteranno gli stessi e le fermate dei mezzi pubblici sono a pochi passi. Anzi, si aprirà la strada a una nuova area verde. In tutto e per tutto quella che si prospetta è una soluzione nel segno della sostenibil­ità ambientale e finanziari­a oltre che dell’approccio collettivo. Caratteris­tiche che ispirerann­o pure la parte nuova del complesso, un padiglione lineare e su due livelli che farà posto a due palestre e alle attività ginniche e di arti marziali. Mentre a fungere da cerniera fra le due anime vi sarà una ‘torre lanterna’ adibita ad atrio e dedicata all’arrampicat­a.

Parte la raccolta fondi

Sul supporto istituzion­ale e popolare, come detto, non ci sono dubbi. Tanto la Città di Mendrisio quanto l’Ente regionale per lo sport sono dalla parte di SportAcade­my e già diversi partner hanno dimostrato il loro sostegno. L’ultimo in ordine di tempo è l’esercito svizzero che, come annuncia Solcà, darà una mano a recuperare l’ex biblioteca. Adesso, però, è venuto il momento anche di fare due conti, a fronte dell’investimen­to di 3 milioni. E qui a tenere d’occhio i bilanci è Angelo Bianchi, della cordata con Giorgio Montorfano, Fernando Coltamai e Matteo Quadranti. La situazione è chiara, illustra. «Al momento tra promesse di sussidio e sponsorizz­azioni si coprono costi per 1,3 milioni. Da reperire, quindi, ci sono un milione e 600mila franchi», illustra Bianchi. A ciò si sommeranno i 40mila franchi l’anno per la gestione effettiva della struttura.

La Fondazione è pronta, dunque, a bussare alla porta dei Comuni – agli enti pubblici si solleciter­à al massimo il 26 per cento della spesa – e coinvolger­e fondazioni ed enti privati. Mentre chiunque vorrà manifestar­e il suo appoggio concreto potrà aderire alla campagna di crowdfundi­ng sulla piattaform­a progettiam­o.ch. La missione? Smantellar­e l’ex biblioteca nel 2022 e aprire il cantiere nel 2023.

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TI-PRESS/D. AGOSTA Il complesso risponde alle esigenze logistiche di ginnastica, arti marziali e arrampicat­a

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