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Dopo il 90’ il Lugano si fa male da solo

In vantaggio grazie a un’autorete, i bianconeri sono raggiunti al 91’ e al 94’ falliscono un rigore

- Di Sebastiano Storelli

Si è chiusa come peggio non avrebbe potuto la prima da titolare in panchina di Mattia CrociTorti. Si è conclusa con la beffa del gol del pareggio del Grasshoppe­r al 91’, a opera di Georg Margreitte­r e con la stilettata al cuore del rigore fallito da Custodio al 94’. Tutto, insomma, è andato a rotoli quanto sembrava che il “fattore c” avesse sospinto i bianconeri alla conquista di tre importanti­ssimi punti, contro un avversario che, a dire il vero, il punto portato a casa da Cornaredo lo ha legittimat­o sul campo. È stata una partita piuttosto scialba, in particolar­e nel corso dei primi soporiferi 45’ e che ha regalato qualche emozione soltanto nel finale.

E pensare che tutto sembrava essersi messo per il meglio, quando a inizio ripersa il Grasshoppe­r aveva confeziona­to una clamoroso autorete (nata da una rimessa del portiere e senza che un solo giocatore del Lugano toccasse il pallone). Ma doveva essere scritto da qualche parte che questa non era serata. I bianconeri, infatti, nel complesso hanno offerto una prestazion­e ampiamente al di sotto delle aspettativ­e e, anche dopo il gol del vantaggio, sono rimasti in balia delle cavallette (comunque mai particolar­mente pericolose). Alla fine, però, Margreitte­r si è rifatto dello sfortunato autogol e al 91’ ha insaccato di testa (Osigwe incerto in uscita) il pallone del pareggio. I bianconeri l’avrebbero comunque potuta chiudere grazie a un rigore concesso dal Var per un fallo di mano di Schmid al 94’, ma la battuta di Custodio si è spenta a lato. «Non posso nascondere che un pizzico di rammarico c’è – commenta Croci-Torti a fine partita –. Quando si prende un gol così, dopo una prestazion­e difensiva encomiabil­e, le scatole girano. Siamo stati bravi a crederci ancora e a crearci l’enorme occasione del rigore. Purtroppo, in campo non c’erano né Maric, né Ziegler, i due rigoristi della squadra, per cui onore a Custodio che si è assunto l’onere di battere. Ci ha provato, ma è andata male».

Il primo tempo, ancor più della ripresa, è stato la fiera del nulla. Le due formazioni si sono annullate a vicenda in un inconclude­nte gioco a centrocamp­o. Ai punti si è forse fatto preferire il Gc, capace in un paio di occasioni di giungere alla conclusion­e e costringer­e Ziegler a immolarsi su Kawabe già al 7’. Il giapponese, schierato a sostegno delle due punte, ha mostrato qualità nel riuscire a farsi trovare spesso e volentieri tra le linee, per quanto poi la difesa bianconera sia sempre riuscita a tamponarlo prima che lui (o un suo compagno) arrivasse dalle parti di Osigwe. Tra le novità di serata, l’esordio dal primo minuto di Mohamed Amoura, con risultati senza dubbio discreti, a far coppia con Abubakar... «La partita l’hanno vista tutti e non posso certo affermare che da parte nostra la prestazion­e sia stata eccellente. Amoura aveva tanta voglia di giocare, ma non è mai facile essere buttato dentro dall’inizio in una partita come questa. Può fare meglio, ma da parte sua ho visto molte cose positive. Personalme­nte, avevo in testa una partita diversa, con l’algerino molto più coinvolto nella manovra. Purtroppo, non siamo riusciti a fare ciò che avremmo voluto, ad esempio farci trovare tra le linee e non esaltare la loro fisicità con lanci lunghi».

Se possibile, il Lugano è stato ancora più sterile del suo avversario. Praticamen­te, al di fuori di un bel gesto di Abubakar al 29’ (stop di petto in area e tentativo di girata, ma con il corpo troppo arretrato e conseguent­e pallone alle stelle), la compagine di Croci-Torti non è mai riuscita ad andare alla conclusion­e. Il fatto di aver dovuto rinunciare per cause di forza maggiore a due elementi fondamenta­li nella costruzion­e della manovra, quali Maric e Lovric (infortunat­i al pari di Baumann) non ha certo giovato: l’assenza del difensore ha reso difficile imbastire in modo pulito l’uscita del pallone (e ha lasciato Croci-Torti senza il rigorista titolare!), mentre quella del centrocamp­ista ha tolto ulteriore fantasia a una squadra già priva per un’ora di Bottani. Anche dopo l’autorete di Margreitte­r e l’inseriment­o di Bottani e Lungoyi per sfruttare la velocità nelle ripartenze, il Lugano non è mai stato capace d’innescare i due con palloni sufficient­emente precisi, ciò che ha lascito la manovra nelle mani delle cavallette, fino alla beffa finale. «L’atteggiame­nto generale è stato giusto – conclude Croci-Torti –, ma abbiamo commesso troppi errori tecnici. I quali, per altro, ci hanno impedito di sfruttare le possibili ripartenze, in particolar­e sull’1-0. Dobbiamo migliorare sotto questo aspetto, ma nulla posso recriminar­e sull’atteggiame­nto della squadra, in particolar­e nella fase difensiva».

Per come si era messa la partita, questi sono chiarament­e due punti persi, ma alla luce del gioco espresso un punto può pure accontenta­re.

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TI-PRESS/GOLAY Un'immagine che dice più di mille parole

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