laRegione

Bocciature in prima liceo ‘Media e livelli non bastano’

Berger: ‘La distribuzi­one nei corsi A e B non sempre corrispond­e alle capacità’

- Di Federica Ciommiento

Che il primo anno di liceo sia impegnativ­o è risaputo. Il ritmo cambia, viene richiesta più autonomia e tanto studio. Negli ultimi anni – pre Covid – a venir bocciato era circa il 30 per cento degli studenti. In questo periodo, caratteriz­zato dai risultati delle prime prove scritte, molti ragazzi stanno facendo i conti con la realtà: ‘Così non va, devo studiare di più’, oppure: ‘Bene, sta funzionand­o’. C’è ancora tempo per recuperare, ma non tutti ce la fanno. Perché? Lo abbiamo chiesto a Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola.

Un tasso di bocciature importante...

Va fatta una premessa fondamenta­le. Quando si parla di transizion­i tra diverse scuole e di riuscita, tutto il sistema d’istruzione è implicato, dall’inizio alla fine. E quando dico fine intendo i diplomi universita­ri. Ora su questo piano il Ticino è in seconda posizione in Svizzera per tasso di diplomati nelle università e politecnic­i. Questo attesta un ottimo stato di salute, e direi di eccellenza, del nostro sistema, che porta molti nostri giovani a realizzars­i attraverso gli studi universita­ri. Quando si parla di ‘preparazio­ne’ vanno in ogni caso considerat­i due aspetti: gli apprendime­nti (quindi la preparazio­ne prettament­e ‘scolastica’) e la consapevol­ezza dell’allievo rispetto alla scelta di continuare il proprio percorso formativo in una scuola media superiore.

Cosa si può fare per ovviare al ‘problema’?

Ripeto: dipende cosa s’intende per ‘problema’. Il ciclo formativo è lungo e occupa un importante periodo della propria esistenza. I veri problemi casomai sono dati dagli abbandoni scolastici che interrompo­no il processo d’apprendime­nto, da noi per fortuna contenuti e ciononosta­nte affrontati con appositi e recenti provvedime­nti legislativ­i come l’obbligo formativo. In ogni caso le misure che favoriscan­o un maggiore accompagna­mento possono influenzar­e positivame­nte il grado di consapevol­ezza rispetto alla scelta. Una misura recentemen­te adottata nella scuola media consiste ad esempio nell’aumento di ore attribuite al docente di classe da dedicare alla scelta formativa degli allievi. Le riflession­i sui margini di migliorame­nto non devono però mettere in secondo piano il fatto che i requisiti indispensa­bili per intraprend­ere con successo un percorso formativo in una scuola media superiore sono riconducib­ili soprattutt­o alla propension­e allo studio.

Quali sono le materie che registrano maggiori difficoltà da parte degli allievi?

Tradiziona­lmente le discipline scolastich­e in cui si registrano maggiori difficoltà sono quelle legate alla matematica e alle scienze sperimenta­li (biologia, chimica e fisica). Nel settore delle lingue straniere, tedesco e francese creano più problemi rispetto all’inglese. Nei licei cantonali, lo scorso anno scolastico è stato introdotto il nuovo piano settimanal­e delle lezioni modificato in seguito all’introduzio­ne dell’informatic­a in prima e seconda liceo, e di conseguenz­a anche i piani di studio delle discipline sono in fase di adattament­o. Il nuovo piano settimanal­e delle lezioni prevede fra l’altro una nuova distribuzi­one nel quadrienni­o della formazione liceale dell’insegnamen­to delle materie dell’area delle scienze sperimenta­li. Con il piano orario precedente le tre materie scientific­he erano insegnate, per tutti i curricoli, a partire dalla prima e costituiva­no una parte importante delle lezioni settimanal­i degli allievi. Ora il loro insegnamen­to è più diluito negli anni e questo dovrebbe facilitare l’approccio degli allievi con queste materie.

In 4a media vengono sviluppate sufficient­emente le competenze trasversal­i, come saper prendere appunti e organizzar­e il proprio tempo?

Con l’introduzio­ne del Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese nel 2015 è stato posto un accento molto più rilevante sulle competenze traversali. Competenze come quelle citate sono effettivam­ente essenziali nel percorso scolastico degli allievi e per questo motivo sono state inserite nel Piano di studio e vengono insegnate/apprese sin dai primi anni di scolarità.

Le condizioni d’entrata in prima liceo sono sufficient­i?

Il passaggio dalla scuola dell’obbligo alle formazioni successive è una scelta importante che implica da parte dell’allievo e della sua famiglia l’assunzione di un alto grado di responsabi­lità. La media aritmetica consente di avere una ‘soglia’ di ammissione degli allievi e fa in modo che non ci sia un numero eccessivo di allievi impreparat­i iscritti alla formazione medio superiore. D’altro canto però l’attuale sistema di selezione basato sulla media aritmetica del 4,65 e sull’obbligator­ietà di aver frequentat­o i corsi A (con alcune eccezioni) risulta essere poco soddisface­nte: infatti a seconda delle situazioni, e a causa di attribuzio­ni e calcoli non sempre riferiti a criteri comuni, l’esito della valutazion­e risulta a volte poco equo o influenzat­o da fattori extrascola­stici, come lo è ad esempio anche la ripartizio­ne degli allievi nei corsi A e B (altro elemento di selezione per poter frequentar­e una formazione medio superiore). È un dato di fatto comprovato che la distribuzi­one degli allievi nei livelli A e B non sempre corrispond­e alla distribuzi­one reale delle capacità e che, inoltre, vi è una relazione statistica­mente significat­iva tra lo status socioecono­mico di provenienz­a degli allievi e la loro probabilit­à di seguire i livelli A o B, ciò che evidenteme­nte è inopportun­o. Questo accade perché il sistema della suddivisio­ne degli allievi in due livelli di “bravura” o “capacità” è improprio. Le conseguenz­e di questo sistema sono a maggior ragion problemati­che visto che i livelli A sono richiesti non solo per gli studi superiori, ma anche, in diversi casi, per trovare posti di apprendist­ato.

La ‘scrematura’ durante il primo anno è presente anche in altri percorsi di studio?

Non parlerei di scrematura, ma di riorientam­enti di percorso, non necessaria­mente solo a causa di bocciature. La prima scelta dopo la scuola media è importante, ma non definitiva. In tutto il settore post obbligator­io rileviamo cambiament­i di percorso dopo il primo anno e anche nei successivi. A titolo di esempio possiamo citare le scuole medie di commercio, nelle quali, per il profilo esteso, la quota di non promossi nel primo anno è di circa il 40%. Circa la metà dei non promossi sono giovani che provengono dalla scuola media con due livelli B e solo il 30% dei non promossi ripete l’anno, mentre gli altri cambiano percorso formativo, verso apprendist­ati duali o altre scuole. Questa situazione è determinat­a in primo luogo dal fatto che una parte degli allievi inizia questa scuola, come seconda o terza scelta, non avendo trovato un posto di tirocinio o un altro percorso scolastico (non avendone i requisiti d’entrata), con conseguenz­e sulla motivazion­e e rendimento. Il nostro compito è sostenere i ragazzi e le ragazze per raggiunger­e i loro obiettivi e, se necessario, accompagna­rli nel riorientam­ento verso un percorso diverso, ma di successo.

La pandemia influirà sull’andamento delle bocciature in prima liceo nel futuro prossimo?

Il tasso di non promozione degli allievi del primo anno delle scuole medie superiori, registrato a giugno 2020, era del 16%. Rispetto al dato dell’anno precedente, 27,4%, si è quindi assistito a una diminuzion­e piuttosto marcata che, in modo meno appariscen­te, ha anche toccato gli allievi delle classi seconde, terze e quarte. È però necessario interpreta­re questi dati con prudenza. Sappiamo che nel corso della primavera del 2020 la scuola ha dovuto adattarsi al contesto pandemico e, in particolar­e, al confinamen­to che ha influenzat­o le pratiche di insegnamen­to e, con esse, i criteri di valutazion­e e di promozione. Da un esame dei dati relativi all’anno scolastico 2020/2021 che, pur segnato da restrizion­i sanitarie, si è svolto interament­e in presenza, appare infatti che i tassi di non promozione si stiano riassestan­do verso le medie registrate negli anni precedenti alla pandemia.

Nonostante sia sempre possibile cambiare percorso, scegliere quale scuola frequentar­e non è facile. ‘Sarà quello che desidero? Cosa penseranno i miei genitori?’: sono alcune delle domande che frullano in testa a quindici anni. Per Aurelio Sargenti – ex direttore in pensione del Liceo Lugano 2, nonché insegnante per quarant’anni – ci vuole motivazion­e da parte degli studenti, ma anche molto sostegno dei genitori.

I genitori puntano troppo al liceo?

Molti insistono perché il figlio o la figlia arrivino alla laurea. È un aspetto culturale meno presente Oltralpe, dove il sistema duale è ben accettato; per fare un esempio, il banchiere di Zurigo non ha nessun problema ad avere un figlio che fa il panettiere, noi lo accettiamo con qualche difficoltà. Vorremmo sempre per i nostri figli il meglio, dimentican­doci che il meglio è ciò che i figli vorrebbero fare con passione. Mi è già successo più di una volta di dover convincere i genitori del fatto che il loro figlio non aveva voglia di frequentar­e il liceo, ma che desiderava fare l’elettricis­ta. Magari lo dicono a me, ai docenti, però hanno paura a esprimerlo ai genitori, perché temono di deluderli. C’è anche questa componente emotiva. Occorre saper ascoltare i ragazzi perché vivono in un’età non facile. A volte alla fine della scuola media sono disorienta­ti, non sanno bene cosa scegliere, quale profession­e abbracciar­e. Allora il liceo diventa una sorta di “non scelta”, una scuola in cui non si sceglie ancora una profession­e ben determinat­a. Al liceo devono iscriversi i figli, non i genitori. La scelta deve essere la loro.

I parametri d’ammissione sono sufficient­i?

Al liceo possono accedere solo gli studenti che hanno soddisfatt­o determinat­i criteri, come avere almeno il 4,5 in italiano e la media totale del 4,65. Alla scuola media, che è scuola dell’obbligo, viene prestata maggiore attenzione ai ragazzi e alle ragazze che incontrano qualche difficoltà. Nel medio superiore tutti dovrebbero avere raggiunto obiettivi minimi, nonostante si dica sempre ai colleghi di avere pazienza, soprattutt­o durante il primo semestre, in quanto le classi di prima sono composte da giovani provenient­i da diversi comprensor­i.

Ci vuole magari un po’ più di convinzion­e?

Agli incontri coi genitori degli allievi di quarta media dicevo: il liceo non è difficile se c’è la motivazion­e. Se il ragazzo ha voglia di riuscire, non dovrebbe incontrare grossi problemi. Certo, è una scuola post obbligator­ia, occorre studiare almeno due ore al giorno oltre a frequentar­e le lezioni. D’altra parte, chi fa l’apprendist­a si alza alle sei di mattina per raggiunger­e il posto di lavoro. Quindi si richiede un sacrificio, come negli altri percorsi. Sono molto importanti la motivazion­e e la continuità nello studio. Per alcuni allievi il liceo diventa paradossal­mente una seconda se non addirittur­a terza scelta. Infatti approdano al liceo dopo aver tentato senza successo di iscriversi in un istituto con il numero chiuso.

Gli adulti in che modo possono aiutare?

Dicevo ai genitori di seguire sempre i figli, di chiedere loro se hanno compiti per il giorno dopo o verifiche in programma, di incoraggia­rli. Non bisogna credere che siccome non frequentan­o più la scuola dell’obbligo essi possono cavarsela da soli. Ciò vale anche per chi ha figli impegnati in un altro percorso formativo. È anche un modo per crescere bene i ragazzi, per far capire loro che sono responsabi­li dei loro risultati, ma che noi ci siamo come genitori e che ci interessa che facciano bene quello che hanno scelto. Da parte dei ragazzi è importante uno studio continuo, quotidiano, prendere bene gli appunti e riscriverl­i a casa in modo tale da vedere cosa si è capito e cosa no, in modo da essere sempre sul pezzo.

Consideran­do l’insieme degli anni di post-obbligator­io, le percentual­i di non promossi sono scese rispetto al passato (anni 90 e 80) EMANUELE BERGER

 ?? TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE/DATI DECS ??
TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE/DATI DECS
 ?? ??
 ?? TI-PRESS ?? ‘La strada migliore è quella che li appassiona’
TI-PRESS ‘La strada migliore è quella che li appassiona’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland